samanta
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martedì 20 aprile 2021
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quando il west era selvaggio ...
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Il film è ambientato nel 1832 in un West in parte ancora inesplorato e percorso soprattutto dai cacciatori di pellicce. La pellicola originariamente fu girata in bianco e nero (ebbe la nomination all'Oscar per la migliore fotografia), in DVD e in Tv c'è la versione colorizzata, che questa volta è riuscita bene e che valorizza gli spazi e i bellissimi paesaggi del West lungo il fiume Missouri. La regia è di Howard Hawks uno dei migliori registi della storia di Hollywood che ha diretto innumerevoli film di successo dai generi più vari (Susanna, Acque del Sud, Il grande sonno, Il fiume rosso, Un dollaro d'onore) e che conseguì solamente un Oscar alla carriera.
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Il film è ambientato nel 1832 in un West in parte ancora inesplorato e percorso soprattutto dai cacciatori di pellicce. La pellicola originariamente fu girata in bianco e nero (ebbe la nomination all'Oscar per la migliore fotografia), in DVD e in Tv c'è la versione colorizzata, che questa volta è riuscita bene e che valorizza gli spazi e i bellissimi paesaggi del West lungo il fiume Missouri. La regia è di Howard Hawks uno dei migliori registi della storia di Hollywood che ha diretto innumerevoli film di successo dai generi più vari (Susanna, Acque del Sud, Il grande sonno, Il fiume rosso, Un dollaro d'onore) e che conseguì solamente un Oscar alla carriera.
I protagonisti sono Jim (Kirk Douglas) un cacciatore che incontra per caso Boone (Dewey Martin attore che non riusci ad emergere nel cinema:La regina delle Piramidi, Ore disperate) in fuga lungo il Missouri inseguito dallo sceriffo, i 2 dopo scontri iniziali diventato amici. Jim e Boone arrivano a Saint Louis allora una cittadina, trovano un amico di Jim: il cacciatore Zeb (Arthur Hunnicut noto caratterista: Tamburi lontani, L'amante indiana, Il Cardinale) grazie a lui partecipano con un gruppo di francesi (quelle terre fino a pochi anni prima erano colonia della Francia) all'impresa di risalire il fiume fino alle terre inesplorate dei Piedi Neri per commerciare, hanno con sè una principessa indiana Occhio d'Anitra (Elisabeth Threart modella autentica pellerossa) appartenente ai Piedi Neri che Zeb ha liberato da una tribù che l'aveva rapita e che lui vuole restituire alla sua tribù per favorire il commercio delle pelli. Lungo il fiume avvengono gli scontri con gli emissari della Compagnia del Missouri che cercano di ostacolare la spedizione che potrebbe nuocere al loro monopolio, incendiando la barca e uccidendo, ma il gruppo ripara la barca e uccide gli assalitori, così come riesce a sfuggire agli assalti dei Corvi neri. Boone e Occhio d'Anatra dopo incomprensioni simapatizzano e si innamorano. La spedizione finalmente arriva dai Piedi Neri che vedendo la principessa accolgono bene i cacciatori che fanno un proficuo scambio di merci, quanto a Boone rimarrà dopo avere sposato la principesa.
Il film è raccontato con lo stile asciutto e brillante di Howard Hawks, il soggetto tratto da un romanzo è avvincente e non banale come ben girate gli scontri lungo il fiume, come tipico del regista la direzione degli attori è accurata fino alla pignoleria, Anche Martin che era un mediocre attore non sfigura a fianco dei bravissimi Kirk Douglas e Hunnicutt che ebbe la nomination all'Oscar come migliore attore n.p.; Hawks ha la capacità di sottilineare nelle riprese in esterni la sensazione di uomini che affrontano con stupore e coraggio l'immensità di terre inesplorate novelli Ulisse, mettendo in risalto uno dei suoi temi preferiti: la solidarietà trai compagni di avventura. Hawks dimostra che con una storia ben raccontata, anche semplicemente ma con maestria, con una buona recitazione si può avere un buon risultato.
