eugen
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giovedì 22 dicembre 2022
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perfetta fiaba filmica
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"E-T.-The Extra-Terrestrial"(Steven Spielberg, autore del soggetto, sceneggiatura di Melissa Mathison, 1982)e'una perfetta fiaba filmica, dove la famosa storia di ET: piccolo"UFO"che si perde tra le foreste calfiorniane, viene accolto da una familgia in crisi(non piu'di altre, invero), che viene ad avere difficolta'di vario tipo, che incontra vari percorsi xonoscritivi, ma soprattutto ne propne parecchi(uso della"magia", in particolare), ha una forza di coinvolgimento emotivo indubbia, dato che non e0', in nessun caso, un film"larmoyant", ma capace di toccare i "gangli scoperti"del"tessuto emozionale"di ogni persona, a meno che non si trovi in condizioni di cattiveria totale, di cinismo aprioristicamente costruito o "atavco"(quando in realta'sappiamo che e'un meccanismo di autodifsa, una"turris eburnea"costruita ad hoc.
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"E-T.-The Extra-Terrestrial"(Steven Spielberg, autore del soggetto, sceneggiatura di Melissa Mathison, 1982)e'una perfetta fiaba filmica, dove la famosa storia di ET: piccolo"UFO"che si perde tra le foreste calfiorniane, viene accolto da una familgia in crisi(non piu'di altre, invero), che viene ad avere difficolta'di vario tipo, che incontra vari percorsi xonoscritivi, ma soprattutto ne propne parecchi(uso della"magia", in particolare), ha una forza di coinvolgimento emotivo indubbia, dato che non e0', in nessun caso, un film"larmoyant", ma capace di toccare i "gangli scoperti"del"tessuto emozionale"di ogni persona, a meno che non si trovi in condizioni di cattiveria totale, di cinismo aprioristicamente costruito o "atavco"(quando in realta'sappiamo che e'un meccanismo di autodifsa, una"turris eburnea"costruita ad hoc. Decisamente, una situazione felix che Spielberg ha costruito molto bene, avvalendosi degli effetti speicali di Carlo Rambaldi, delle musiche di John Williams, di molto altro e componendo tutto questo in maniera assllutamente mirabile, dove il concorso degli interpreti e'un altro punto di forza, ma dove la direzione spielberghiana e'ancora una volta il punto di raccordo piu'¿forte. El Gato.Eugen
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enzo70
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venerdì 20 novembre 2020
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una straordinaria favola finalmente senza cattivi
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Rivedere E.T. da grande è un po' un azzardo. Temi la delusione, di non ritrovare l’entusiasmo e l’emozione che quel piccolo extraterrestre ti aveva dato. Avevo 12 anni ed una vita davanti, i conti sono semplici, siamo a 50 eppure, nonostante tanta acqua passata sotto i ponti, di vita vissuta, con guai, annessi e connessi, due ore di pura magia. La storia dell’amicizia pura tra un bambino e un extra-terrestre, dal corpo tozzo, ma dal sorriso fantastico è straordinaria nella sua semplicità. E non servono i cattivi per esaltare i buoni, Spielberg riesce ad andare nella sua favola oltre i canoni stilistici dei film per ragazzi. Perché i fratelli sono scettici, ma sono buoni; come la madre.
