elgatoloco
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mercoledì 11 aprile 2018
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trumbo's movie= notevolissimo
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Questo"Johnny Got his Gun"(1971, unico film da regista di Dalton Trumbo, altrimenti sceneggiatore e scrittore), alterna con grande efficacia parti intere in bianco e nero(il soldato ridotto a un"pezzo di carne", privo di arti, di vista e udito, di tatto, odorato, olfatto, de facto quasi de-cerebrato in senso letterale)e quelle a colori, che esprimono l'evocazxione e il sogno, di volta in volta con colori accesi(il desiderio più vivo)e invece spenti, avvicinandosi alla dimensione reale, di estrema brutalità, esprimendo una condizione terribile, spaventosa, "oscena"nel senso letterale, fino a che(nelle sequenze in bianco e nero, certo)il soldato Jonny chiede lo spegnimento delle macchine(siamo durante il primo conflitto mondiale, dunque si tratta di tecnologia medica iper-primitiva rispetto ad oggi), senza ottenerlo.
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Questo"Johnny Got his Gun"(1971, unico film da regista di Dalton Trumbo, altrimenti sceneggiatore e scrittore), alterna con grande efficacia parti intere in bianco e nero(il soldato ridotto a un"pezzo di carne", privo di arti, di vista e udito, di tatto, odorato, olfatto, de facto quasi de-cerebrato in senso letterale)e quelle a colori, che esprimono l'evocazxione e il sogno, di volta in volta con colori accesi(il desiderio più vivo)e invece spenti, avvicinandosi alla dimensione reale, di estrema brutalità, esprimendo una condizione terribile, spaventosa, "oscena"nel senso letterale, fino a che(nelle sequenze in bianco e nero, certo)il soldato Jonny chiede lo spegnimento delle macchine(siamo durante il primo conflitto mondiale, dunque si tratta di tecnologia medica iper-primitiva rispetto ad oggi), senza ottenerlo. Surrealismo bunueliano(non a caso Trumbo consultà il grande regista surrealista spagnolo), a confronto dialettico con il realismo dell'orrore imperialista(il film inizia con citazioni dall'orrore buffonesco delle cerimonie imperiali-Imperi Centrali, Cecco Beppe/Franz Joseph, con tutta la retorica che prelude al massacro mondiale)che si traduce nella guerra e nel sangue, sempre a danno dei"dannati della terra", qui letteralmente intesi, ossia proletariato e contadini poveri. Lucido marxista, condannato in epoca maccartista, Trumbo firmò da sceneggiatore , spesso con pseudonimi, capolavori del cinema come"Exodus"e"Spartacus". Per questa sua opera da regista, dove il film è una trasposizione efficacissima del suo romanzo(nel senso che è altra cosa dal libro, come per Pasolini "Teorema"libro e film, "Porcile", dramma teatrale e film), si può solo dire che tutto è notevolissimo, compresi i monologhi inferiori di Johnny quasi morente, per nulla astrusi o gonfi di letterarità, anzi al contrario totalmente privi di "orpelli". Se vogliamo leggerlo come pamphlet, ci mostra che"l'imperialismo ha in sé la guerra come le nubi la pioggia"(Jean Jaurès), ma"Johnny Got his Gun"è decisamente molto di più. El Gato
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dandy
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sabato 29 marzo 2014
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e johnny perse tutto,meno la mente.
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Ex sceneggiatore incarcerato ai tempi del maccartismo,Trumbo esordisce a 60 e passa anni trasponendo il suo omonimo romanzo scritto nel '38(letto alla radio a suo tempo da James Cagney).Un progetto covato per oltre trent'anni,spietato e insostenibile grido di protesta alla follia della guerra,l'ottusità e il bigottismo ipocrita.Narrato con uno stile impietosamente realistico,è forse un pò eccessivo nel suo simbolismo(eccessivi i sogni e le fantasie di Johnny,con Sutherland nel ruolo di Gesù),e la carne sul fuoco è tanta.L'onestà e lo sdegno di fondo restano comunque indubbi,come pure la passione con cui è espresso il messaggio di pace universale.
