samanta
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domenica 27 marzo 2022
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l''addio del duca ...
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E' l'ultimo doglii oltre 200 film interpretati da John Wayne che è il protagonista de Il Pistolero uscito nel 1976 e girato a Carson City nel Nevada. Il regista è il versatile Don Siegel bravo e talentuoso artigiano di Hollywood, uno dei maestri di Clint Eastwood (L'invasione degli ultracorpi, L'uomo dalla cravatta di cuoio, L'ispettore Callaghan, Fuga da Alcatraz)..
Siamo nel 1901 J.B. Books (John Wayne) anziano pistolero e sceriffo leggenda del West, è malato va a Carson City per farsi visitare da un medico suo vecchio amico Hoesteller (James Stewart) che gli conferma la diagnosi di un tumore allo stadio terminale ha poche settimane di vita e gli da del laudano per calmare il dolore.
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E' l'ultimo doglii oltre 200 film interpretati da John Wayne che è il protagonista de Il Pistolero uscito nel 1976 e girato a Carson City nel Nevada. Il regista è il versatile Don Siegel bravo e talentuoso artigiano di Hollywood, uno dei maestri di Clint Eastwood (L'invasione degli ultracorpi, L'uomo dalla cravatta di cuoio, L'ispettore Callaghan, Fuga da Alcatraz)..
Siamo nel 1901 J.B. Books (John Wayne) anziano pistolero e sceriffo leggenda del West, è malato va a Carson City per farsi visitare da un medico suo vecchio amico Hoesteller (James Stewart) che gli conferma la diagnosi di un tumore allo stadio terminale ha poche settimane di vita e gli da del laudano per calmare il dolore. Books è venuto anche per regolare i conti 3 delinquenti che gli avevano commesso gravi torti e che per caso vivevano in quella città: Sweeney che ha un grande ranch rubato (Richard Boone bravo caratterista: I 300 di Fort Canby, La battaglia di Alamo, Il grande coltello), Pulford che ha una sala da gioco (Hugh O'Brian) e Cobb che una piccola impresa (Bill Mc Kinney: Bronco Bill, Rambo). Books viene ospitato da una vedova Bond Rogers (Laureen Bacall) derubata da Sweeney che gli ha pure ucciso il marito e che ha un giovane figlio Gillom (Ron Howard che da poco aveva cominciato la serie Happy Days interpretando Richie) il ragazzo ammira Books, invece la vedova prima è scontenta di ospitarlo, ma poi pur non condividendo le sue idee di giustizia lo aiuta in attesa dello scontro che avviene il 29 gennaio in una città in cui già girano le automobili e i tram a cavalli, piena di giornalisti venuti in attesa del duello. Books uccide i 3 delinquenti nella sala giochi ma viene ferito mortalmente a tradimento nella schiena dal barista a sua volta ucciso da Gillom che aveva visto la scena.
Un breve accenno al doppiaggio alcune scene di 7-8 minuti (non si comprende perché ma in questo modo la vicenda è massacrata) nel DVD sono state ripristinate con lingua originale. E' un film crepuscolare, l'addio di "The Duke" allo schermo, però bisogna sfatare la leggenda che all'epoca era malato terminale di cancro, Wayne era stato operato nel 1964 di cancro ai polmoni, all'inizio del 1979 si scoprì che aveva metastasi diffuse nell'intestino, mori nell'ottobre dello stesso anno. Certo l'attore era stanco aveva una certa età (68 anni) ma era ancora prestante e il suo carisma riempe lo schermo. Il film è preceduto da un prologo che ricostruisce la vita di Books con spezzoni di film interpretati da John Wayne nell'arco della sua vita (da Fiume rosso a un Dollaro d'onore) che illustra l'evolversi di un personaggio che "non tollera, ingiustizie, tradimenti" rude e brusco, ma sempre dalla parte giusta un Books che alla fine della sua vita sa chiedere scusa ed apprezzare cose semplici come un picnic con la vedova Rogers davanti a un lago. Una pellicola crepuscolare che presenta senza rallentamenti ed in modo scorrevole una vicenda esemplare con personaggi approfonditi psicologicamente come quello interpretato magistralmente da Laureen Bacall, una vedova severa ma retta con principi cristiani di pietà o il giovane Gillom interpretato da un giovane e bravo Ron Howard che fa già intravedere la stoffa di bravo attore (sarà poi anche un buon regista). I comprinari sono anch'essi bravi come Richard Boone, o il grande James Stewart. Un conclusione un ottimo film che senza sbavature sentimentali, presenta la fine di un epoca: quello del "selvaggio West" concludendosi con un duetto tecnicamente perfetto.
