Dopo i fatti di Summerville, la famiglia Spengler si è trasferita nella storica caserma dei pompieri di New York e i Ghostbusters hanno ufficialemente ripreso la loro attività. Ai nuovi si affiancano due vecchie conoscenze: Winston, finanziatore del progetto, che insieme al buon vecchio Ray dirige un laboratorio di ricerca sul paranormale. Giovani e meno giovani dovranno affrontare una nuova minaccia e salvare New York come ai bei tempi.
Due stelle e mezzo. Nella sua costruzione narrativa tutt'altro che perfetta, Ghostbusters Legacy era stato comunque salvato dal commovente omaggio ad Harold Ramis: amore e citazionismo trasudavano da ogni parte nella pellicola creando un prodotto tutto sommato coinvolgente.
A Minaccia glaciale, invece, non spetta il compito "rompere il ghiaccio": deve mostrare la nuova direzione del franchise, in cui giovani e vecchi personaggi affrontano un'inedita sfida paranormale.
L'inizio è convincente, nessuna introduzione passatista: vediamo un flashback che accenna al nuovo villain e poi la famigliola Spengler in attività tra le strade di Manhattan, a bordo dell'iconica Ecto 1, a caccia di un fantasma mai visto prima. I tempi sembrano giusti, la comparsa dei (tanti, troppi) personaggi non è dispersiva e anche i nostalgici più intransigenti possono tirare un sospiro di sollievo nel vedere che almeno il "cuore" degli Acchiappafantasmi pulsa ancora, perché il ruolo di Dan Aykryod è ben più che un semplice cameo. Anche le divagazioni sul passato sono garbate, non pappagallesche dei primi due film, scaldano il cuore senza intaccare la novità della storia.
A una convincente prima parte si affianca, però, uno sviluppo caotico che condensa nel poco tempo rimasto tutta la carne al fuoco offerta fin qui. I troppi passaggi per l'apparizione di Garraka tolgono fluidità a uno svolgimento già rallentato dalle lunghe sequenze in laboratorio e in biblioteca, a cui si aggiunge una non necessaria concessione al sentimentalismo nel rapporto tra Phoebe e la ragazza fantasma.
Nella seconda parte, purtroppo, i difetti tanto temuti e intuibili dai trailer (uno su tutti il sovrannumero dei personaggi) si fanno sentire eccome: l'azione, così come le linee di dialogo, diventano frammentate e sprecano (ahinoi) la presenza di Venkman, tanto attesa quanto sudata, ridotta a "gettone" così come quella di Janine. Persino Garraka, demone di spessore anche visivo, non viene sfruttato a dovere, comparendo troppo tardi quando ormai devono vincere i buoni, in un caotico scontro finale dove pure il "mastro di fuoco" sembra soltanto far numero.
Minaccia glaciale è, in buona sostanza, prigioniero del "troppo": non solo per la quantità di comprimari difficili da approfondire ma anche per una trama eccessivamente contorta che toglie il respiro, non al pubblico ma agli attori stessi. Le diverse velocità a cui corre Frozen Empire non ne fanno, tuttavia, un film da bocciare senza appello: aumentano semmai i rimpianti per un risultato che poteva essere decisamente migliore. E, nonostante le imperfezioni, l'obiettivo sembra raggiunto: il nuovo Ghostbusters è costruito come l'episodio di una nuova saga, in cui è stato dimostrato che Aykroyd e Hudson possono credibilmente stare al fianco dei protagonisti più giovani e generare altri possibili sequel.
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