luca scialo
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domenica 9 gennaio 2022
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una giustiziera delle prostitute
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Nel suo esordio alla regia, Patty Jenkins ha subito le idee chiare su quale binario viaggerà la sua filmografia: parlare di donne, ma non dipingendole in modo aureo o celestiale, bensì come figure combattive, incattivite dalla vita. Nella sua prima pellicola, narra la storia vera di Aileen Wuornos, una prostituta condannata a morte per sei omicidi e giustiziata in Florida nel 2002. Ad interpretarla una irriconoscibile Charlize Theron, straordinaria nella sua interpretazione. Ottima anche la spalla di Christina Ricci, nel ruolo di Selby. Che ne diventerà compagna nella vita e complice, almeno fino all'epilogo finale. Pur con qualche pecca, il film riesce a trasmettere una forte carica emotiva.
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Nel suo esordio alla regia, Patty Jenkins ha subito le idee chiare su quale binario viaggerà la sua filmografia: parlare di donne, ma non dipingendole in modo aureo o celestiale, bensì come figure combattive, incattivite dalla vita. Nella sua prima pellicola, narra la storia vera di Aileen Wuornos, una prostituta condannata a morte per sei omicidi e giustiziata in Florida nel 2002. Ad interpretarla una irriconoscibile Charlize Theron, straordinaria nella sua interpretazione. Ottima anche la spalla di Christina Ricci, nel ruolo di Selby. Che ne diventerà compagna nella vita e complice, almeno fino all'epilogo finale. Pur con qualche pecca, il film riesce a trasmettere una forte carica emotiva. Cercando di giustificare la protagonista per quanto commesso. Ma anche per quanto possibile.
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carloalberto
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martedì 24 agosto 2021
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le 5 stelle sono per la theron
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Charlize Theron è il vero mostro, un mostro di bravura. Una performance attoriale come se ne contano sulle dita di una sola mano nella storia del cinema, paragonabile a quella di Joaquin Phoenix in Joker o a quella di De Niro in Taxi Driver, con la differenza che la Theron è chiamata ad un’impresa quasi impossibile, ovvero restituire dignità umana ad un personaggio altrimenti destinato ad essere archiviato nella cronaca nera e ricordato con orrore e disgusto. La Theron non impersona un’antieroina simbolo di una rivolta mancata come Phoenix e De Niro, bensì una povera donna traumatizzata da un’infanzia difficile che diventa serial killer per caso, non desta una segreta ammirazione, non suscita empatia, ma solo una pietà di circostanza, una commiserazione distaccata e l’inevitabile condanna morale che giunge prima di quella processuale.
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Charlize Theron è il vero mostro, un mostro di bravura. Una performance attoriale come se ne contano sulle dita di una sola mano nella storia del cinema, paragonabile a quella di Joaquin Phoenix in Joker o a quella di De Niro in Taxi Driver, con la differenza che la Theron è chiamata ad un’impresa quasi impossibile, ovvero restituire dignità umana ad un personaggio altrimenti destinato ad essere archiviato nella cronaca nera e ricordato con orrore e disgusto. La Theron non impersona un’antieroina simbolo di una rivolta mancata come Phoenix e De Niro, bensì una povera donna traumatizzata da un’infanzia difficile che diventa serial killer per caso, non desta una segreta ammirazione, non suscita empatia, ma solo una pietà di circostanza, una commiserazione distaccata e l’inevitabile condanna morale che giunge prima di quella processuale.
La regia in questi casi è semplice, basta assicurarsi che la cinepresa non si perda nulla della straordinaria fisicità trasformista della Theron, della forza drammatica che si sprigiona da ogni muscolo del suo viso in una recitazione che si avvale di una padronanza della mimica facciale impressionante.
Tutto il resto è noia, un plot ispirato ad una storia di cronaca nera, una buona colonna sonora, attori di contorno e comparse maschili nella parte di vittime varie, una scenografia minimalista, fatta di squallidi motel, pub affollati di gente persa, e le lunghe vuote desolate strade americane, ai cui margini vaga la protagonista in cerca di clienti.