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Ex sceneggiatore incarcerato ai tempi del maccartismo,Trumbo esordisce a 60 e passa anni trasponendo il suo omonimo romanzo scritto nel '38(letto alla radio a suo tempo da James Cagney).Un progetto covato per oltre trent'anni,spietato e insostenibile grido di protesta alla follia della guerra,l'ottusità e il bigottismo ipocrita.Narrato con uno stile impietosamente realistico,è forse un pò eccessivo nel suo simbolismo(eccessivi i sogni e le fantasie di Johnny,con Sutherland nel ruolo di Gesù),e la carne sul fuoco è tanta.L'onestà e lo sdegno di fondo restano comunque indubbi,come pure la passione con cui è espresso il messaggio di pace universale.Nel crudelissimo finale può essere letta(anche se forse fu involontario da parte di Trumbo)una critica all'accanimento terapeutico e alla privazione della libertà di scelta,sia pure di un uomo quasi totalmente annientato(sconvolgenti gli ultimi pensieri di Johnny,che realizza cosa hanno deciso per lui).Temi che anticipano (qui in chiave pessimista )film di oltre trent'anni dopo,come "Million Dollar Baby".Indimenticabile,e a suo modo senza eguali nel panorama di Hollywood.
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m.raffaele92
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mercoledì 9 ottobre 2013
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feroce e indimenticabile metafora sulla guerra
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Forse la più spietata ed efficace critica contro la guerra mai vista sullo schermo. Dopo aver combattuto in Vietnam, la personalità fisica e morale di Joe viene cancellata: ci troviamo nella condizione di non riuscire neppure a constatare se egli si sia in effetti salvato o se sia sopravvissuto.
In un certo senso, è diventato una non-persona, un cilindro pensante incapace di qualsiasi azione (prime tra le quali la comunicazione e la vista), bloccato per sempre sul lettino di un ospedale. Probabilmente, la peggior condizione nella quale un essere umano (se ancora lo si può chiamare tale) possa trovarsi. Il peggiore incubo di tutti. La morte, al confronto, è un lusso.
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Forse la più spietata ed efficace critica contro la guerra mai vista sullo schermo. Dopo aver combattuto in Vietnam, la personalità fisica e morale di Joe viene cancellata: ci troviamo nella condizione di non riuscire neppure a constatare se egli si sia in effetti salvato o se sia sopravvissuto.
In un certo senso, è diventato una non-persona, un cilindro pensante incapace di qualsiasi azione (prime tra le quali la comunicazione e la vista), bloccato per sempre sul lettino di un ospedale. Probabilmente, la peggior condizione nella quale un essere umano (se ancora lo si può chiamare tale) possa trovarsi. Il peggiore incubo di tutti. La morte, al confronto, è un lusso. Non appena il protagonista si rende conto della sua condizione fisica, la morte infatti non può che essere al sua unica aspirazione, il suo unico desiderio per porre fine a quella che (quasi ironicamente) si può ancora chiamare vita. In alternativa, vi è il desiderio di essere mostrato al mondo, per far vedere a tutti gli orrori e la follia della guerra. Ma entrambe le sue richieste (che egli comunica ai dottori tramite l’alfabeto Morse) saranno scambiati per segni di pazzia e quindi respinte. L’unica cosa che lo distrae dalla sua condizione (e che in un certo senso gli procura piacere) è il ricordo, che per tale motivo viene rappresentato a colori. Il presente, al contrario, è in bianco e nero, espediente che in questo caso vuole suscitare freddezza, mancanza assoluta di una qualsiasi speranza e angoscia.
Il film vuole essere, oltre che una critica alla guerra, anche una critica a quei dottori e medici (facenti parte del sistema sanitario americano) dalla mentalità chiusa, che tengono in vita Joe per farne degli esperimenti e lo vedono solo come un caso da studiare e non come una persona.