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Rivedere E.T. da grande è un po' un azzardo. Temi la delusione, di non ritrovare l’entusiasmo e l’emozione che quel piccolo extraterrestre ti aveva dato. Avevo 12 anni ed una vita davanti, i conti sono semplici, siamo a 50 eppure, nonostante tanta acqua passata sotto i ponti, di vita vissuta, con guai, annessi e connessi, due ore di pura magia. La storia dell’amicizia pura tra un bambino e un extra-terrestre, dal corpo tozzo, ma dal sorriso fantastico è straordinaria nella sua semplicità. E non servono i cattivi per esaltare i buoni, Spielberg riesce ad andare nella sua favola oltre i canoni stilistici dei film per ragazzi. Perché i fratelli sono scettici, ma sono buoni; come la madre. Ma anche gli scienziati che alla fine rischiano di far muovere il nostro piccolo extraterrestre non sono cattivi, semplicemente non capiscono, facendo il paio a molti virologi del 2020. Non capiscono perché la favola di E.T. non va capita, va vissuta lasciandosi andare perché è solo così che da ragazzini ci fa sentire grandi e da grandi ci fa tornare ragazzini. Tutto perfetto, la musica, la realizzazione di Rambaldi, un film che incanta. Come una bella favola.
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marcloud
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martedì 14 gennaio 2020
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caposaldo
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Emblema e icona degli anni '80, E.T. è la storia di un'amicizia tra un alieno e un bambino. Elliott cercherà di aiutare questo goffo alieno a tornare a casa e per farlo metterà a rischio la sua vita. Film emblema della poetica di Spielberg, è riuscito a commuovermi ancora, nonostante siano passati così tanti anni dalla prima volta che l'ho visto.
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elgatoloco
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venerdì 29 dicembre 2017
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et, un manifesto
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"E.T.the Extraterrestrial"(1982), nasce un lustro dopo l'altro grande "affresco"dedicato da Spielberg agli alieni, in genere al mondo incognito, "Close Encounters of the Third KInd"(1977, "incontri ravvicinati del terzo tipo"). La stessa sensibilità(inutile ricordare che gli alieni sono anche metafora di altro, dell'"ignoto"-"incognito", delle culture che nonà di comprensione umana conosciamo-mai dimenticare le radici ebraiche di Stephen Spielberg...), la capacità di comprendere l'"altro"(in una dimensione dialogica, certo), che porterà a capolavori anche solo apparentemente"diversissimi"come"Schindler's List"), si esplica in quella capacità di rendere quanto , oltre pregiudizi sciocchi e convinzioni aprioristiche, contino i sentimenti.
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"E.T.the Extraterrestrial"(1982), nasce un lustro dopo l'altro grande "affresco"dedicato da Spielberg agli alieni, in genere al mondo incognito, "Close Encounters of the Third KInd"(1977, "incontri ravvicinati del terzo tipo"). La stessa sensibilità(inutile ricordare che gli alieni sono anche metafora di altro, dell'"ignoto"-"incognito", delle culture che nonà di comprensione umana conosciamo-mai dimenticare le radici ebraiche di Stephen Spielberg...), la capacità di comprendere l'"altro"(in una dimensione dialogica, certo), che porterà a capolavori anche solo apparentemente"diversissimi"come"Schindler's List"), si esplica in quella capacità di rendere quanto , oltre pregiudizi sciocchi e convinzioni aprioristiche, contino i sentimenti. Qui, in una dimensione adulta assente o quasi, il rapporto del bambino con E.T:, ossia il "nuovo", l'incognito dapprima, che poi invece diventa l'amico indispensabile(non l'amico immaginario, ma quello reale)è assolutamente centrale. Il film è stato fin troppo"parodiato", da un lato per la fisicità del piccolo alieno, dall'altro per il suo appello al"Home", "Casa", che era diventato quasi un richiamo indispensabile, un qualcosa di sentito-risentito, che però per molte persone veniva inteso come motto di spirito, come motto di spirito e di scherno, mentre naturalmente guardando il film con attenzione si capisce subito come l'intenzione di Spielberg sia assolutamente diversa. Se c'è qualche momento di comicità "straniante", grottesca, il fil rouge è quello anzidetto... Da osservare con attenzione anche le scene"aliene"(atterraggio dell'astronave, ripartenza ET)che non ripetono in alcun modo il fim precedente. Spielberg, in altri termini, non copia mai neppure da sue opere precedenti. Gli /le interpreti sono validi, incluso Peter Coyote, attore spesso sottovalutato ma da recuperare nella sua dimensione piena. El Gato
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onufrio
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lunedì 9 ottobre 2017
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e.t. telefono casa
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Film cult per eccellenza, Spielberg elabora un cocktail di fantasy e sentimenti realizzando l'alieno E.T. rimasto da solo sulla Terra, in cerca di un rifugio giunge in casa del piccolo Elliot, dapprima incuriosito ed impaurito al tempo stesso, Elliot accoglie il tenero alieno in casa all'oscuro della madre, per poi stringere un patto col fratello maggiore e la piccola sorellina in difesa di E.T. La trama si sviluppa, assume toni a tratti drammatici, ma il lieto fine è d'obbligo per un fantasy movie ormai entrato di diritto nella storia del cinema.