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conte verde
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venerdì 30 luglio 2021
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il saluto finale ai suoi fans del mitico john
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..ultimo film del Duke Wayne commovente..da Oscar ..che sarebbe stato il terzo dopo quelli che gli hanno negato per Sentieri Selvaggi e quello assegnatogli alla carriera per il Grinta..purtroppo il "germe " del politichese sinistroide " riesce sempre ad inserirsi dove non dovrebbe..comunque un grazie a John per tutte quelle meravigliose sensazini che mi ha trasmesso vedendo e rivedendo i suoi Western immortali
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dandy
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sabato 27 marzo 2021
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andarsene con stile.
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Dal romanzo di Glendon Swarthout,il testamento cinematografico di Wayne.Un western in cui Siegel riprende a suo modo certe tematiche alla Peckinpah(che una ventina d'anni prima aveva mosso i primi passi proprio sotto le sue ali)tra cui la riflessione sui vecchi uomini in via d'estinzione assieme allo stesso West che rappresentano(il discorso tra John e il dottor Hosteler)e un accenno al progresso che avanza,con Carson City attraversata dalle prime macchine e dal tram(con cui il protagonista si recherà alla resa dei conti in una delle scene più belle di sempre).E da Peckinpah sembra provenire anche la violenza,sanguinosa ma meno picaresca e più sgradevole,che spezza il tono prevalentemente intimista e pacato.
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Dal romanzo di Glendon Swarthout,il testamento cinematografico di Wayne.Un western in cui Siegel riprende a suo modo certe tematiche alla Peckinpah(che una ventina d'anni prima aveva mosso i primi passi proprio sotto le sue ali)tra cui la riflessione sui vecchi uomini in via d'estinzione assieme allo stesso West che rappresentano(il discorso tra John e il dottor Hosteler)e un accenno al progresso che avanza,con Carson City attraversata dalle prime macchine e dal tram(con cui il protagonista si recherà alla resa dei conti in una delle scene più belle di sempre).E da Peckinpah sembra provenire anche la violenza,sanguinosa ma meno picaresca e più sgradevole,che spezza il tono prevalentemente intimista e pacato.Ma a sorprendere è la messa in scena del declino del protagonista come dello stesso Wayne,ai tempi già gravemente malato(tant'è che lo si vede cavalcare solo all'inizio perchè gli costava troppa energia,ma volle fortemente il ruolo rimpiazzando George C Scott e facendo cambiare il finale).Nessuna epica o celebrazione magniloquente:se si escludono gli spezzoni iniziali con i vecchi film per mostrare il protagonista com'era una volta("Il fiume rosso","Hondo","Un dollaro d'onore",El Dorado")la sua morte incombente viene affrontata con stoicismo e disillusione,e con la cinica sgradevolezza di chi lo circonda(dallo sceriffo all'ex-moglie al giornalista il becchino e persino il barbiere)che aspetta di poterla sfruttare per soldi e fama,sovente augurandogli in faccia di spirare al più presto.Ma Wayne-Books non ci bada,e procede a testa alta fino in fondo,interpretando uno dei suoi ruoli migliori,come sempre tra rudezza e ironia,e senza celare i lati sgradevoli della sua condizione(beve laudano per lenire il dolore).Il 22enne Howard ,già protagonista di "Happy Days",è forse un pò banale nel ruolo del ragazzino che venera il leggendario sceriffo ma il finale in cui assapora la violenza e ne rimane disgustato decidendo di rinunciarvi potrebbe aver ispirato Eastwood per "Gli spietati".Uno dei migliori western mai girati,nonchè il doloroso addio a colui che ne era diventato la quintessenza.Alla versione nostrana erano state espunte diverse scene di dialoghi e un paio di momenti dolenti come quando John viene aiutato da Bond a uscire dalla vasca e riceve la lapide(dove si scopre che la sua età è di 58 anni).Queste scene sono state reintegrate,ma sarebbe comunque meglio vederlo in originale,poichè il doppiaggio stravolge trama e dialoghi creando un inesistente conto in sospeso tra Books e i tre avversari,mentre in realtà non li ha mai conosciuti.