Un’analisi è rivolta anche al tema religioso/cristiano: Joe, infatti, immagina di avere delle conversazioni con Gesù e attraverso queste conversazioni, sembra che Gesù non si renda conto della gravità della situazione di Joe. Questo simboleggia la massima negazione, per Joe, della speranza di avere pace ed è come se il protagonista volesse interrogare sé stesso mettendo in dubbio l’esistenza stessa di Dio (o se non altro, la sua bontà). Il film è infine una critica al potere: i dottori infatti non vogliono mostrare Joe al mondo affinché nessuno possa mai vedere l’errore che la guerra ha generato. Nella parte finale del film, un’infermiera (che ha ben compreso la situazione morale, oltre che fisica, di Joe) tenta di ucciderlo ponendo fine alle sue sofferenze, ma viene scoperta e mandata via. E’ la fine per Joe e per ogni forma di speranza. Egli è destinato a rimanere per tutto il resto della sua vita immerso nel terrore del buio e del silenzio.
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[+] vietnam?
(di bebarenzimonini)
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luciano
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mercoledì 24 dicembre 2008
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capolavoro
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Nelle famose classifiche dei 10 film da salvare, questo occupa senz'altro uno dei primi posti.
Semplicemente imperdibile.
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mauro bandy
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domenica 26 ottobre 2008
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angosciante
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un film che lascia il segno purtroppo in tv lo fanno vedere a orari assurdi
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sergio pensato
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mercoledì 9 luglio 2008
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no comment
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Contro la sicumera dei sedicenti critici, l'impressione di un cretino che invece di Cinema non capiva niente: "Ho enormemente amato Johnny.Vi ho ritrovato la passione del romanzo, il suo effetto devastante, momenti di grande e intensa emozione. La scelta dell’attore è semplicemente straordinaria: la sua innocenza e la sua giovinezza accentuano il senso di inesorabilità del destino." (Da una lettera di Louis Bunuel a Dalton Trumbo)
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sebastian
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venerdì 4 aprile 2008
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esperienza indelebile
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Devo ringraziare un oratorio, mi pare il "Valdocco" di Torino, se ho visto, ad un cineforum nel lontano 1978, questo film stupendo e sconvolgente al tempo stesso.
Un film che lascia un segno indelebile nello spettatore.
Mi ricordo ancora, a distanza di trent'anni, le emozioni che provai allora.
Un film sulle conseguenze devastanti della guerra, sulla pietà e la misericordia e che infine tratta un tema di scottante attualità: l' eutanasia.
E' la dimostrazione che i capolavori cambiano le persone che hanno potuto conoscerli.
Imperdibile.
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stez
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lunedì 25 febbraio 2008
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una parabola che mi accompagna.
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Lo vidi piu' di dieci anni fa' e ancora mi capita di parlarne con amici, una lezione di vita che mi ha dato una grande energia, mi ha illuminato facendomi riapprezzare cio' che abbiamo,la bellezza di essere vivo e poter comunicare con gli altri e godere della meravigliosa natura.
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annasiembra
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martedì 11 dicembre 2007
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scusate,in qst momento nn mi viene...
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L'ho visto tantissimi anni fa' ad un'ora "inadeguata" alla lacerante bellezza del film!...e ancora è impresso nella mia mente e spero di riuscire a rivederlo.
Nn riesco ad esprimere a parole l'emozione ke mi ha trasmesso: indimenticabile......
grazie al regista...
quali altri film ha girato?
(scusate la mia ignoranza)
[+] dalton trumbo
(di luigim)
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nicola
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giovedì 18 ottobre 2007
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corsi e ricorsi ma non arrivai mai..
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Un film del '71 che tratta problematiche e temi attualissimi, quando si dice "corsi e ricorsi storici..".
Pare che l'uomo continui a non capire che la felicità e la pace sono proprio lì dietro l'angolo.
Un film che dovrebbero vedere in molti ma che passa in sordina nella tarda notte, tristemente schiavo di un palinsesto tv commerciale e superficiale.
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