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elgatoloco
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giovedì 20 agosto 2020
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film comunque di notevole interesse
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"MOnster"di Patty Jenkins(anche autrice di soggetto e sceneggiatura, 2003)è un film "shock"ma di grande interesse, psicologico e comunque drammatico in senso ampio. Trucco a parte, riuscitissimo, questo film, che comunque non rincorre il"gore"e comunque il truculento "in ogni senso", ma sa discerenere e dunque optare per le soluzioni più opportune, è film che sa scendere nelle"profondità più ime"dell'aberrazione umana, senza scadere nel disgustoso"purché sia"e senza voler "provocare"inutilmente. IN qualche modo il film, che è apprezzabile per la"trasformazione"della protagonista, Charlize Theron(può essere che questo"Monster"sia finora la sua migliore interpretazione in assoluto), che qui diviene(seguendo il "metodo"di tradizione stanislawskijana dell'identificazione con il personaggio)una prostiuta pluriomicida, vede comunque anche co-interpreti di notevolissima statura, come Christina Ricci e Bruce Dern, ma rimane comunque un vero e proprio"assolo"della Theron, che sa realizzare una"discesa agli inferi"per nulla compiaciuta, ma rispettosa del pubblico e del cinema.
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"MOnster"di Patty Jenkins(anche autrice di soggetto e sceneggiatura, 2003)è un film "shock"ma di grande interesse, psicologico e comunque drammatico in senso ampio. Trucco a parte, riuscitissimo, questo film, che comunque non rincorre il"gore"e comunque il truculento "in ogni senso", ma sa discerenere e dunque optare per le soluzioni più opportune, è film che sa scendere nelle"profondità più ime"dell'aberrazione umana, senza scadere nel disgustoso"purché sia"e senza voler "provocare"inutilmente. IN qualche modo il film, che è apprezzabile per la"trasformazione"della protagonista, Charlize Theron(può essere che questo"Monster"sia finora la sua migliore interpretazione in assoluto), che qui diviene(seguendo il "metodo"di tradizione stanislawskijana dell'identificazione con il personaggio)una prostiuta pluriomicida, vede comunque anche co-interpreti di notevolissima statura, come Christina Ricci e Bruce Dern, ma rimane comunque un vero e proprio"assolo"della Theron, che sa realizzare una"discesa agli inferi"per nulla compiaciuta, ma rispettosa del pubblico e del cinema. Non è dato sapere fino a che punto il film sia e si sia ispirato a un fatto reale(true story),ma rimane il fatto che è un film che si muove oltre e sopra la retorica dell'horror"cercato"-scovato, che i richiami a situazioni "mostruose"(un tempo vari circhi, ma anche fiere sopratutto negli States, hanno esibito veri e propri"mostri"veri o talora anche"resi tali"dal trucco e il cinema espressionista per non poco tempo ha in quzlche modo"cavalcato la tigre")non sono morbosi né voluti, ma risultano quasi"naturalmente", in una ricerca che non è in alcun modo compiaciuta . El Gato
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samanta
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lunedì 29 giugno 2020
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il buio nell''anima
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Il film del 2003 è tratto da una storia vera: quella di Aileen Wuornos condannata a morte nel 1991 per l'omicidio di 7 persone in Florida e giustiziata nel 2002.
Il film inizia nel 1989 quando Aileen (Charlize Theron) una prostituta di 33 anni incontra in un bar gay della Florida Shelby (Cristina Ricci) lesbica dapprima viene respinto l'approccio ma poi s'innamora di lei, la ragazza era stata mandata dai genitori che abitano nell'Ohio a casa di amici che la rimettessero in riga dopo che aveva creato scandalo perché aveva baciato una compagna di scuola, Selby (nella realtà si chiamava Tirio ed era cameriera da 5 anni nel bar) decide di non ritornare a casa e va a vivere con Aileen, spesso in camere di Motel.
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Il film del 2003 è tratto da una storia vera: quella di Aileen Wuornos condannata a morte nel 1991 per l'omicidio di 7 persone in Florida e giustiziata nel 2002.
