The Alto Knights - I due volti del crimine |
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Un film di Barry Levinson.
Con Robert De Niro, Debra Messing, Cosmo Jarvis, Kathrine Narducci.
continua»
Biografico,
durata 120 min.
- USA 2025.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 20 marzo 2025.
MYMONETRO
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il crepuscolo degli Dei
di JonnyLoganFeedback: |
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martedì 1 aprile 2025 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Robert De Niro, reduce dal successo della miniserie catastrofica Zero Day (id.; 2025) nella quale interpreta il ruolo del presidente USA, ritorna al cinema con un doppio ruolo che lo riporta indietro di molti anni. Per la precisione a un genere (il gangster movie) con in quale ha saputo flirtare ripetutamente in alcune delle sue migliori performance; da Il Padrino - Parte II (The Godfather Part II; 1974) a Quei Bravi Ragazzi (Good Fellas; 1990) e Casinò (id.; 1995). Fino, in tempi più recenti, a The Irishman (id.; 2019). Ed è purtroppo il paragone con quest’ultima pellicola che balza direttamente all’occhio la similitudine con la vicenda, reale, riguardante due dei Boss più famosi e sanguinari della Mafia Italo Americana. Perché il regista Barry Levinson, pur approfittando di una fotografia eccellente firmata dal premio Oscar Dante Spinotti, e di un protagonista al solito in evidente stato di grazia, e di una fotografia eccellente firmata da Dante Spinotti, e al quale offre la possibilità di trasformarsi sia in Vito Genovese, sia in Frank Costello, non riesce a fare decollare un film che viene diretto semplicemente con il pilota automatico. Senza particolari colpi di scena e che pare la brutta copia di altre pellicole appartenenti al medesimo sotto genere.
Il regista, che aveva già diretto De Niro in Sleepers (id.; 1996), torna dietro la macchina da presa a dieci anni dalla sua ultima fatica per portare in scena la storia di un’amicizia tradita. Vissuta in un eterno ping-pong fra un passato, più volte evocato dai due ex amici, oggi rivali in affari; e presente. A nulla pare valere la sceneggiatura del novantunenne Nicholas Pileggi, amico da oltre cinque decadi di De Niro, e che seppe proporlo a Martin Scorsese e con il quale firmò sia Quei Bravi Ragazzi, sia Casinò, fino al più recente The Irishman, con il quale l’opera di Levinson spartisce l’idea del Boss a un passo dalla fine, che osserva la propria vita in un eterno rimpianto e in uno sfogo senza un domani.
Pellicola quindi che piacerà e molto se si amano i film ben confezionati, ma senza particolari sussulti e che sanno offrire una visione molto crepuscolare del mondo di cosa nostra. Consigliamo però di astenersi coloro che ricordano oltre ai succitati, anche il capolavoro di Sergio Leone: C’era una volta in America (Once Upon A Time in America; 1984) come ricordo del passato e di un'amicizia sfumata all’ombra della criminalità.
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