tommy
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giovedì 18 luglio 2019
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non manca niente...anche un po' di noia!
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Tre ore e un quarto è un tempo molto lungo per un film che, pur essendo di ottima fattura, man mano che scorre perde quel mordente emozionale indispensabile per essere definito capolavoro.
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picodellamirandola
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lunedì 30 ottobre 2017
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grandioso e americano. sceneggiatura e regia...
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Sceneggiatura e regia: esagerazioni a non finire. Primi piani, sguardi, cappelli e cappellini, trasformazioni esagerate e continue delle toilettes a giustificare le circostanze, fino alla scena patetica con il fularino in testa: tutto per dare una mano al personaggio di lei, trainato da quello reso perfettamente credibile dal bravissimo Warren Beatty.
Secondi ruoli interpretati da magnifici attori. Lunga la prima parte, è un filmone che si fa guardare
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luca scialò
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mercoledì 3 febbraio 2010
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vita e ideali di un socialista americano
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Storia di John Reed, giornalista anticonformista e socialista, appassionatosi alla rivoluzione bolscevica tanto da decidere di partire per la Russia e cercare, al ritorno, di portare nella sua liberista america quei valori solidali e rivoluzionari. Troverà molti ostacoli, ma la caparbietà lo porterà a ritornare in Russia per ottenere l'ufficializzazione del suo partito da parte dei Soviet. Si renderà presto conto che la realtà è molto più dura gli ideali e dei sogni. Testimonianza della sua pazzione e dei viaggi è il libro: I dieci giorni che sconvolsero il mondo del 1919.
Se non fosse per la prima ora alquanto sonnacchosa e dedicata principalmente al rapporto difficile tra Reed e la sua tenace compagna Louise Bryant (interpretata da Diane Keaton), e per l'eccessiva lunghezza (oltre 3 ore), il film poteva essere davvero un capolavoro, per intensità della storia.
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Storia di John Reed, giornalista anticonformista e socialista, appassionatosi alla rivoluzione bolscevica tanto da decidere di partire per la Russia e cercare, al ritorno, di portare nella sua liberista america quei valori solidali e rivoluzionari. Troverà molti ostacoli, ma la caparbietà lo porterà a ritornare in Russia per ottenere l'ufficializzazione del suo partito da parte dei Soviet. Si renderà presto conto che la realtà è molto più dura gli ideali e dei sogni. Testimonianza della sua pazzione e dei viaggi è il libro: I dieci giorni che sconvolsero il mondo del 1919.
Se non fosse per la prima ora alquanto sonnacchosa e dedicata principalmente al rapporto difficile tra Reed e la sua tenace compagna Louise Bryant (interpretata da Diane Keaton), e per l'eccessiva lunghezza (oltre 3 ore), il film poteva essere davvero un capolavoro, per intensità della storia. Molto forte anche l'espressività dei due attori protagonisti, Warren Beatty e la Keaton, nonchè di Nicholson, che veste benissimo, come sempre, i panni del cinico e del disilluso.
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barnaby
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mercoledì 20 gennaio 2010
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un abbraccio che vale più di mille altri film...
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Chiamiamolo il capolavoro di W. Beatty e il suo trionfo come regista. Chiamiamolo il film dell’anno (1981). Chiamiamolo l’ultimo film ad avere ricevuto tutte e quattro le nomination per la recitazione. Chiamiamolo uno degli ultimi colossal realizzato interamente senza ricorrere ad effetti virtuali. Chiamiamolo Reds. Questo film ci racconta la storia di Jack Reed, giornalista americano vissuto ai tempi della Rivoluzione Russa che pian piano si appassiona e si avvicina ai grandi moti di inizio Novecento. Al suo fianco, Louise Bryant, anch’ella scrittrice, con la quale Reed condividerà tutto fino alla fine.
Un intreccio di avventura, storia politica (una volta tanto raccontata con simpatica e comprensiva serietà), amore e tensione, Reds con la sua durata di più di 3 ore non stanca, anzi, ci fa identificare con Reed, ce lo fa capire ed amare, al di là di qualunque opinione politica, favorevole o contraria.
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Chiamiamolo il capolavoro di W. Beatty e il suo trionfo come regista. Chiamiamolo il film dell’anno (1981). Chiamiamolo l’ultimo film ad avere ricevuto tutte e quattro le nomination per la recitazione. Chiamiamolo uno degli ultimi colossal realizzato interamente senza ricorrere ad effetti virtuali. Chiamiamolo Reds. Questo film ci racconta la storia di Jack Reed, giornalista americano vissuto ai tempi della Rivoluzione Russa che pian piano si appassiona e si avvicina ai grandi moti di inizio Novecento. Al suo fianco, Louise Bryant, anch’ella scrittrice, con la quale Reed condividerà tutto fino alla fine.