Il film inizia nel 1989 quando Aileen (Charlize Theron) una prostituta di 33 anni incontra in un bar gay della Florida Shelby (Cristina Ricci) lesbica dapprima viene respinto l'approccio ma poi s'innamora di lei, la ragazza era stata mandata dai genitori che abitano nell'Ohio a casa di amici che la rimettessero in riga dopo che aveva creato scandalo perché aveva baciato una compagna di scuola, Selby (nella realtà si chiamava Tirio ed era cameriera da 5 anni nel bar) decide di non ritornare a casa e va a vivere con Aileen, spesso in camere di Motel. Aileen che ha ripreso l'attività di prostituta viene legata e brutalizata da un cliente che forse la vuole amazzare, ma essendo in possesso di una pistola lo uccide. Cerca di fare un lavoro normale, ma per il suo carattere scontroso riceve solo rifiuti, facendo la prostituta in preda a paranoia e schizofrenia uccide uno dopo l'altro, senza alcun motivo apparente, 6 persone, l'ultimo non era un cliente ma un buon'uomo impietosito che cercava di aiutarla e si era offerto di ospitarla in casa con il consenso della moglie. La polizia ormai sulle sue tracce l'arresta, ma non ha prove sufficienti, però convince Selby a collaborare che registra una telefonata in prigione con Aileen che confessa tutto e discolpa la ragazza (nella realtà furono ben 3 giorni di telefonate). Selby al processo accusa la compagna e così conquista l'immunità. Aileen verà giustiziata con un'iniezione letale 12 anni dopo.
Il film è lungo, lento e noioso , diretto da una regista Patty Jenkins al suo esordio nella regia cinematografica che non appare a suo agio nella direzione, in 18 anni ha poi diretto solo recentemente Wonder Woman (20179 e Wonder Woman 1984 (20120). Charlize Theron è stata osannata per la sua interpretazione ricevendo anche l'Oscar, ma non perchè è brava ma perché si è imbruttita fino a sembrare un mostro. In realtà è molto più brutta del personaggio reale a cui ha cercato di assomigliare, gonfiandosi il viso cun mascherone di plastica, mettendosi una protesi di plastica sui denti (la vera Aileen non li aveva così sporgenti). La Theron è bellissima e intelligente, ma come attrice è appena sufficiente. Basta considerare che nella finale dell'Oscar 2004 la rivale era Naomi Watts con un film molto bello 21 grammi, confrontando le 2 interpretazioni si comprende come l'Oscar alla Theron fosse immeritato. Andando nel passato consiglio di vedere Non voglio morire interpretato con grande classe da Susan Hayword che prese l'Oscar, anche questo film racconta la storia, tratta dalla realtà, di una donna condannata per omicidio (probabilmente era innocente), e giustiziata.
Il regista nel nostro film non ha saputo ben collocare la vicenda rimanendo border line tra la compassione e la condanna di un comportamento criminale, con una sceneggiatura discontinua. Non si riflette molto sul passato della vera Aileen: un'infanzia disastrata, che sfociò, divenuta donna, in una serie di molteplici crimini (rapina, violenza, aggressioni). Probabilmente era una donna che aveva bisogno di cure psichiatriche e del manicomio criminale, invece il film si limita a sottolineare il legame morboso esistente tra lei e la giovane complice.
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lizzy
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domenica 17 maggio 2020
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un capolavoro...squallido
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Beh, che dire...
Leggendo certe recensioni mi par di sentire un ragazzino delle elementari dover commentare un film di Sorrentino.
Lui magari non capisce, un lavoro di Sorrentino, di per se, ha mille sfaccettature...
Ma qua parliamo di persone (si presuppone) della classe "Adulte & Vaccinate", quindi fa ancor più specie leggere certe critiche che lasciano (abbondantemente) il tempo che trovano.
E forse è da questo che dobbiamo cominciare a capire cosa ha portato la (reale) protagonista dei fatti narrati a diventare il "mostro" che è stata.