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paolp78
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domenica 5 maggio 2019
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la celebrazione dell'addio di un mito
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John Wayne è stato l'icona più amata e riconoscibile del grande cinema western classico americano: questa pellicola ne celebra l'uscita di scena in modo molto esplicito sin dall.inizio in cui viene riproposta una raccolta di brevi spezzoni tratti da alcuni film in cui Wayne aveva recitato. Nel proseguo la pellicola resta celebrativa, raccontando la storia di un vecchio pistolero ormai arrivato alla fine dei suoi giorni, pervia di un male incurabile, lo stesso male del quale era realmente afflitto il grande attore, che quindi si trova quasi a recitare se stesso.
Il film cerca di ricalcare il canovaccio di alcuni vecchi grandi capolavori, riproponendo l'archetipo dell'eroe del west.
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John Wayne è stato l'icona più amata e riconoscibile del grande cinema western classico americano: questa pellicola ne celebra l'uscita di scena in modo molto esplicito sin dall.inizio in cui viene riproposta una raccolta di brevi spezzoni tratti da alcuni film in cui Wayne aveva recitato. Nel proseguo la pellicola resta celebrativa, raccontando la storia di un vecchio pistolero ormai arrivato alla fine dei suoi giorni, pervia di un male incurabile, lo stesso male del quale era realmente afflitto il grande attore, che quindi si trova quasi a recitare se stesso.
Il film cerca di ricalcare il canovaccio di alcuni vecchi grandi capolavori, riproponendo l'archetipo dell'eroe del west.
Si gioca anche molto sulla nostalgia ... non per caso le parti che ho gredito maggiormente, oltre alla conclusione, sono quelle in cui John Wayne sta in scena con le "vecchie glorie" James Stewart e Lauren Bacall.
C'è anche un giovanissimo Ron Howard, già celebre al tempo per via della sua partecipazione al telefilm Happy Days; il futuro grande regista ha una parte di rilievo nella pellicola, ma onestamente non mi ha convinto appieno.
Il film vive tutto nell'attesa della resa dei conti finale, ampiamente annunciata: questa non delude affatto, è inevitabilmente la scena che resta nella memoria.
Grande conclusione, persino struggente.
Musiche ottimamente scelte.
Si resta con la bocca amara al pensiero che dopo questa pellicola non ce ne sono state altre con John Wayne, un mito vero del cinema.
Il grande cinema western classico, che già aveva accusato pesantemente il colpo della scomparsa del suo inventore, il leggendario John Ford, subisce il colpo di grazia con la morte del suo attore feticcio.
Agli appassionati non resta altro che andarsi a ricercare i vecchi capolavori ...
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conteverde
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domenica 29 luglio 2018
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fantastico e ultimo saluto del grande duke..
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Grandissimo e struggente saluto del Grande Duke Wayne ai suoi estimatori..L'Oscar .. lo meritava gia' nel 1956 con l'immortale personggio di Ethan Edward nel film The Searchers ..Sentieri Selvaggi, ed anche in Alamo fu grande precursore considerando che allora non esistevano ancora I computer a mistificare le scene di massa.e con una mitica interpretazione di Davy Crockett....ma si sa che anche nel cinema il POLITICHESE muta sovente le sorti della giustizia....Gli venne poi concesso l'Oscar alla carriera con " il Grinta " altra grandiosa ed umana interpretazione....il Pistolero rimane una delle piu' memorabili e veritiere interpretazioni.
