Un forte gesto politico nascosto dietro l'amara ironia dei frequenti cambi di tono del film che sono gestiti con un grande equilibrio e con un'ammirevole solidità di scrittura. BERLINALE74. Concorso.
di Simone Emiliani Sentieri Selvaggi
La casa come luogo di ricordi ma ora anche come metafora di una prigione. La coppia di cineasti iraniani Maryam Moghaddam & Behtash Sanaeeha non è potuta venire alla Berlinale a presentare My Favourite Cake (in originale Keyke mahboobe man) perché la polizia ha preso i loro passaporti e gli ha impedito di viaggiare e ora nel loro paese stanno affrontando un processo a causa del film. In quella che si presenta come un'amara commedia sulla solitudine ci sono già dei segnali premonitori sul controllo del regime iraniano: la vicina di casa che bussa alla porta della protagonista per controllare se è sola in casa e soprattutto la scena in strada dove la polizia ha fermato delle ragazze che non stanno indossando correttamente l'hijab. [...]
di Simone Emiliani, articolo completo (2810 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 16 febbraio 2024