Un intreccio di avventura, storia politica (una volta tanto raccontata con simpatica e comprensiva serietà), amore e tensione, Reds con la sua durata di più di 3 ore non stanca, anzi, ci fa identificare con Reed, ce lo fa capire ed amare, al di là di qualunque opinione politica, favorevole o contraria. W. Beatty è molto più bravo come regista che come attore, D. Keaton lo supera nelle scene dove recitano insieme. J. Nicholson nei panni del celeberrimo drammaturgo Eugene O’Neill riesce a rimanere sempre sotto le righe e la sempreverde M. Stapleton è riuscita a portarsi a casa (finalmente!) la statuetta come attrice non protagonista. Lo scrittore-attore J. Kozinski è veramente bravissimo a rendersi troppo antipatico fin dalla prima apparizione sullo schermo.
Super meritato l’Oscar alla fotografia mozzafiato di V. Storaro, con alcune inquadrature dei paesaggi glaciali incantevoli. Il terzo Oscar è andato appunto a Beatty regista, ma quello del film è stato perso a favore di Momenti di gloria.
Si meriterebbe 4 stelle, ma la scena dell’incontro alla stazione e dell’immediato abbraccio gliene fa guadagnare una in più. Come la stessa Keaton ha ricordato non molto tempo fa, durante quella scena lei ha provato vero amore per Beatty. E noi lo vediamo ancora a quasi 30 anni di distanza.
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joker91
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giovedì 17 dicembre 2009
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potente
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un film potente che si avvale di interpreti mitici,beatty fa il regista in modo grandioso e anche da attore non è male,la keaton resta una grandissima attrice.
la storia di john reds viene raccontata con efficacia soprattutto nella seconda parte del film.
un film lunghissimo ma che non fa mai stancare questo per chi ci capisce di cinema ovviamente.
il film si avvale tra gli altri del grande jack nicholson che anche quando viene rifilato a parti di secondo piano riesce sempre a dare il massimo e a colpire la persona con la sua mitica recitazione.
un film potente
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barnaby
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domenica 18 ottobre 2009
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reds (1981) - barnaby
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Chiamiamolo il capolavoro di W. Beatty e il suo trionfo come regista. Chiamiamolo il film dell’anno (1981). Chiamiamolo l’ultimo film ad avere ricevuto tutte e quattro le nomination per la recitazione. Chiamiamolo uno degli ultimi colossal realizzato interamente senza ricorrere ad effetti virtuali. Chiamiamolo Reds. Questo film ci racconta la storia di Jack Reed, giornalista americano vissuto ai tempi della Rivoluzione Russa che pian piano si appassiona e si avvicina ai grandi moti di inizio Novecento. Al suo fianco, Louise Bryant, anch’ella scrittrice, con la quale Reed condividerà tutto fino alla fine.
Un intreccio di avventura, storia politica (una volta tanto raccontata con simpatica e comprensiva serietà), amore e tensione, Reds con la sua durata di più di 3 ore non stanca, anzi, ci fa identificare con Reed, ce lo fa capire ed amare, al di là di qualunque opinione politica, favorevole o contraria.
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Chiamiamolo il capolavoro di W. Beatty e il suo trionfo come regista. Chiamiamolo il film dell’anno (1981). Chiamiamolo l’ultimo film ad avere ricevuto tutte e quattro le nomination per la recitazione. Chiamiamolo uno degli ultimi colossal realizzato interamente senza ricorrere ad effetti virtuali. Chiamiamolo Reds. Questo film ci racconta la storia di Jack Reed, giornalista americano vissuto ai tempi della Rivoluzione Russa che pian piano si appassiona e si avvicina ai grandi moti di inizio Novecento. Al suo fianco, Louise Bryant, anch’ella scrittrice, con la quale Reed condividerà tutto fino alla fine.
Un intreccio di avventura, storia politica (una volta tanto raccontata con simpatica e comprensiva serietà), amore e tensione, Reds con la sua durata di più di 3 ore non stanca, anzi, ci fa identificare con Reed, ce lo fa capire ed amare, al di là di qualunque opinione politica, favorevole o contraria. W. Beatty è molto più bravo come regista che come attore, D. Keaton lo supera nelle scene dove recitano insieme. J. Nicholson nei panni del celeberrimo drammaturgo Eugene O’Neill riesce a rimanere sempre sotto le righe e la sempreverde M. Stapleton è riuscita a portarsi a casa (finalmente!) la statuetta come attrice non protagonista. Lo scrittore-attore J. Kozinski è veramente bravissimo a rendersi troppo antipatico fin dalla prima apparizione sullo schermo.
Super meritato l’Oscar alla fotografia mozzafiato di V. Storaro, con alcune inquadrature dei paesaggi glaciali incantevoli. Il terzo Oscar è andato appunto a Beatty regista, ma quello del film è stato perso a favore di Momenti di gloria.
Si meriterebbe 4 stelle, ma la scena dell’incontro alla stazione e dell’immediato abbraccio gliene fa guadagnare una in più. Come la stessa Keaton ha ricordato non molto tempo fa, durante quella scena lei ha provato vero amore per Beatty. E noi lo vediamo ancora a quasi 30 anni di distanza.
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pippo b
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giovedì 28 febbraio 2008
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ottimo
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warren beatty sempre il migliore in questi film,senza dubbio capolavoro con 12 e dico 12 nominations all'oscar!grande cast e ottima sceneggiatura!da vedere
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