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greatsteven
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lunedì 11 giugno 2018
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la frontiera vista mediante l'amicizia maschile.
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IL GRANDE CIELO (USA, 1952) diretto da HOWARD HAWKS. Interpretato da KIRK DOUGLAS, DEWEY MARTIN, ELIZABETH THREATT, ARTHUR HUNNICUTT, BUDDY BAER, STEVEN GEARY, HANK WORDEN, JIM DAVIS
Missouri, 1832. Il conducente di calesse Jim Dickins (Douglas) e il vagabondo cacciatore di pellicce Bill Callaway (Martin) si incontrano in un bosco e stringono amicizia. Vanno insieme a caccia di animali selvatici e, per una bisboccia a Louisville, finiscono in gattabuia, ma nella città Bill contava di ritrovare lo zio Zeb, ed è proprio dietro le sbarre che il ricongiungimento famigliare avviene. I tre vengono scarcerati grazie all’intervento del francese Jourdonnais, un commerciante intenzionato ad opporsi allo strapotere della Compagnia delle pellicce: insieme al terzetto e ad un equipaggio multiculturale assai affiatato, risaliranno con un battello il fiume Missouri esplorando per 3.
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IL GRANDE CIELO (USA, 1952) diretto da HOWARD HAWKS. Interpretato da KIRK DOUGLAS, DEWEY MARTIN, ELIZABETH THREATT, ARTHUR HUNNICUTT, BUDDY BAER, STEVEN GEARY, HANK WORDEN, JIM DAVIS
Missouri, 1832. Il conducente di calesse Jim Dickins (Douglas) e il vagabondo cacciatore di pellicce Bill Callaway (Martin) si incontrano in un bosco e stringono amicizia. Vanno insieme a caccia di animali selvatici e, per una bisboccia a Louisville, finiscono in gattabuia, ma nella città Bill contava di ritrovare lo zio Zeb, ed è proprio dietro le sbarre che il ricongiungimento famigliare avviene. I tre vengono scarcerati grazie all’intervento del francese Jourdonnais, un commerciante intenzionato ad opporsi allo strapotere della Compagnia delle pellicce: insieme al terzetto e ad un equipaggio multiculturale assai affiatato, risaliranno con un battello il fiume Missouri esplorando per 3.000 chilometri un territorio in cui l’uomo bianco non ha mai messo piede, raggiungendo le terre dei Piedi Neri, forti di uno straordinario ostaggio, la figlia del capotribù, che fungerà da lasciapassare. Nel corso del pericoloso viaggio la donna, avvolta dal mistero e silenziosa, coltiva i suoi sentimenti. Dopo aver salvato più volte la vita ad entrambi gli uomini ed esserne stata a propria volta salvata, dichiara a Jim l’amicizia e a Bill l’amore. Alla fine, conquistato l’obiettivo, i due amici si separano. Dopo numerose esitazioni, Bill sceglierà di restare con l’indiana. Eccellente capolavoro western, uscito dalla fucina di un regista che già quattro anni prima aveva apposto la propria firma ad un’altra pietra miliare del genere, Il fiume rosso. Hawks si pose sempre dunque nella lista magica delle pellicole sulla frontiera occidentale, a pochi passi da John Ford. Il film racchiude ogni singolo tema del viaggio inteso come rito iniziatico ed esplorazione interiore, anche in modo piuttosto fisico: una natura meravigliosa fotografata con splendore, l’amicizia virile, la donna contesa, il lirismo, l’erotismo, i tempi dell’avventura che vengono perfettamente rispettati e gli intrecci dei rapporti che evitano con cura ogni deviazione verso la banalità. Hawks, durante la sua lunga carriera di cineasta, è stato titolare di minor mito rispetto a Ford, ma senza ragione: il suo repertorio tocca, avvicinandosi con discrezione, ad una verità tangibile e perspicace, tant’è che un frammento di critica considera il regista in questione più attendibile e completo di Ford stesso, per certi versi che vanno dal disegno psicologico dei personaggi alle invenzioni apparentemente minime atte a risvegliare nello spettatore l’interesse per la gagliardia e la goliardia dell’avventura. The Big Sky fa parte