ennio
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sabato 4 maggio 2019
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meglio sarebbe stata la pura azione
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Dopo aver visto "Munich" viene da chiedersi come mai registi blasonati come Spielberg si sentano quasi obbligati a fare film di 160 minuti quando 120 sarebbero più adatti. "Munich" è' una classica spy-story che affronta solo di striscio la strage delle olimpiadi di Monaco e si concentra sugli sforzi fatti dagli israeliani per individuare e colpire i responsabili e i mandanti di tale strage. Quindi un thriller spionistico abbastanza classico, che però si appesantisce specialmente nell'ultima parte, densa di riflessioni e scrupoli di coscienza da parte del protagonista e dei suoi soci, scrupoli che appaiono improbabili nel contesto di guerra attorno a cui ruota la vicenda.
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Dopo aver visto "Munich" viene da chiedersi come mai registi blasonati come Spielberg si sentano quasi obbligati a fare film di 160 minuti quando 120 sarebbero più adatti. "Munich" è' una classica spy-story che affronta solo di striscio la strage delle olimpiadi di Monaco e si concentra sugli sforzi fatti dagli israeliani per individuare e colpire i responsabili e i mandanti di tale strage. Quindi un thriller spionistico abbastanza classico, che però si appesantisce specialmente nell'ultima parte, densa di riflessioni e scrupoli di coscienza da parte del protagonista e dei suoi soci, scrupoli che appaiono improbabili nel contesto di guerra attorno a cui ruota la vicenda. E' una moda ormai diffusa nel XXI secolo quella di impregnare ogni vicenda di guerra di risvolti "umani", quasi fosse obbligatorio deligittimare il valore della (necessaria) violenza a favore di un pacifismo qualunquista e controproducente.
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albertopezzi
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venerdì 11 maggio 2018
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non per tutti
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MONACO, SETTEMBRE 1972. UN COMMANDO DI PALESTINESI IRROMPE NEL VILLAGGIO OLIMPICO E BARBARAMENTE UCCIDE 11 ATLETI ISRAELIANI. AD AVNER KAUFMANN ED ALLA SUA SQUADRA, IL COMPITO DI RINTRACCIARE ED ELIMINARE UNO AD UNO GLI AUTORI DELL’ ATTENTATO. CERTAMENTE SIAMO DI FRONTE AD UN CINEMA DI ALTO LIVELLO. STEVEN SPIELBERG DIRIGE MAGISTRALMENTE UN FILM IMPRONTATO COMPLETAMENTE SULL’ ETERNO CONFLITTO TRA ISRAELE E PALESTINA, PASSANDO DALLO SPIETATO ODIO PALESTINESE ALLA SPIETATA VOGLIA DI VENDETTA ISRAELIANA. INTERESSANTE IL MODO IN CUI IL REGISTA RIESCE A GESTIRE IL DIFFICILE DIALOGO TRA ISRAELIANI E PALESTINESI. SPIELBERG RIESCE INFATTI NEL SUO INTENTO DI ESSERE PACATO ED EQUILIBRATO, NONOSTANTE DIRIGA UN THRILLER DRAMMATICO, NON CADENDO MAI NEL TRANELLO DI SCHIERARSI POLITICAMENTE DA UNA PARTE O DALL’ ALTRA.