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laurence316
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domenica 19 marzo 2017
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una favola dell'inclusione tremendamente attuale
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Da Steven Spielberg una favola dell’inclusione e dei buoni sentimenti, che prosegue il discorso, iniziato con Incontri ravvicinati del terzo tipo, dell’accettazione del “diverso” e dell’innocenza e purezza dell’infanzia (è infatti Elliott l’unico a capire e a tenere al piccolo alieno che, guarda caso, in una delle sequenza più toccanti e lacrimevoli del film, rischia la morte nel momento in cui viene allontanato dal bambinetto).
Piatto prelibato, adatto ai bambini di tutte le età, con tre ingredienti principali: l’ottimismo, l’umorismo e il melodramma, tutti dosati alla perfezione. A cui si aggiungono comicità, effetti speciali a profusione e spettacolo di grande impatto.
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Da Steven Spielberg una favola dell’inclusione e dei buoni sentimenti, che prosegue il discorso, iniziato con Incontri ravvicinati del terzo tipo, dell’accettazione del “diverso” e dell’innocenza e purezza dell’infanzia (è infatti Elliott l’unico a capire e a tenere al piccolo alieno che, guarda caso, in una delle sequenza più toccanti e lacrimevoli del film, rischia la morte nel momento in cui viene allontanato dal bambinetto).
Piatto prelibato, adatto ai bambini di tutte le età, con tre ingredienti principali: l’ottimismo, l’umorismo e il melodramma, tutti dosati alla perfezione. A cui si aggiungono comicità, effetti speciali a profusione e spettacolo di grande impatto. Ma la vera carta vincente del film, naturalmente, è la figura del patetico esserino verde, autonoma progettato da Carlo Rambaldi, un concentrato di tenerezza e simpatia assolutamente irresistibile per qualunque under 12 (e forse anche oltre), la cui battuta “E.T. telefono casa” è ormai divenuta proverbiale.
Il film rischia ripetutamente di scivolare nel ridicolo e nell’infantilismo più spicciolo, ma, anche grazie alla sceneggiatura di Melissa Mathison, riesce invece a mantenersi quasi sempre su di un ottimo livello, sempre ad alto tasso di zuccherosità e melensaggine certo, ma riuscendo anche a coinvolgere ed appassionare, oltre che a far passare un messaggio di inclusione ed accettazione che non è mai troppo scontato.
E poi alcuni momenti (l’abbandono iniziale di E.T. sulla Terra, il volo delle biciclette e l’addio finale) sono straordinari e memorabili, e sono giustamente entrati nell’immaginario collettivo di intere generazioni.
Alcuni hanno voluto vedere nel film una parabola religiosa, facendo paralleli tra E.T. e Gesù (e anche la Universal ci ha messo del suo, rievocando nel poster cinematografico la Creazione di Adamo di Michelangelo), ma Spielberg ha negato tali congetture.