della migliore stagione del western (essendo uscito nel 1952, è esattamente coevo di Mezzogiorno di fuoco), e rappresenta un caposaldo di quel cinema americano ancora dai muscoli forti e resistenti che però necessitavano ancora di perfezionamenti, tuttavia ancora capace di proporre temi vasti, positivi ed ingenui che da lì a qualche decennio avrebbero salutato una volta per sempre il pubblico mondiale. Ottima intesa fra Douglas (che pure non è mai stato uno degli attori prediletti da Hawks) e Martin: il primo pratico e svelto nell’azione, il secondo più avventato e languido nei sentimenti. A. Hunnicutt ottenne una nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista (ci sta: il suo zio cacciatore barbuto, che fa anche da voce narrante, è un simpatico buon diavolo col quale una spericolata scampagnata è sempre ben gradita, a patto di rischiare men che si può la pelle); la guadagnò anche la fotografia di Russell Harlan. L’itinerario del posto mai visto prima d’allora dagli spregiudicati pionieri aiuta l’opera a trasformarsi in un racconto romanzesco personale ed affascinante. Alle scene comiche, da cui trapela un umorismo maschile e molto pacchiano, si alternano momenti epici e sequenze intimiste. Due trovate davvero efficaci sono il dito tagliato di Jim e il pugno col piombo di Bill. Comincia anche ad esserci uno sguardo più rabbonito e meno severo sui nativi americani, per quanto i tempi per il western revisionista fossero allora piuttosto immaturi: le figure di Occhio d’Anitra (E. Threatt, deliziosa e ammaliante) e di Pelle-e-Ossa vengono inquadrate come caratteri tutt’altro che negativi, in quanto collaboratori (attenzione: non collaborazionisti) dei bianchi per il raggiungimento di uno scopo in comune, e non v’è nessuna sorta di odio razziale in tutto ciò, giacché il bisogno di agguantare per le corna un’impresa estremamente rischiosa è condiviso e sentito tanto dall’una quanto dall’altra sponda, e pertanto lo scambievole aiuto contribuisce ad abbattere i pregiudizi, le barriere e le diffidenze che altrimenti avrebbero inficiato interessi economici, politici e sociali di esseri umani intesi come tali, senza distinzione di razza. Il che è un pregevole valore aggiunto e un merito inalienabile.
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conte verde
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venerdì 6 luglio 2012
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il fascino del nord ovest
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un soggetto atipico..nuovo per l'epoca con gli stupendi paesaggi lacustri del nord ovest americano con indiani- trapper -fortini il massimo per chi come me e' cresciuto negli anni "60"..paragonabile a" Passaggio a nord -ovest"a "Gli invincibili " a " Giubbe Rosse " e piu'tardi ai " 2 Capitani con C.Heston ..non mi ha convinto per nulla il doppiaggio di Kirk Douglas affidato ad Arnoldo Foa'.... come quello ancora piu' deficitario di Paolo Stoppa in "Sfida all'OK Corral" del 1957 !!!
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zanotti claudio
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mercoledì 22 novembre 2006
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scena mancante
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Avevo la cassetta registrata in tv di questo grande film.
Ho acquistato il DVD con il film in bianco e nero e con la versione colorata,anche perchè a forza di vederla era consumata!
Ci sono alcune scene che nella versione originale non c'erano ma ne manca una molto bella:
Quando sono a caccia nel bosco di betulle e vengono assaliti da cinque o sei pellirosse e li fanno fuori tutti.
Come mai l'hanno tagliata? Forse perchè loro armati di fucili contro archi e frecce non facevano una bella figura o perchè era troppo violenta?
Ne sapete qualcosa?
[+] scena mancante - il grande cielo
(di calogero)
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