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MONACO, SETTEMBRE 1972. UN COMMANDO DI PALESTINESI IRROMPE NEL VILLAGGIO OLIMPICO E BARBARAMENTE UCCIDE 11 ATLETI ISRAELIANI. AD AVNER KAUFMANN ED ALLA SUA SQUADRA, IL COMPITO DI RINTRACCIARE ED ELIMINARE UNO AD UNO GLI AUTORI DELL’ ATTENTATO. CERTAMENTE SIAMO DI FRONTE AD UN CINEMA DI ALTO LIVELLO. STEVEN SPIELBERG DIRIGE MAGISTRALMENTE UN FILM IMPRONTATO COMPLETAMENTE SULL’ ETERNO CONFLITTO TRA ISRAELE E PALESTINA, PASSANDO DALLO SPIETATO ODIO PALESTINESE ALLA SPIETATA VOGLIA DI VENDETTA ISRAELIANA. INTERESSANTE IL MODO IN CUI IL REGISTA RIESCE A GESTIRE IL DIFFICILE DIALOGO TRA ISRAELIANI E PALESTINESI. SPIELBERG RIESCE INFATTI NEL SUO INTENTO DI ESSERE PACATO ED EQUILIBRATO, NONOSTANTE DIRIGA UN THRILLER DRAMMATICO, NON CADENDO MAI NEL TRANELLO DI SCHIERARSI POLITICAMENTE DA UNA PARTE O DALL’ ALTRA. E’ CHIARO CHE NON SIAMO DI FRONTE AD UN FILM PER TUTTI. MOLTI I TEMI TRATTATI DAL REGISTA. VENDETTA, RABBIA, ODIO, AMORE. UN DIALOGO POLITICO MOLTO FITTO E COMPLICATO. BRAVISSIMI GLI INTERPRETI, DA ERIC BANA A GEOFFREY RUSH, PASSANDO PER DANIEL CRAIG. PENSO CHE SI TRATTI DI UN FILM MOLTO BELLO PER CHI AMA IL VERO CINEMA D’ AUTORE. CONSIGLIATO.
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gustibus
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domenica 23 luglio 2017
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film complesso e coraggioso.
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Vedere con un caldo tremendo un film cosi' impegnato di 2h.e 45minuti non e'semplice ma ci sono riuscito.Visto in4k e'piu'lucente e i toni bianchi brillano.Film veramente coraggioso sorretto si da attori bravi Eric bana(Avner) D.Craig bravo!..e altri caratteristi notevoli,ma il film e'tutto Steven Spielberg!L'inizio dicome il commando palestinese entra a MONACO nel complesso durante le olimpiadi di MONACO 1972(avevo 19anni!!)e'meticoloso,perfetto,si vede in base ai ricordi di Avner ufficiale mezzo israeliano che viene incaricato da GoldaMeir(il premier israeliano dell'epoca)assieme ad altre 4persone a vendicare l'eccidio uccidendo 11presunti finanziatori del terrorismo palestinese attraverso mezzo mondo.
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Vedere con un caldo tremendo un film cosi' impegnato di 2h.e 45minuti non e'semplice ma ci sono riuscito.Visto in4k e'piu'lucente e i toni bianchi brillano.Film veramente coraggioso sorretto si da attori bravi Eric bana(Avner) D.Craig bravo!..e altri caratteristi notevoli,ma il film e'tutto Steven Spielberg!L'inizio dicome il commando palestinese entra a MONACO nel complesso durante le olimpiadi di MONACO 1972(avevo 19anni!!)e'meticoloso,perfetto,si vede in base ai ricordi di Avner ufficiale mezzo israeliano che viene incaricato da GoldaMeir(il premier israeliano dell'epoca)assieme ad altre 4persone a vendicare l'eccidio uccidendo 11presunti finanziatori del terrorismo palestinese attraverso mezzo mondo.Ne uccideranno 6..ma il complesso del film e' costante.Erano davvero loro o sono stati uccisi degli innocenti? solo per compiacere i militari e dirigenti del Mossad israeliano.Il film a mio parere non da risposte esaurienti,il racconto entra nel thriller spionistico..viene ucciso un avente del Kgb,una donna olandese assoldata da chi? E in piu'ce'una tranquilla famiglia francese che sta al gioco di tutti i servizi segreti del mondo basta sia pagata,Alla fine rassicura Avner che da loro mai gli verra'fatto del male a lui,alla moglie e figlia appena nata.La fine e'triste e qui esce la classe di Spielberg.Il capo del Mossad non mangera'mai con l'eroe Avner forse PERCHE'SECONDO,ma anche questo non si capisce,pero' mentre parlano si intravedono nell'inquadratura le Torri gemelle che 29 anni dopo sono storia.Un film di bravura cinematografica!non era semplice da comporre ma tutt'ora si puo'discutere con le varie opinioni in sedi universitarie.Non e'poco eh!
