Arriva nei cinema e anche con grandi risultati ai botteghini di tutto il mondo, il tanto atteso sequel del capolavoro della Pixar, “Inside Out”, e anche questa nuova opera è di ottimo livello.
Un film d’animazione divertente, tenero, toccante, incentrato sui cambiamenti e la confusione emozionale dovuta alla pubertà e all’inizio dell’adolescenza di una bambina, nonché sull’accettazione di amarezze e disagi in questa delicata fase di vita.
Stavolta le emozioni basilari di una persona (di cui le più basiche viste nel capitolo precedente, quando Riley era ancora una bambina) saranno affiancate da altre (ansia, invidia, imbarazzo e noia) che giungono nuove, senza preavviso e sovrastando a volte tutto ciò che c’era prima. Insieme dovranno imparare a convivere tra loro in sinergia e senza che nessuna prenda un compromettente sopravvento sulle altre ai danni del benessere futuro della giovane protagonista.
Rispetto alla prima pellicola qui la trama si fa più semplice, lineare e più facilmente comprensibile anche dagli spettatori più piccoli. Il fascino geniale, originale e la complessità del primo vengono un po’ a mancare, però resta intatto il divertimento, il coinvolgimento e l’interesse per un’accattivante esperienza visiva, narrativa e intimistica ricca di argomenti e significati che riguarda tutti e che trasmette intense emozioni e stimolanti riflessioni.
Diretto da Kelsey Mann, che ne ha anche curato la notevole sceneggiatura insieme a Meg LeFauve e Dave Holstein, “Inside Out 2” offre una precisa, veridica e realistica descrizione di una fragile, particolare fase della crescita di un individuo, evidenziando l’importanza di affrontare le incertezze dettate dalla propria personalità e dalla realtà con fermezza, e serena accettazione di sfide e cambiamenti inevitabili.
Bisogna accogliere ogni aspetto e sfumatura di se stessi senza emarginare o scacciare quanto di negativo accade nella caotica profondità del nostro animo.
Affidandosi alle sempre acute ed efficaci suggestioni grafiche e psicologiche il film riesce a catturare con creatività le difficoltà, gli stati d’animo, le passioni e le sensazioni della sua piccola protagonista in uno studio concettuale, dai tratti psicologici e filosofici, attento e onesto.
Il mondo interiore di Riley è visto nel suo sviluppo in corso d’opera, e, attraverso un'identità ancora ignota e in continua trasformazione, ha come fine ultimo il trovare e comprendere se stessi, ma anche la ricerca di una solidità emozionale e di un equilibrio (prevedibilmente instabili) tra ciò che si è stati, siamo e saremo.
In fondo è in questo salutare, ma spesso precario equilibrio, che risiede il vero e più essenziale significato della fase di crescita durante la pubertà e l’adolescenza: quello di trovare un punto di incontro tra la parte di sé che vuole sentirsi ancora bambino e la componente adulta che cerca di emergere.
In ragione di questo trattamento tematico, viene introdotto nel cartoon (anche a livello figurativo e astratto) la percezione del Sé, il concetto dell'idea che si ha di sé, che viene definito da ricordi ed emozioni provate o nascoste nel nostro inconscio.
“Inside Out 2” è dunque un sequel riuscito, che nel suo complesso funziona per il modo in cui ha ben ampliato sia la brillante idea di partenza, sia il profondo discorso introdotto nel primo episodio.
Molto riuscite inoltre la caratterizzazione (e il graphic design) dei nuovi colorati personaggi, la suggestiva colonna sonora, alcune belle o commoventi trovate; e sempre ineccepibile sul piano tecnico e stilistico, i cui risultati contribuiscono in modo naturale alla formazione di un contesto artistico compiuto e di grande impatto. Insomma, un ottimo ed esilarante film d’animazione, che forse non raggiungerà le vette del capostipite, ma è ugualmente bellissimo, prezioso ed imperdibile. Voto: 8
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