Gente che non vede oltre il proprio (minuscolo) naso, persone intolleranti a tutto quello che non è uguale a loro, elementi che se notano un problema non cercano di risolverlo: semplicemente lo appiopperanno ad altri.
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Beh, che dire...
Leggendo certe recensioni mi par di sentire un ragazzino delle elementari dover commentare un film di Sorrentino.
Lui magari non capisce, un lavoro di Sorrentino, di per se, ha mille sfaccettature...
Ma qua parliamo di persone (si presuppone) della classe "Adulte & Vaccinate", quindi fa ancor più specie leggere certe critiche che lasciano (abbondantemente) il tempo che trovano.
E forse è da questo che dobbiamo cominciare a capire cosa ha portato la (reale) protagonista dei fatti narrati a diventare il "mostro" che è stata.
Gente che non vede oltre il proprio (minuscolo) naso, persone intolleranti a tutto quello che non è uguale a loro, elementi che se notano un problema non cercano di risolverlo: semplicemente lo appiopperanno ad altri...
Io non giustifico in nessun modo,lo scellerato operato della (vera) protagonista, sia ben chiaro, ma una cosa volentieri gliela avrei evitata. La pena capitale.
Perchè una persona (letteralmente) devastata in quella orrenda maniera non doveva arrivare all' ultima crudeltà.
Sicuramente un percorso riabilitativo (senza però ridare mai la libertò) credo avrebbe potuto essere una cosa meno penalizzante per un anima che bruciava come quella.
Di Charlize Theron non se ne può nemmeno parlare: perfetta.
La Ricci ci prova e, anche se qua e la con qualche sbavatura, cerca di tenere testa a quel "mostro" di bravura della collega al quale un Oscar sarebbe stato anche meno del dovuto (non fosse altro che per il "mostruoso" sforzo fisico).
Il film riporta, in maniera molto efficace, lo squallido mondo della Wuornos, mondo che non è così distante da noi, mondo che possiamo ritrovare intorno solo girando la testa, più spesso che no.
Per il resto.. beh... la trama può piacere o non piacere, ma quando si lavora su (efferati) fatti reali c'è ben poco da "romanzare" onde evitare di deragliare dal binario principale.
Insomma...la Wuornos non è un eroina negativa, manco un eroina. La Wuornos è una povera disgraziata che non ha mai avuto una chance di una vita anche solo lontanamente normale.
E questo film è la radiografia perfetta di questo fatto.
Squallido e lucido.
Tutto il resto sono solo chiacchere...
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jonnylogan
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venerdì 28 giugno 2019
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chi è il vero mostro ?
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Prima del Ted Bundy portato di recente al cinema da Zac Efron fu Charlize Theron nel 2003 a gettarci in faccia il dramma di una delle più tristemente celebri serial killer di sesso femminile della storia impersonando Aileen Wuornos, la cui vita fece vacillare perfino le granitiche certezze a stelle e strisce riguardanti la pena capitale, a causa della chiara drammaticità nella quale vennero perpetrati i suoi omicidi. La Wuornos, descritta dalla regista e sceneggiatrice Patty Jenkins, qui alla sua prima pellicola, è una malcapitata sfuggita a una famiglia perversa e manesca e vittima di numerosi stupri favoriti da una disinibizione che celava il perenne desiderio di essere accettata e che lentamente l’avrebbe trascinata nel vortice della prostituzione.