Tra i più grandi incassi della storia del cinema (supera addirittura Guerre stellari, uscito solo 5 anni prima) il film, costato appena 10 milioni e mezzo di dollari, arriva a sfiorare gli 800 al box-office. Candidato a 9 Premi Oscar ne vince 4: a colonna sonora, effetti speciali, sonoro e montaggio del sonoro. In occasione del ventesimo anniversario, nel 2002, viene distribuita una più che discutibile edizione speciale del film di 119’ che interviene con numerosi, vistosi e irritanti rimaneggiamenti in computer-graphic di parecchie scene, a cominciare da quella della fuga, dove gli agenti dell’FBI invece che pistole “brandiscono” walkie-talkie. E la sequenza inedita di E.T. ed Elliott nel bagno è francamente alquanto inutile. Insopportabile poi il nuovo doppiaggio italiano.
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aristoteles
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mercoledì 22 luglio 2015
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e.t. telefono casa
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L'Alieno di Spielberg conquista tutti , bambini e adulti, con la sua camminata buffa , il collo allungabile , il dito guaritore e una grande gigantesca bontà.
A dispetto dei paurosi alieni invasori ,spesso proposti in tutti i film di fantascienza, questo extraterrestre vuole solo ritornare a casa ,nel suo pianeta .
Fortunatamente incontra Elliot ,un bambino buono e umile che lo aiuterà nel suo intento.
Il film risulta una grande fiaba ,non di certo per una sceneggiatura particolarmente complessa o straordinari effetti speciali ,ma per il rapporto che si innesca tra il protagonista e l'alieno.
Proprio i bambini sono i protagonisti di questa meravigliosa avventura (che siano alieni o umani poco importa) perchè se ognuno di noi conservasse la purezza infantile di certo il mondo sarebbe un posto migliore per tutti.
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L'Alieno di Spielberg conquista tutti , bambini e adulti, con la sua camminata buffa , il collo allungabile , il dito guaritore e una grande gigantesca bontà.
A dispetto dei paurosi alieni invasori ,spesso proposti in tutti i film di fantascienza, questo extraterrestre vuole solo ritornare a casa ,nel suo pianeta .
Fortunatamente incontra Elliot ,un bambino buono e umile che lo aiuterà nel suo intento.
Il film risulta una grande fiaba ,non di certo per una sceneggiatura particolarmente complessa o straordinari effetti speciali ,ma per il rapporto che si innesca tra il protagonista e l'alieno.
Proprio i bambini sono i protagonisti di questa meravigliosa avventura (che siano alieni o umani poco importa) perchè se ognuno di noi conservasse la purezza infantile di certo il mondo sarebbe un posto migliore per tutti.
Memorabile la scena del volo in bicicletta con la Luna sullo sfondo.
Grande Spielberg
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fabio1957
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mercoledì 8 aprile 2015
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notevole
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Entrato ormai nell'immaginario collettivo,sfruttato anche da spot pubblicitari per alcune sue frasi,il film favola di Spielberg è una pietra miliare nella cinematografia americana, a metà tra il fantastico e la fantascienza,è una storia semplice ma raccontata con delicatezza, garbo e struggente malinconia,in alcune scene addirittura commovente.
Grande cinema
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il befe
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domenica 8 marzo 2015
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capolavoro
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great steven
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venerdì 18 luglio 2014
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science-fiction senza età, cinema assai suggestivo
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E.T. – L'EXTRATERRESTRE (USA, 1982) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da HENRY THOMAS – DEE WALLACE – PETER COYOTE – DREW BARRYMORE – ROBERT MACNAUGHTON § Extraterrestre nano e indifeso, abbandonato in un bosco della California dalla sua astronave sulla Terra, viene trovato da un bambino che lo porta a casa con sé e lo presenta ai suoi fratelli, guardandosi bene dal farlo scoprire dagli adulti. Il piccolo alieno dimostra poteri rivitalizzanti (fa risorgere le piante morte) e facoltà sensoriali potentissime (apprende perfino il linguaggio degli umani, usando il quale comunica coi ragazzi che lo ospitano), cosicché il bambino possa aiutarlo a contattare i suoi compagni affinché lo vengano a riprendere.
