Rossosperanza

Giulio Sangiorgio

Sei anni dopo il ritratto di famiglia con brigatista Dopo la guerra, Annarita Zambrano si ripresenta con un film che usa il cinema di Bellocchio come un abbecedario, una lingua madre di cui tenta di ripetere i temi e le figure: un'alunna dedita che riconosce le forme e le angosce proposte dal maestro e prova a farle proprie, adeguandole ad anagrafica e stato sociale. Rossosperanza è per l'autrice I pugni in tasca che si merita l'Italia di fine anni 80 (e di ricaduta la nostra), uno scorcio d'oppressione familiare sul corpo di giovani che ne diventano il sintomo malato e la rivolta violenta, la serpe nel seno consunto della Prima repubblica, la nemesi obbligata. [...]

di Giulio Sangiorgio, articolo completo (1709 caratteri spazi inclusi) su Film TV 22 agosto 2023