The Animal Kingdom

Sorpresa, i mutanti siamo noi e qualche volta facciamo paura

Nella prima scena un padre e un figlio, rimasti imbottigliati in auto, vedono comparire strane creature metà umane metà animali. Sembra l'inizio di un film Marvel di supereroi, con forzuti alati buoni e cattivi: invece si tratta di una produzione francese, meno interessata allo scontro fra titani che a riflettere sulle contraddizioni dell'ecosistema terrestre. Soggetto scoperto da Thomas Cailley in un concorso tra studenti, The animal kingdom è una fiaba ecologista che partendo dalla mutazione di alcuni umani in animali non cerca mai di spiegarti i motivi del fenomeno. Il centro dell'interesse è piuttosto l'accettazione della differenza, la difficoltà di continuare ad amare il nostro prossimo quando comincia ad apparirci diverso da come lo conoscevamo. In equilibrio tra fantasy e realismo, racconta la parabola di una piccola famiglia, dove la madre è colpita dal misterioso fenomeno e François, il padre, tenta di tutto per salvarla, trascinando Emile, il figlio adolescente, in una regione che si va popolando di creature mai viste. Tra i molti interrogativi che la fantascienza ci pone, il transumanesimo è uno dei più inquietanti. L'originalità di The animal kingdom, rispetto a un film americano (anche se il cineasta non rinuncia al ribaltamento classico, abbracciando la causa dei mutanti contro la brutalità delle forze dell'ordine) è aver rinunciato alla dimensione eroica e alle lezioni di morale, concentrandosi sul destino di pochi personaggi in sequenze spesso commoventi. Scommessa vinta da Cailley, che ha ottenuto un budget rilevante per realizzare le sue creature ibride, con la collaborazione del fumettista svizzero Frederick Peeters.
Da La Repubblica, 13 giugno 2024


di Roberto Nepoti, 13 giugno 2024