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Prima del Ted Bundy portato di recente al cinema da Zac Efron fu Charlize Theron nel 2003 a gettarci in faccia il dramma di una delle più tristemente celebri serial killer di sesso femminile della storia impersonando Aileen Wuornos, la cui vita fece vacillare perfino le granitiche certezze a stelle e strisce riguardanti la pena capitale, a causa della chiara drammaticità nella quale vennero perpetrati i suoi omicidi. La Wuornos, descritta dalla regista e sceneggiatrice Patty Jenkins, qui alla sua prima pellicola, è una malcapitata sfuggita a una famiglia perversa e manesca e vittima di numerosi stupri favoriti da una disinibizione che celava il perenne desiderio di essere accettata e che lentamente l’avrebbe trascinata nel vortice della prostituzione. Solo l’incontro con una ragazza altrettanto problematica di nome Selby, e impersonata da Christina Ricci, seppero donare alla Wuornos un minimo di pace interiore quasi subito accantonata per dare libero sfogo a una scia di violenza nei confronti di uomini maneschi e depravati. Quindici chili di troppo e una protesi dentale sono stati sufficienti sia per cancellare le sembianze della modella Sudafricana, e catapultarla verso la statuetta degli Oscar, ma anche per trascinare gli spettatori lungo le polverose strade della provincia americana e portare al tempo stesso al cinema una storia fatta di sesso e botte, di prevaricazioni e ubriacature clamorose e di molti omicidi nati sull’onda di una vendetta nei confronti di un mondo maschile incapace di accettare la protagonista, improvvisamente passata dal ruolo di vittima a quello di carnefice e per il quale è inevitabile provare una sorta di comprensione. Film duro e che non lascia veramente nulla alla spettacolarizzazione. La Theron, anche nel ruolo di produttrice, si trasforma in una Aileen Wuornos ben più credibile dell’originale e forse è proprio in questo, e a visione ultimata, che ci si accorge di quanto la narrazione poggi il proprio successo e interesse quasi esclusivamente sulle spalle della protagonista e molto meno nelle pieghe di una storia comunque molto particolare.
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great steven
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giovedì 27 ottobre 2016
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il rigetto allo stupro diventa pazzia criminale.
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MONSTER (USA, 2003) diretto da PATTY JENKINS. Interpretato da CHARLIZE THERON, CHRISTINA RICCI, BRUCE DERN, SCOTT WILSON, LEE TERGESEN, ANNIE CORLEY, PRUITT TAYLOR VINCE
Basato su un fatto di cronaca nera realmente avvenuto. Aileen Wuornos è una prostituta, e batte il marciapiede da quando, all’età di soli tredici anni, il padre si suicidò, lasciando lei e i numerosi fratelli in miseria.
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MONSTER (USA, 2003) diretto da PATTY JENKINS. Interpretato da CHARLIZE THERON, CHRISTINA RICCI, BRUCE DERN, SCOTT WILSON, LEE TERGESEN, ANNIE CORLEY, PRUITT TAYLOR VINCE
Basato su un fatto di cronaca nera realmente avvenuto. Aileen Wuornos è una prostituta, e batte il marciapiede da quando, all’età di soli tredici anni, il padre si suicidò, lasciando lei e i numerosi fratelli in miseria. Non avendo alcun altro sistema che svendere il proprio corpo per sbarcare il lunario, Aileen si rassegna e tira avanti alla giornata passando da un cliente all’altro finché, una notte, un uomo non tenta di usarle violenza prima ancora di cominciare il rapporto, e la donna, per difendersi, è costretta ad ucciderlo. L’episodio scatena in lei un principio di grave instabilità mentale che la conduce, successivamente, a commettere altri omicidi. Le cose sembrano iniziare a girare per il verso giusto quando conosce per caso, ad un party in discoteca, la giovane Selby, ragazza educata in una famiglia cattolicissima, lontana dai genitori per un equivoco e attualmente residente presso amici del padre, che è l’unica persona, in tutta la vita della meretrice, a mostrarle affetto e attenzione e a non guardarla dall’alto in basso. Per lei Aileen decide di sacrificare ogni cosa, perfino il suo mestiere: ma in seguito è obbligata a ritornare sulla strada, perché la mancanza di titoli di studio e i modi non proprio gentilissimi le impediscono di trovare