Una bugia per due

Una commedia piuttosto audace nel toccare temi infiammabili (la malattia e i suoi contraccolpi, le colpe delle multinazionali) ma così garbata da diventare timida

Il solito, improprio titolo italiano, Una bugia per due, annacqua il più amaro Je ne suis pas un héros (Non sono un eroe) nell'ipotesi della commedia romantica che, nei fatti, l'opera prima di Rudy Milstein (già attore soprattutto teatrale) non è. Perché, d'accordo, al centro c'è una menzogna e, sì, c'è un filone sentimentale, ma tutto è incardinato su un singolo molto caratterizzato, un gentile avvocatino un po' loser e un po' outsider di cui non si accorge nessuno (genitori compresi), che si trova improvvisamente al centro del discorso quando scopre di avere una grave malattia. [...]

di Lorenzo Ciofani, articolo completo (2225 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 29 gennaio 2024