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jacopo b98
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martedì 21 aprile 2015
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un film imponente e importante,a suo modo riuscito
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Nel 1972 alle Olimpiadi di Monaco un gruppo di terroristi palestinesi prende in ostaggio e uccide 11 membri della squadra olimpica di Israele. Subito dopo gli eventi il primo ministro israeliano Golda Meir (Cohen) arruola una squadra formata da cinque persone per vendicare i morti di Monaco. I vertici del Mossad indicano 11 obiettivi sensibili per la squadra: vertici del terrorismo palestinese, in qualche modo implicati nell’attentato. Dal romanzo Vendetta di George Jonas, adattato da Tony Kushner (premio Pulitzer) e Eric Roth, Spielberg ha tratto la sua opera più complessa e ambiziosa tra quelle realizzate negli anni 2000. È un film di domande, innanzitutto, che vuole mettere in campo tante questioni tutt’altro che semplici e vuole essere in un qualche modo il film definitivo sull’eterno conflitto israelo-palestinese, proprio perché non dà ragione né a Israele né alla Palestina, ma sceglie di non schierarsi e non dare risposte, lasciandole allo spettatore.
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Nel 1972 alle Olimpiadi di Monaco un gruppo di terroristi palestinesi prende in ostaggio e uccide 11 membri della squadra olimpica di Israele. Subito dopo gli eventi il primo ministro israeliano Golda Meir (Cohen) arruola una squadra formata da cinque persone per vendicare i morti di Monaco. I vertici del Mossad indicano 11 obiettivi sensibili per la squadra: vertici del terrorismo palestinese, in qualche modo implicati nell’attentato. Dal romanzo Vendetta di George Jonas, adattato da Tony Kushner (premio Pulitzer) e Eric Roth, Spielberg ha tratto la sua opera più complessa e ambiziosa tra quelle realizzate negli anni 2000. È un film di domande, innanzitutto, che vuole mettere in campo tante questioni tutt’altro che semplici e vuole essere in un qualche modo il film definitivo sull’eterno conflitto israelo-palestinese, proprio perché non dà ragione né a Israele né alla Palestina, ma sceglie di non schierarsi e non dare risposte, lasciandole allo spettatore. Tutto questo è solo il fulcro di un film complesso e stratificato, lungo e difficile, e soprattutto coraggioso: Spielberg si è preso i suoi rischi, non possiamo negarlo. Ma con ciò Munich non riesce ad essere ciò che aspirerebbe ad essere, e molto spesso finisce per diventare un semplice film di spionaggio, avvincente, violento, girato con indubbio stile e innata maestria. Le riflessioni spesso si perdono per strada, la storia collassa su se stessa in non pochi punti, ma è innegabile che allo stesso tempo non manchino sequenze riuscite e che un film domanda come questo meriti rispetto e attenzione. In non poche scene si ha quasi l’impressione che Spielberg e la sua squadra siano visibilmente in imbarazzo con la materia trattata: è quasi come se Hollywood si stia finalmente confrontando con grandi temi e grandi domande e ne sia quasi mortificata. Fotografia di Janusz Kaminski, musica di John Williams.
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tarantinofan96
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sabato 27 dicembre 2014
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munich
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Filmone di Spielberg, privo dei soliti buonismi e delle solite retoriche tipiche del suo cinema. Un film violento, cupo e intriso di un pessimismo non comune che dimostra come in guerra non esistano innocenti. Ovviamente flop ai botteghini alla sua uscita e snobbato da molti, anche tutt'ora. Questo dimostra come il pubblico non sappia riconoscere i veri grandi film [+]
Filmone di Spielberg, privo dei soliti buonismi e delle solite retoriche tipiche del suo cinema. Un film violento, cupo e intriso di un pessimismo non comune che dimostra come in guerra non esistano innocenti. Ovviamente flop ai botteghini alla sua uscita e snobbato da molti, anche tutt'ora. Questo dimostra come il pubblico non sappia riconoscere i veri grandi film di Spielberg, ma al contrario continui elogiare film come La Guerra dei Mondi, Salvate il soldato Ryan, The Terminal, Amistad e altri, che saranno anche fatti bene tecnicamente (perché Spielberg sa girare ed è inutile negarlo), ma rimangono film pieni di retorica e di buonismi fatti apposta per piacere al pubblico.