una professione onesta. Per giunta, la scarsa fortuna di Aileen si manifesta anche nell’obbligo a dover vivere costantemente in fuga, in quanto l’amore, felicemente ricambiato, per Selby, la mette in condizione di allargare ulteriormente la scia di sangue alle sue spalle. Dopo aver cambiato numerose stanze di motel e innumerevoli automobili, Aileen sale alla ribalta dei giornali come la misteriosa serial killer che ha già sterminato sette uomini e, grazie anche all’aiuto che il suo protettore Thomas fornisce alla polizia e alla testimonianza che Selby viene costretta a rilasciare alle forze dell’ordine, l’assassina viene arrestata e incarcerata. La pena di morte vien eseguita il 9 ottobre 2002, dopo dodici anni trascorsi dalla Wuornos nel braccio della morte. Film duro, rigoroso, violento mai più dello stretto necessario e mai volgare, nonostante il ricorso abbondante al turpiloquio, è da apprezzare per il suo cospicuo valore di documento psichiatrico che ritrae l’identikit di una persona che è precipitata in una psicosi omicida, la quale non le ha cancellato per nulla una certa lucidità operativa, ma l’ha spinta a cercare la salvezza attraverso l’eliminazione fisica degli uomini, intesi come maschi, cioè coloro che ha sempre atavicamente detestato e verso i quali si è dovuta continuamente inchinare per soddisfarne i desideri carnali; il che non serve a ripristinare la sua moralità, ormai perduta in modo definitivo, ma funziona piuttosto come biglietto da visita di una donna il cui unico desiderio, fino al giorno della morte, è stato quello di ricevere amore, desiderio mai appagato o appagato solamente nei pochi mesi che poté vivere fianco a fianco con una ragazza dal braccio ingessato, impossibilitata a lavorare e reduce da uno spiacevole scontro verbale con la famiglia, ma che si è sentita in dovere di contraccambiarle un affetto sincero e incondizionato, soprattutto senza pretendere sacrifici da lei (benché la Wuornos ne abbia compiuti comunque, e innumerevoli, di sua spontanea volontà, col solo obiettivo di render felice Selby), ma soltanto con la voglia profonda in mente e nel cuore di vederla serena e priva di turbolenze. Imbruttita pesantemente e ingrassata di quindici kilogrammi, la Theron è la carta vincente di un thriller fuori dagli schemi che non smette di sorprendere dalla prima all’ultima battuta e fin anche all’ultima sequenza, sfoderando una cattiveria non certo abituale per i suoi ruoli precedenti, ma anche una rabbia di essere umano femminile, stuprato tanto nel corpo quanto nell’anima, che non ha mai potuto scegliere l’esistenza da condurre, né gli affetti imprescindibili con cui condividere un angolo, un momento, un frammento di tranquillità, pace e magari anche allegria. P. Jenkins, autrice e sceneggiatrice di questa storia vera, non trasforma le due protagoniste in due novelle Thelma & Louise, sebbene il rischio di questo esperimento si sia presentato a più riprese, ma le rende piuttosto complici di un destino che le porterà inevitabilmente a separarsi perché il loro amore non può maturare buoni frutti, dal momento che Aileen commette assassinii a sangue freddo per placare le sevizie che la sua mente malata e turbata le suggerisce, e Selby se ne rende silenziosa complice perché non vuole perdere una persona cara finalmente trovata dopo averla cercata a lungo e senza esito. Il carattere convinto e la determinazione recitativa di C. Ricci, unite alle doti sopracitate di una Theron giustamente premiata con l’Oscar alla miglior attrice alla cerimonia del 2004, consentono lo sviluppo mordace e florido di duetti imperdibili. Nel repertorio maschile, spicca alla grande B. Dern nel ruolo del compassato ma furbo pappone che alla fine permette alla polizia di incriminare la prima assassina seriale donna nella storia criminale degli USA.
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francesco totti
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venerdì 23 gennaio 2015
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un film commovente e che ti prende dall'inizio
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Che film. Irripetibile con Charlize Theron forza della natura immdesimata nel personaggio alla perfezione e meritando un Oscar più che d'oro. Racconta le sofferenze di una donna e Charlize Theron ti mette un'amore nell'anima.
