Sound of Freedom - Il canto della libertà

Leggerete fiumi di parole altisonanti, sciorinate faraoniche per condannare chi ha promosso e realizzato Sound of Freedom: processi politici e niente di più. Ma che cosa ha di politico e divisivo questo film veramente? Assolutamente nulla!
Ispirato alla storia vera di Tim Ballard, ex agente federale, che lasciò il suo lavoro per combattere la tratta dei minori libero dalle formalità di chi lavora alle dipendenze di uno stato, Sound of Freedom dedica la sua attenzione al mondo della schiavitù minorile col preciso intento di svegliare le coscienze. Lo fa in maniera sufficientemente efficace e con modi talmente pacati da non disturbare nessuno: nessuna scena esplicita e l'unica violenza aperta che si vede è quella del protagonista verso i trafficati. Il peggio che, fisicamente, si vede subire dai bambini sono urla e strattoni, e forse è proprio questo il pregio del film.
Dal resto: ci serve vedere uno stupro per indignarci? Abbiamo davvero bisogno che qualcuno ci spieghi come funziona?
Andrebbe lodato chi ha ideato questo film per averci risparmiato la visione di ciò che troppo ben conosciamo e per essersi concentrato su ciò che spesso dimentichiamo: che il vero male fonte di troppe sofferenze è la riduzione delle persone a cose, col fine di usarle per soddisfare piaceri effimeri e riempire, inefficacemente, vuoti esistenziali. Dinamica che non riguarda solo la violenza sui minori e che viene spesso tollerata su tematiche di altrettanta gravità.
Tutto questo, nella prima parte del film, è narrato in maniera efficace e coinvolgente, dando spazio all’esperienza terribile dei bambini.
La scelta di affidarsi prevalentemente al vissuto di Tim nella narrazione presenta invece i suoi limiti nella seconda parte, coi minori che quasi scompaiono. Resta l'apprensione per la loro sorte, ma le vicende e gli sforzi del protagonista sono tutto ciò che ci viene mostrato, con un ritmo lento che regge ma non emoziona, e lunghi dialoghi con poche frasi ad effetto che, per quanto sincere, non ci coinvolgono del tutto.
Difetto non trascurabile è il doppiaggio della versione italiana: monotono per il protagonista, inadeguato per altri personaggi e percettibilmente falso, quasi irritante, per i bambini.
Al netto dei difetti il film rimane valido perché raggiunge il suo obiettivo: da’ una voce agli sfruttati e spinge a non restare indifferenti. E lo fa onestamente, senza stratagemmi: edulcorando senza mentire, per rendere accessibile a tutti un tema che merita di essere trattato senza per forza terrorizzare.