Perfect Days

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Un film di Wim Wenders. Con Kôji Yakusho, Tokio Emoto, Arisa Nakano, Aoi Yamada.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 123 min. - Giappone 2023. - Lucky Red uscita giovedì 4 gennaio 2024. MYMONETRO Perfect Days * * * * - valutazione media: 4,05 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

JUST A PERFEKT DAY

di vittorio stano


Feedback: 710 | altri commenti e recensioni di vittorio stano
venerdì 26 gennaio 2024

Just a perfect day... you are going to reap just what you sow/ Proprio una giornata perfetta... Raccoglierai ciò che hai seminato. Ogni mattina, come in un rito, Hirayama ascolta l'inconfondibile voce roca di Lou Reed che canta "A perfect day durante il tragitto da casa sua al posto di lavoro: i bagni pubblici di Tokyo. La storia è di una semplicità disarmante. Assistere alla proiezione di Perfect days è stato come accompagnare Hirayama nei suoi "perfect days" quotidiani e rituali. Mi è venuto in mente Damiel, l'angelo vagante e invisibile dell'altro ottimo film di Wenders "Il cielo su Berlino" del 1987. Damiel/Bruno Ganz, osservava i berlinesi e ascoltava i loro pensieri. Hirayama, un magnifico Koji Yakusho, si sveglia di buon mattino, si lava i denti, si fa la barba, si spunta i baffi, annaffia , le sue piantine, indossa la tuta della sua ditta "Tokyo Public Toilet", si prende dall'automatico una lattina di caffè o bevanda analcolica, carica l'attrezzatura da lavoro sul suo furgoncino e va al lavoro. Il suo lavoro è pulire con cura maniacale i bagni pubblici di Tokyo, moderne costruzioni progettate da architetti di grande prestigio, simili a piccoli templi. Hirayama, durante gli spostamenti sceglie dalla sua vasta collezione di audiocassette di musica rock-pop degli anni 60-70, quella che riordina, aggiusta il suo tempo: "The house of the rising sun" degli Animals, "It's a new down, it's a new day" di NIna Simone, ...e tanti altri hits. Non sa cosa sia Spotifay, da bravo baby boomer, tutto per lui è analogico. Alla solita ora si siede sulla stessa panchina in un parco a mangiare il solito sandwich, osservando e fotografando, con una vecchia macchina analogica, le fronde degli alberi e i riflessi di luce che giocano con rami e foglie. Pochi minuti, ma intensi, che esprimono il suo stato d'animo. E' una sensazione sfuggente, come i raggi di sole che filtrano tra le foglie degli alberi, Una sensazione magica e malinconica che gli/ci ricordano l'impermanenza e la mutevolezza di tutte le cose. Questo gioco di luce in giapponese si chiama "Komorebi". Hirayama si fa la doccia nei bagni pubblici e cena alla solita tavola calda "dopo una giornata di duro lavoro". Sempre lo stesso giorno della settimana porta i panni sporchi in lavanderia e a far sviluppare il rullino di foto... Inoltre gioca a "tris" con qualcuno che non conosce, fuma una sigaretta tossendo perchè non fumatore, consola un uomo che ne ha bisogno e accoglie la giovane nipote scappata di casa. Probabilmente nei riti della sua quotidianità, sembra che Hirayama abbia trovato un modo per curarsi le ferite che si porta dal passato. E' logico che anche lui ha un passato ed è doloroso, forse tragico. Non lo si evince chiaramente. Lo si intuisce dal colloquio avuto con la sorella venuta a riprendersi la figlia adolescente scappata di casa. La bella macchina costosa della sorella lascia intuire che nel passato Hirayama fosse benestante come la sorella e che abbia abbandonato lo stile di vita dedito a agi e consumi per abbracciare questo, privandosi risolutamente del superfluo e quindi inutile. Casa sua ha l'essenziale. Ha una grande libreria fornitissima. Legge molto, soprattutto letteratura giapponese e americana, Faulkner, ad esempio. Dal suo volto traspaiono sentimenti lievi: malinconia, preoccupazione, gioia ma vince su tutti una profonda quiete. Hirayama riesce a incanalare le pulsioni distruttive nel bene comune, nel rispettare la natura e le vite degli altri. Hirayama mette la sua vita al servizio dei suoi concittadini e della sua città con profondo impegno e rispetto. Hirayama è consapevole di tutto, è capace di essere felice dei komorebi, delle piantine da crescere, della musica da ascoltare, del libro comprato e condiviso, delle cose che danno consistenza reale, di cui prendersi cura con responsabilità giorno dopo giorno, da amare, senza recriminare, lamentarsi. Piuttosto rimane in silenzio , in ascolto, indugiando. Perfect Days è un ottimo film come gli altri film di Wenders, mai banali. Mi hanno sempre convinto che abbiamo a che fare con uno dei migliori registi al mondo. Il migliore della cinematografia tedesca contemporanea. I film di di Wenders invitano a un "viaggio" inteso come ricerca di se stessi. La tematica era evidente anche nel capolavoro "Paris-Texas" del 1984. Perfect Days ripercorre questa tematica. I film di Wendwers non credono nella Storia, nella trama: si basano esclusivamente sui personaggi e sulle varie situazioni in cui essi si vengono a trovare. Hanno tutti un grande desiderio di ritrovarsi e riprendere un percorso interiore a cui altri non hanno accesso. Perfect Days trasmette l'importanza dei riti che stabilizzano la vita umana, l'importanza dell' usare le cose e di viverle, rispetto al "consumarle". I riti fanno vivere il presente accettando la fugacità della vita e assaporare la bellezza respiro dopo respiro, abitare la terra e il cielo piuttosto che precipitare nell' inconsistenza della realtà virtuale. Wenders mette in scena la speranza che non vinca il predominio della autoreferenzialità narcisistica, che si possa ancora creare un autentico rapporto con l'Altro e con il mondo. VITTORIO STANO

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pizeta lunedì 29 gennaio 2024
...e come daniel
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No
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,,,come Daniel/Bruno Ganz, Hiraynama - si può solo intuire il perché, ma non è così importante - ha rinunciato a vivere pienamente la sua esistenza: Ha avuto paura? Non si sa di preciso cosa gli sia successo. Il risultato e che si è sostanzialmente rifugiato nella ripetitività anestetizzante di una esistenza umile, che non dà dolori, ma nemmeno gioie. C''entra forse la paura del tempo che trascorre e porta all''inevitabile? Ci si può illudere che, se non si cambia nulla nelle proprie abitudini, niente di brutto o definitivo possa accadere? Ma così non si vive veramente, non basta. Non ci sono relazioni umane.
I dialoghi aumentano verso la fine del film, in particolare quando infine il protagonista , dopo avere visto/spiato un abbraccio, raccoglie il testimone dall''ex marito della ristoratrice, ci parla, lo fa persino divertire con il gioco delle ombre. [+]

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