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sperty
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sabato 26 aprile 2014
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ahahah
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Hai perfettamente ragione. Ovviamente non parlo della recensione del film ma della frase che più mi ha sorpreso, poiché la pensi proprio come me. Il nuovo RACCAPRICCIANTE Bond, hai perfettamente ragione! Complimente
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cizeta
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sabato 15 marzo 2014
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imparziale
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Monaco 1972, in tanti conoscono questa data: primum per le olimpiadi in terra di Baviera, deinde per il tragico evento in cui morirono 17 persone (11 atleti israeliani, 1 tedesco e 5 terroristi arabai); la pellicola fiorisce dall'idea del primo ministro israeliano di vendicare la tragedia olimpionica dando autorizzazione al Mossad, il celebre servizio segreto di Tel Aviv, di dare la caccia ai mandanti del massacro di Monaco.
Viene ingaggiato l'agente Kaufmann che capeggerà un gruppo ristretto di collaboratori per portare a termine la missione: uccidere 11 personaggi di spicco dell'organizzazione di terrorismo arabo Settembre Nero.
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Monaco 1972, in tanti conoscono questa data: primum per le olimpiadi in terra di Baviera, deinde per il tragico evento in cui morirono 17 persone (11 atleti israeliani, 1 tedesco e 5 terroristi arabai); la pellicola fiorisce dall'idea del primo ministro israeliano di vendicare la tragedia olimpionica dando autorizzazione al Mossad, il celebre servizio segreto di Tel Aviv, di dare la caccia ai mandanti del massacro di Monaco.
Viene ingaggiato l'agente Kaufmann che capeggerà un gruppo ristretto di collaboratori per portare a termine la missione: uccidere 11 personaggi di spicco dell'organizzazione di terrorismo arabo Settembre Nero. Kaufmann, totalmente impreparato a tali tipo di missioni, si rivelerà cinico e determinato a portare a termine l'operazione; ciò lo porterà, però, come un rovescio della medaglia, a non essere mai sicuro, vivendo in una sorta di ipocondria sociale in cui dubita di tutto e di tutti fino a credere che lo stesso Mossad, dopo i numerosi assasini da lui effettuati, lo voglia togliere di mezzo.
Voto personale: 6,5
Spielberg riesce bene a rimare equidistante dalle due ideologie, nonostante egli sia ebreo... questo è sicuramente un bene. è pregievole anche la figura di un Kaufmann prossimo padre, piegato in due dalla voglia di tornare a casa dalla amata (e bellissima) moglie e dalla figlia appena nata. I personaggi sono caratterizzati bene, in particolar modo Ephraim (l'eccelso Geoffrey Rush) e l'agente Steve (Daniel Craig).
Cosa ha portato ha portato ad un voto così basso?
L'interpretazione assolutamente scadente di Eric Bana, deludente e per niente nella parte... il doppiaggio italiano, scandaloso ed inascoltabile... la scenografia: non credo che il buon e ricco Spielberg non avesse a disposizione necessaria $ per girare realmente a Roma, Atene, Parigi e Monaco.
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gianmarco.diroma
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mercoledì 13 febbraio 2013
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action movie!
