The Caine Mutiny Court-martial

L'addio del grande Friedkin è un esorcismo alla giustizia

L'ammutinamento del Caine fu un popolarissimo film del 1954, girato subito dopo l'adattamento teatrale che lo scrittore Herman Wouk aveva tratto dal suo stesso romanzo. Avvenne tutto nell'arco di due anni, dal 1952 al 1954, sull'onda delle memorie ancora vive della Seconda guerra mondiale e nel tourbillon emotivo della Guerra fredda, della morte di Stalin e dell'impegno militare degli Usa in Corea. Il vecchio film con Humphrey Bogart (è un aneddoto famoso) fu anche responsabile di un nome d'arte assai noto: il giovane Maurice Micklewhite, aspirante attore londinese, era al telefono con il suo agente da una cabina di Leicester Square e doveva scegliersi al volo uno pseudonimo, vide il manifesto del film e divenne, nel giro di pochi secondi, Michael Caine. Vecchie storie di cinema che tornano alla memoria di fronte all'opera, ahinoi, ultima di un altro gigante, William Friedkin. L'ammutinamento del Caine. Corte marziale , girato nei primi mesi del 2023 e ora visibile su Prime Video e Paramount+, da un lato torna alle radici riprendendo la struttura "in interni", tutta nell'aula della Corte, del vecchio testo di Wouk; dall'altro l'attualizza ambientando la storia nel Golfo Persico, durante una tempesta in acque politicamente roventi. L'idea di fondo è la stessa: il capitano Queeg, vedendo la propria nave in grave pericolo, dà segni di squilibrio e comincia a dare ordine assurdi; l'ufficiale in seconda, il tenente Maryk, prende il comando in quello che è formalmente un ammutinamento; segue un processo davanti alla Corte marziale nel quale il riluttante avvocato/ tenente Greenwald deve difendere Maryk. L'andamento del processo porrà Greenwald di fronte a domande alle quali sarà difficile rispondere all'interno delle rigide regole della gerarchia militare. Friedkin, regista di L'esorcista, Il braccio violento della legge e Vivere e morire a Los Angeles , ha fortemente voluto questo film apparentemente lontano dai titoli che l'hanno reso famoso. L'ha diretto a 87 anni in sedia a rotelle, con il collega messicano Guillermo Del Toro che gli faceva da stand-by, pronto a subentrare: un po' come John Huston per The Dead e Michelangelo Antonioni per Al di là delle nuvole . Ma sbaglierebbe chi lo considerasse un ripiego, il capriccio finale di un grande cineasta. In primis perché il film è notevole, ha un crescendo degno dei capolavori del genere "processuale" e si avvale di attori superbi come Kiefer Sutherland, Jason Clarke, Jake Lacy, Monica Raymund e Lance Reddick. Inoltre perché Friedkin è cresciuto nell'epoca d'oro della live television americana e il suo primo film in assoluto fu un documentario giudiziario, The People vs. Paul Crump , che contribuì a salvare un detenuto dalla sedia elettrica. Il concetto di giustizia e le problematiche legate al comando e alla sua legittimità hanno percorso tutto il suo cinema, e questo Caine è un degnissimo commiato.
Da La Repubblica, 4 gennaio 2024


di Alberto Crespi, 4 gennaio 2024