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Grandissimo e struggente saluto del Grande Duke Wayne ai suoi estimatori..L'Oscar .. lo meritava gia' nel 1956 con l'immortale personggio di Ethan Edward nel film The Searchers ..Sentieri Selvaggi, ed anche in Alamo fu grande precursore considerando che allora non esistevano ancora I computer a mistificare le scene di massa.e con una mitica interpretazione di Davy Crockett....ma si sa che anche nel cinema il POLITICHESE muta sovente le sorti della giustizia....Gli venne poi concesso l'Oscar alla carriera con " il Grinta " altra grandiosa ed umana interpretazione....il Pistolero rimane una delle piu' memorabili e veritiere interpretazioni..un grandissimo e melanconico film.
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opidum
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mercoledì 21 febbraio 2018
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il carisma non si compra
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l'avevo già visto ma l'ho rivisto ieri sera.
che dire un gran film con un cast incredibile e un john wayne grasso e sfattissimo eppure credibilissimo nella parte .
non riesco a leggere il commento di morandini ma posso immaginarmelo.
gianfranco fini ( indipendentemente da come la si pensi era un politico di razza ) si diede alla politica dopo che degli amici di morandini gli impedirono ( con i picchetti ) di andare a vedere al cinema il film "berretti verdi" diretto e interrpretato dall'ultra conservatore john wayne che aveva le idee che aveva ma erano le sue idee.
e invece la ultra progressista jane fonda che negli anni 70 criticò a spada tratta john wayne anche molto pesntemente john wayne che fine ha fatto?
jane fonda si è sposata con un cassaintegrato fiat e fa volontariato alla mensa dei poveri??
assolutamente no jane fonda si è sposata uno dei più ricchi uomini del mondo.
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l'avevo già visto ma l'ho rivisto ieri sera.
che dire un gran film con un cast incredibile e un john wayne grasso e sfattissimo eppure credibilissimo nella parte .
non riesco a leggere il commento di morandini ma posso immaginarmelo.
gianfranco fini ( indipendentemente da come la si pensi era un politico di razza ) si diede alla politica dopo che degli amici di morandini gli impedirono ( con i picchetti ) di andare a vedere al cinema il film "berretti verdi" diretto e interrpretato dall'ultra conservatore john wayne che aveva le idee che aveva ma erano le sue idee.
e invece la ultra progressista jane fonda che negli anni 70 criticò a spada tratta john wayne anche molto pesntemente john wayne che fine ha fatto?
jane fonda si è sposata con un cassaintegrato fiat e fa volontariato alla mensa dei poveri??
assolutamente no jane fonda si è sposata uno dei più ricchi uomini del mondo.
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toty bottalla
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mercoledì 24 febbraio 2016
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l'ultima volta di john wayne!
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Un vecchio pistolero ormai malato torna in una cittadina per farsi visitare e per pareggiare i conti coi suoi nemici...John Wayne con la sua enorme personalità nella sua ultima interpretazione che chiude in un certo senso anche quel mondo western tanto sfruttato e spremuto, una trama in simbiosi con la sua vita, almeno in parte specie per quella più importante e forse non a caso il personaggio del film si chiama John, la sua prova consapevole e sofferta è convincente, certamente più dell'abituale eroe che sconfigge tutti e non muore mai, buona l'ultima dunque John! Saluti.
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bartolomeoaloia
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mercoledì 31 luglio 2013
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vecchio e malato amazzasette
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La recensione dei Morandini è di una stupidità devastante. Bisognerebbe arrestarli solo per impedir loro di scrivere sciocchezze.
Bartolomeo Aloia.
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enrico omodeo salè
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venerdì 8 luglio 2011
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il lato tenero del vecchio john wayne
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un film che mostra il lato tenero e fragile del duro John Wayne, che almeno in fin di vita (nel film e nella realtà) si concede qualche atteggiamento sentimentale, nonostante che mantenga le sue parole d'ordine solite: coraggio, vendetta senza perdono, durezza di spirito e virilità. straordinari i dialoghi di amor platonico tra Wayne e Lauren Bacall. Bravo anche Ron Howard nei panni del discepolo del vecchio John
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