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Esistono gli atti di forza, esistono gli atti di potere, le semplici azioni e gli atti di fede. Dove per atti di fede si possono intendere anche quelle azioni ad alto contenuto di fedeltà nei confronti di un'idea o un principio. Esistono le uccisioni, gli omicidi e le esecuzioni. Ed è in questa terra di mezzo dove l'uccidere, ovvero quello che per molti è un vero e proprio peccato, una terra dove l'uccisione scientifica e sistematica dialoga fittamente con un senso di giustizia che va a braccetto per Israele con la difesa del proprio Stato, della prorpia nazione, frutto acerbo, pagato a caro prezzo, con un numero altissimo di vittime, frutto a loro volta di diaspore, segregazioni, persecuzioni e campi di concentramento, che prende corpo l'azione costruttrice di valore e distruttrice di vite umane dei protagonisti di Munich: uomini messi insieme per rispondere in maniera decisa e convinta ai "tragici fatti" di Monaco '72, quando "Settembre Nero", organizzazione terrorostica palestinese, colpisce al cuore di un evento mediatico di caratura mondiale quali sono le Olimpiadi.
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Esistono gli atti di forza, esistono gli atti di potere, le semplici azioni e gli atti di fede. Dove per atti di fede si possono intendere anche quelle azioni ad alto contenuto di fedeltà nei confronti di un'idea o un principio. Esistono le uccisioni, gli omicidi e le esecuzioni. Ed è in questa terra di mezzo dove l'uccidere, ovvero quello che per molti è un vero e proprio peccato, una terra dove l'uccisione scientifica e sistematica dialoga fittamente con un senso di giustizia che va a braccetto per Israele con la difesa del proprio Stato, della prorpia nazione, frutto acerbo, pagato a caro prezzo, con un numero altissimo di vittime, frutto a loro volta di diaspore, segregazioni, persecuzioni e campi di concentramento, che prende corpo l'azione costruttrice di valore e distruttrice di vite umane dei protagonisti di Munich: uomini messi insieme per rispondere in maniera decisa e convinta ai "tragici fatti" di Monaco '72, quando "Settembre Nero", organizzazione terrorostica palestinese, colpisce al cuore di un evento mediatico di caratura mondiale quali sono le Olimpiadi. Difficile districarsi in un matiera rovente come questa, dove non basterebbero tutti i libri del mondo per riuscire a decidere con fermezza da che parte stare in un conflitto che ripropone sempre lo stesso dilemma: "ma è nato prima l'uovo o la gallina"? Meglio stare dalla parte del cinema quindi, quella macchina industriale di vecchia data, dove anche le più gravi e dolorose tragedie della storia possono essere raccontate ed in qualche modo esorcizzate e ricordate. Un film quindi, Munich, che potrebbe essere descritto non tanto come un semplice film drammatico (parola contenuto che contiene una miriade di sottogeneri) quanto come un film d'azione. Infatti la forza del film sta molto nella sua capacità di raccontare le avventure a tratti rocambolesche di questa lenta - ma neanche tanto - deriva di fine XX° secolo dei "Quattro dell'Apocalisse" o magari anche dei "Sette samurai" tanto per rispetto della cosiddetta par condicio in tempo di elezioni. La tensione è spesso palpabile, anche se mai insostenibile (come magari poteva succedere nel finale a luci spente de "Il silenzio degli innocenti"), il principio di immedesimazione funziona alla perfezione senza però causare possibili strappi con la realtà (come magari potrebbe succedere con i mondi di Lynch o con le atmosfere rarefatte ed evanescenti di Wong Kar-Wai) e l'intrattenimento (alto intrattenimento!) è assicurato.
Un film, una sequenza: quella in cui l'atto di fede ad un principio o un'idea permette al protagonista interpretato da Eric Bana di salvarsi da morte se non certa, di sicuro molto probabile. Quando a Londra, dopo aver fallito per la prima volta, seduto al bar di un albergo chic, pensieroso sulle prossime mosse, rimane inebriato dal profumo di una bellissima donna che gli siede di poco lontano. La tentazione è fortissima, ma il pensiero della moglie e della figlia a casa lo trattengono. Un'esitazione, in questo caso, che gli permetteerà di salvarsi. Quando tornerà poco dopo infatti al bar, non troverà più "l'oscuro oggetto del suo desiderio", il quale, appartatosi in camera con un altro della squadra, Carl/Ciarán Hinds, lo ucciderà. Come dire: un banalissimo esempio di come, almeno in tempo di guerra, almeno in un film, la fedeltà coniugale possa salvare la vita.
