Il primo lungometraggio del regista israeliano è capace di trovare la chiave politica ed esistenziale che spinge un diciassettenne a cercare il suo posto nel mondo. Gran bel lavoro di scrittura.
di Leonardo Lardieri Sentieri Selvaggi
Una stanza tutta per sè è il primo lungometraggio di Matan Yair, quarantaseienne di Gerusalemme che in passato ha lavorato soprattutto come sceneggiatore. Mancano in Italia opere del suo passato in cui ha collaborato alla scrittura ed è un peccato, a dire il vero, perché di spunti interessanti e meritevoli di approfondimenti ce ne sarebbero. Il titolo riporta ovviamente alla memoria il testo letterario di Virginia Woolf, sicuramente di indubbio valore per il movimento femminista. Detto questo in realtà sembra che l'omonimia di titolo vada poco oltre una semplice coincidenza. [...]
di Leonardo Lardieri, articolo completo (2728 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 22 agosto 2023