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Un film di Ira Sachs.
Con Franz Rogowski, Ben Whishaw, Adèle Exarchopoulos, Erwan Kepoa Falé.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 91 min.
- Francia, Germania 2023.
- Lucky Red
uscita giovedì 17 agosto 2023.
- VM 14 -
MYMONETRO
Passages
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Se il triangolo è scaleno
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Sì, il triangolo sì. Con i film ispirati a ménage-à-trois più o meno sofferti si potrebbe scrivere un'intera storia del cinema. Ma sono pochi (per ora) quelli in cui una coppia gay è messa in crisi da una persona dell'altro sesso. Qualcuno ricorderà "I ragazzi stanno bene" della californiana Lisa Cholodenko, 2010, con la matura coppia Annette Bening/Julianne Moore devastata dall'incontro di quest'ultima con Mark Ruffalo, padre biologico dei loro figli. