fedeleto
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domenica 5 marzo 2017
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il bandito venuto dalla guerra
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Ernesto è tornato in Italia dopo aver combattuto in guerra, al suo ritorno trova un paese gravemente ferito, la madre è morta, la sorella è diventata una prostituta, così conosce Lidia, ed entra nella malavita diventando un boss, ma la malasorte non è finita..Alberto Lattuada( la freccia nel fianco) dirige un film tra neorealismo e noir, la fotografia di Aldo Tonti è ottima e dona quel clima oscuro, gli attori sono azzeccati e Anna Magnani come femme fatale è migliore del previsto, il personaggio di Ernesto è la vittima contro cui si accanisce il fato, per lui la guerra è finita ma continua quella della vita, sporca e senza ideali ( ma lui rimane comunque sensibile alla crudeltà) ma del resto come dice lui vuole soli uccidere perché è questo che sa fare in un mondo dove non vi è pietà( la scena del rifiuto del sussidio è eloquente quanto basta) e dunque prendere quella strada rimane l'unica alternativa.
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Ernesto è tornato in Italia dopo aver combattuto in guerra, al suo ritorno trova un paese gravemente ferito, la madre è morta, la sorella è diventata una prostituta, così conosce Lidia, ed entra nella malavita diventando un boss, ma la malasorte non è finita..Alberto Lattuada( la freccia nel fianco) dirige un film tra neorealismo e noir, la fotografia di Aldo Tonti è ottima e dona quel clima oscuro, gli attori sono azzeccati e Anna Magnani come femme fatale è migliore del previsto, il personaggio di Ernesto è la vittima contro cui si accanisce il fato, per lui la guerra è finita ma continua quella della vita, sporca e senza ideali ( ma lui rimane comunque sensibile alla crudeltà) ma del resto come dice lui vuole soli uccidere perché è questo che sa fare in un mondo dove non vi è pietà( la scena del rifiuto del sussidio è eloquente quanto basta) e dunque prendere quella strada rimane l'unica alternativa. Il tema del passato viene ritrasposto nel presente e rimane un cerchio dal quale non si può uscire. Soggetto di Lattuada e sceneggiatura a più mani (Biancoli,Caudana,Margadonna,Lattuada,Pinelli,Tellini).In un periodo in cui regna il neorealismo Lattuada ha il coraggio di uscire dal genere mantenendo alcune atmosfere (il paesaggio distrutto) ma allo stesso tempo trasformandole in un clima da gangster movie.Un ottimo film che merita un posto appropriato nella storia del cinema italiano.
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mirkaccio dettori
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venerdì 4 settembre 2015
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w l'italia! w usa! /\/\ hitler!
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Il dopoguerra in Italia viene immortalato attraverso diversi generi cinematografici che diventano strumentali a una lettura etica e si riassumono nelle frasi iniziali "W L'ITALIA", "W USA" e "/\/\ HITLER" scritte sul treno che riporta i soldati in Italia.
"W L'ITALIA": gli elementi del MELODRAMMA italiano si riscontrano in particolare nel personaggio di Carlo e nella sua famiglia, rappresentanti della massima purezza e della bontà dell'Italia rurale. Carlo parla di Ernesto, il protagonista, come del suo salvatore, di un vero amico e di un uomo generoso e straordinario. Sono il punto di partenza di Ernesto e potrebbero essere la soluzione alla sua perdizione.
"W USA": il protagonista si trova a zero, elemento caratterizzante della poetica della frontiera, e diventa un bandito.
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Il dopoguerra in Italia viene immortalato attraverso diversi generi cinematografici che diventano strumentali a una lettura etica e si riassumono nelle frasi iniziali "W L'ITALIA", "W USA" e "/\/\ HITLER" scritte sul treno che riporta i soldati in Italia.
"W L'ITALIA": gli elementi del MELODRAMMA italiano si riscontrano in particolare nel personaggio di Carlo e nella sua famiglia, rappresentanti della massima purezza e della bontà dell'Italia rurale. Carlo parla di Ernesto, il protagonista, come del suo salvatore, di un vero amico e di un uomo generoso e straordinario. Sono il punto di partenza di Ernesto e potrebbero essere la soluzione alla sua perdizione.
"W USA": il protagonista si trova a zero, elemento caratterizzante della poetica della frontiera, e diventa un bandito.
Brillantina, tipico abbigliamento da gangster, ha una vera e propria gang come nei classici gangster movie americani; la musica swing accompagna ogni azione del protagonista e della gang.
Tutta l'azione gangster pare girata secondo le linee guida del codice Hays che condizionò tutto il GANGSTER MOVIE classico americano, di cui esemplare è lo Scarface di H.Hawks, per cui le sparatorie sono sempre fuori campo e le armi si vedono solo senza sparare, a costo di brandirle come giocattoli pur di farle vedere.
"/\/\ HITLER": per gli intellettuali di quegli anni l'Espressionismo aveva rappresentato l'antinazismo; inoltre il cinema noir deriva dall'Espressionismo come adeguamento all'America della poetica del male sociale.
Il riferimento all'ESPRESSIONISMO si ha in particolare nel momento in cui il protagonista vive la tragica svolta che lo porterà ad essere un bandito. La Germania è quindi la chiave di volta per trasformare un buono in un malvivente. La perdizione del protagonista come vittima della società, le angolazioni e i giochi di ombre tra volti e scale, ci riportano a F.Lang, non per niente inventore sia dell'Espressionismo che del Noir americano.
C'è un'altra scritta sul treno "CERCASI MOGLIE ANCHE USATA" che ci fa intendere che siamo sempre alla COMMEDIA DELL'ARTE, che ogni personaggio è caratterizzato come una maschera e forse che anche i generi cinematografici sono attori della commedia.
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davide chiappetta
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domenica 1 aprile 2012
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nulla da invidiare ai noir americani
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A dire il vero i maestri registi italiani non hanno mai amato i noir italiani o se lo hanno fatto lo hanno mutuato in base alla loro sensibilità, gli unici che si cimentarono in queste imprese furono, per citare i più conosciuti, De Santis, Germi e Lattuada. Il 1946 era il periodo d'oro del neorealismo avviato con Ossessione di Visconti, e Lattuada mescola in questo film umori neorealistici con quelli gangster movie di chiara matrice americana; si deve pensare anche che è appena passato un anno dalla fine della guerra, ed è quello che mostra il film quasi in tempo reale, cioè il protagonista Nazzari che torna dalla guerra e trova tutto cambiato a partire dalla sua famiglia, e viene costretto suo malgrado ad unirsi ad una banda criminale il cui capo è Anna Magnani e uno dei membri è il grande Folco Lulli ('Il salario della paura').
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A dire il vero i maestri registi italiani non hanno mai amato i noir italiani o se lo hanno fatto lo hanno mutuato in base alla loro sensibilità, gli unici che si cimentarono in queste imprese furono, per citare i più conosciuti, De Santis, Germi e Lattuada. Il 1946 era il periodo d'oro del neorealismo avviato con Ossessione di Visconti, e Lattuada mescola in questo film umori neorealistici con quelli gangster movie di chiara matrice americana; si deve pensare anche che è appena passato un anno dalla fine della guerra, ed è quello che mostra il film quasi in tempo reale, cioè il protagonista Nazzari che torna dalla guerra e trova tutto cambiato a partire dalla sua famiglia, e viene costretto suo malgrado ad unirsi ad una banda criminale il cui capo è Anna Magnani e uno dei membri è il grande Folco Lulli ('Il salario della paura'). Lattuada gira uno dei suoi film piu perfetti per quel che riguarda movimenti di macchina, inquadratura stile di recitazione e scenografie che ricordano tanto anche il cinema espressionista tedesco, questo riuscita commistione di generi diversi che include anche il melodramma sarà difficile a trovarsi in altre sue opere e in opere di altri suoi colleghi coevi; in futuro da grande artista poliedrico via via si ridurrà a fare film di puro sapore alimentare.Questo movie è sorprendentemente ultramoderno per quel che riguarda il cinismo del protagonista diventato bandito per necessità, e la violenza è mostrata sullo schermo senza allusioni (ci sono scene di sparatorie a bruciapelo o cadaveri buttati da auto in corsa), qualche melodrammaticità di troppo in qualche sequenza che ricorda un pò troppo Matarazzo (forse anche per la presenza dello stesso Nazzari), e che stona un pochino per un film di questo genere e spessore, ma è un peccato che sia stato ignorato all'epoca dalla critica e forse anche fino a qualche decennio fa, un film sicuramente da riscoprire e da vedere, secondo me uno dei migliori gangster movie neorealistici mai girati in Italia tanto da competere con quelli di Hawks o i francesi Becker e Melville.
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giglioinfranto
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lunedì 28 luglio 2008
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solo una semplice esternazione
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Oggi ho visto 'il bandito' di Lattuada...un Amedeo Nazzari rude e toccante,una Magnani affascinante come sempre.
Bellissima la scena dell'incontro con la sorella, scontata la morte del protagoista,ma molto tenera l'ochetta nella mano di 'amedeo il bandito'.Sono solo un appassionata di cinema(sopratutto neorealista)e anche se nn sono un 'esperta,esprimo comunque il mio parere abbastnza positivo riguardo questo film.un saluto a tutti.
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michel
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venerdì 27 giugno 2008
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la guera fa i (bon) lader
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La guerra è finita, si torna a casa; sempre che le bombe liberatrici ti abbiano lasciato una casa o qualcosa. La mamma è morta, la sorella fa la magna de nöit e il lavoro onesto, se anche c’è, non paga. Il bell’Amedeo diventa bandito, ma onesto, si capisce. Il cammino lo porta, dritto dritto, verso il sacrificio che redime e scioglie le lagrime. Quasi documentaristico sulle prime, e sono forse i momenti migliori, incline al melodrammatico, poi. Lo spettacolo, un marlaitin m’rican, malgrado i luoghi comuni e, a tratti, una certa caneria recitativa, è garantito dal capace Lattuada e da una grande Magnani, banditesca vendicatrice.
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bibi
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giovedì 9 maggio 2002
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eleganza
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un film che non ha avuto la fortuna che avrebbe dovuto.una milano diversa, scene che non ho dimenticato:la festa con rapina. un amedeo in gran forma ed eleganza.non lo passano mai in TV PERCHè'
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