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E.T. – L'EXTRATERRESTRE (USA, 1982) diretto da STEVEN SPIELBERG. Interpretato da HENRY THOMAS – DEE WALLACE – PETER COYOTE – DREW BARRYMORE – ROBERT MACNAUGHTON § Extraterrestre nano e indifeso, abbandonato in un bosco della California dalla sua astronave sulla Terra, viene trovato da un bambino che lo porta a casa con sé e lo presenta ai suoi fratelli, guardandosi bene dal farlo scoprire dagli adulti. Il piccolo alieno dimostra poteri rivitalizzanti (fa risorgere le piante morte) e facoltà sensoriali potentissime (apprende perfino il linguaggio degli umani, usando il quale comunica coi ragazzi che lo ospitano), cosicché il bambino possa aiutarlo a contattare i suoi compagni affinché lo vengano a riprendere. L’operazione, rischiosa e impegnativa, avrà successo, dopo che gli affiatati amici e la creatura galattica saranno catturati e imprigionati da un esercito di poliziotti e scienziati. Favola accolta trionfalmente in tutto il pianeta nella quale E.T., il pupazzo elettronico ideato e animato grazie ad un radiotelecomando da Carlo Rambaldi – e costato un milione e mezzo di dollari – fa la parte del leone, assumendosi la responsabilità di carta vincente di questa fiaba per bambini di ogni età. Un felice miscuglio di carineria, un macchinario impeccabile in cui la benzina è fatta di zucchero e di un cocktail calcolatissimo di umorismo e melodramma, pathos e invenzioni divertenti, sentimenti validi e polemica ai valori costituiti, enorme spettacolo tecnologico e coinvolgimento sensazionale, rinvii culturali ed effetti speciali. La pellicola non disdegna neppure un messaggio etico ed emotivo: bisogna avere gli occhi, il cuore e la fantasia di un pargolo per comprendere e accettare i “diversi”. Uno dei maggiori successi del cinema mondiale. La fotografia è stupenda nel carezzare i paesaggi verdeggianti e la penombra vellutata e velata della casa dei bambini, della foresta in cui atterra il veicolo spaziale e del buio in cui H. Thomas (perfetto nell’incarnare il fanciullo generoso e attivo che accoglie una creatura sconosciuta senza farsi scrupoli e appellandosi a tutta la sua buona volontà per celarlo agli adulti materialistici, increduli e scettici) incontra l’alieno, ed è particolarmente suggestiva la scena in cui quest’ultimo allunga a dismisura il collo snodabile e ridacchia e sghignazza sotto l’acqua della vasca da bagno. Altre sequenze memorabili sono quelle del travestimento carnevalesco, la passeggiata notturna in bicicletta con la figura oscura che si staglia sullo sfondo bianchissimo e immacolato del disco lunare, l’invasione medica in cui E.T., moribondo su un letto è intravisto dai bambini mediante un vetro appannato e ovviamente la partenza finale per il corpo celeste originario. Apprezzabile pure il montaggio, che segue serratamente e operosamente il viaggio d’iniziazione che si conclude con una lieta fine tutt’altro che scontata e animosamente struggente. Nel 2001 Spielberg – che dirige l’opera con mano lieve ma pur sempre presente e onesta, praticamente incorruttibile per l’alta foriera di messaggi blasonati e misericordiosi che lascia trapelare dal film e ai quali affida il compito di indottrinare i giovani spettatori in senso puramente educativo – ha ridistribuito un’edizione aggiornata del film. La copia è stata rimasterizzata e sono stati aggiunti circa quindici minuti di scene inedite. Sono stati eseguiti anche interventi informatici per correggere certi particolari. Uno è significativo: gli agenti di polizia che cacciano E.T. non impugnano più la pistola ma un telefono cellulare. Vincitore di tre premi Oscar: musica, sonoro, effetti visivi speciali.
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