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tiamaster
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sabato 17 dicembre 2011
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quasi un capolavoro...
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Questa volta c'è mancato davvero poco per fare un film memorabile,un capolavoro,ma manca qualcosa...quelle cose che separano un bel film da un capolavoro.Spielberg racconta le olimpiadi di monaco 1972 e del suo attacco terroristico con immensa maestria e un buon cast,tra cui spicca geoffrey rush,grande attore.Il film e abbastanza lento,ma comunque non annoia lo spettatore,anzi,lo coinvolge in una storia coinvolgente proprio perchè accaduta davvero.Spielberg è un grande regista,e di passi falsi ne ha fatti davvero pochi,munich non è uno di questi.Bella la sceneggiatura e il montaggio.
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ultimoboyscout
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giovedì 28 luglio 2011
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spielberg non è mai banale.
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Un vortice pazzesco di pathos e tensione, tra impicci, imbrogli, accordi sottobanco e morti ammazzati per "giusta causa". Film che genera confronti e discussioni, di cui si potrebbe dire tutto e il contrario di tutto e soprattutto non si potrebbe dar torto a nessuno perchè tutti hanno ragione. Si perchè la pellicola è complicata e coraggiosa, Spielberg ha mantenuto un distacco quasi glaciale, rimanendo al di sopra delle parti in maniera netta, ma il non prendere posizione spesso scontenta tutti. E' costruito come un thriller vecchio stile, a volte approssimativo nelle ricostruzioni ma di impatto psicologico impressionante, il cast è di livello, peccato solo per la scelta di Bana come protagonosta, attore che non apprezzo del tutto, troppo piatto nella sua interpretazione di un leader poco trascinante, poco affascinante, poco leader insomma, troppo comprensivo nei confronti di un nemico a cui avrebbe dovuto giurare vendetta e che invece ha finito col capire, non giustificare ma comprendere e che l'ha irrimediabilmente cambiato.
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Un vortice pazzesco di pathos e tensione, tra impicci, imbrogli, accordi sottobanco e morti ammazzati per "giusta causa". Film che genera confronti e discussioni, di cui si potrebbe dire tutto e il contrario di tutto e soprattutto non si potrebbe dar torto a nessuno perchè tutti hanno ragione. Si perchè la pellicola è complicata e coraggiosa, Spielberg ha mantenuto un distacco quasi glaciale, rimanendo al di sopra delle parti in maniera netta, ma il non prendere posizione spesso scontenta tutti. E' costruito come un thriller vecchio stile, a volte approssimativo nelle ricostruzioni ma di impatto psicologico impressionante, il cast è di livello, peccato solo per la scelta di Bana come protagonosta, attore che non apprezzo del tutto, troppo piatto nella sua interpretazione di un leader poco trascinante, poco affascinante, poco leader insomma, troppo comprensivo nei confronti di un nemico a cui avrebbe dovuto giurare vendetta e che invece ha finito col capire, non giustificare ma comprendere e che l'ha irrimediabilmente cambiato. Pone molte domande, fa riflettere ma non si ottengono le dovute risposte: dove finisce la giustizia e inizia la vendetta? Il fine giustifica i mezzi...sempre? Nonostante la durata non annoia e si fa forza della sua grandissima scomodità. Non a caso alla sua uscita venne trattato quasi a livello di un taboo. Qualche omissione c'è ma resta indubbio il valore di un film robusto, consistente e di cui quattro righe come le mie non riescono a spiegarne i troppi perchè. Di cattivo gusto la scena di Bana che fa l'amore e contemporaneamente passano gli attimi della strage in aeroporto.
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