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filippo catani
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mercoledì 16 ottobre 2013
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un amore impossibile
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Una prostituta americana vive di espedienti e giunge vicina ad accarezzare l'idea del suicidio se non fosse per un casuale incontro con una giovane ragazza in un locale gay. La giovane è in fuga dalla propria famiglia benestante e religiosissima che ovviamente vede come aberrante il fatto che l'amata figlia possa essere lesbica. Le due decidono allora di andare a vivere insieme ma la prostituta si trasformerà in una terribile serial killer. Da una storia vera.
Questo film ci restituisce con grande chiarezza il rovescio della medaglia dell'American dream. Una giovane e bella ragazza coltiva fin da giovane il sogno di diventare o una modella o un'attrice. Il problema è che la sua infanzia viene sconvolta da ogni genere di violenza fisica e sessuale.
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Una prostituta americana vive di espedienti e giunge vicina ad accarezzare l'idea del suicidio se non fosse per un casuale incontro con una giovane ragazza in un locale gay. La giovane è in fuga dalla propria famiglia benestante e religiosissima che ovviamente vede come aberrante il fatto che l'amata figlia possa essere lesbica. Le due decidono allora di andare a vivere insieme ma la prostituta si trasformerà in una terribile serial killer. Da una storia vera.
Questo film ci restituisce con grande chiarezza il rovescio della medaglia dell'American dream. Una giovane e bella ragazza coltiva fin da giovane il sogno di diventare o una modella o un'attrice. Il problema è che la sua infanzia viene sconvolta da ogni genere di violenza fisica e sessuale. Dall'altra parte la classica famiglia perbenista, ricca e religiosissima che si ritrova una "pecora nera" in casa. Detto questo due personalità così diverse finiscono per attrarsi in un primo momento e poi finiscono per costruire un rapporto senza scampo. La prostituta almeno inizialmente spara ad un cliente che cercava di violentarla brutalmente ma poi ci prende gusto e uccide clienti per rapinarli. Un caso che sconvolse l'America e che si risolse con la cattura delle due e l'esecuzione della prostitua che si assunse tutte le responsabilità dei misfatti per scagionare la compagna. Il film quindi ci restituisce impietosamente la visione di un mondo borderline fatto di bettole travestite da bar di pessima fama, clienti più o meno violenti e insomma non a tutti è concessa una seconda possibilità o quantomeno quella di provare a cambiare vita. Il film è impreziosito dalla straordinaria interpretazione della Theron che fece incetta di premi. Praticamente irriconoscibile con i capelli in disordine e il volto tumefatto dalle percosse e un'anima cupa per i sogni che ha visto svanire in tenera età. Molto brava anche la Ricci. Un film che non vuole assolutamente essere assolutorio ma che offre una panoramica più ampia per mostrare dove e come si sono sviluppati i tragici fatti.
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iosonosilvia! =d
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martedì 20 novembre 2012
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film profondissimo
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Un film profondissimo...emozionante, toccante, duro, tragico. Monster resta uno dei miei film preferiti. Charlize è stata grandiosa, perchè a parte la trasformazione fisica molto ben riuscita, è stata capace di entrare nel profondo dell'animo e della psiche del suo personaggio, vivendo il suo dolore, la sua disperazione, la sua rabbia...un film che tocca vari temi:giustizia, società, pregiudizi, morale, coscienza, violenza fisica e psicologica, solitudine, bisogno di avere qualcuno accanto che possa amarci...un film dal finale drammatico, ma che lascia al pubblico la facoltà di decidere come "etichettare" la protagonista e come considerare le sue azioni.
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Un film profondissimo...emozionante, toccante, duro, tragico. Monster resta uno dei miei film preferiti. Charlize è stata grandiosa, perchè a parte la trasformazione fisica molto ben riuscita, è stata capace di entrare nel profondo dell'animo e della psiche del suo personaggio, vivendo il suo dolore, la sua disperazione, la sua rabbia...un film che tocca vari temi:giustizia, società, pregiudizi, morale, coscienza, violenza fisica e psicologica, solitudine, bisogno di avere qualcuno accanto che possa amarci...un film dal finale drammatico, ma che lascia al pubblico la facoltà di decidere come "etichettare" la protagonista e come considerare le sue azioni...
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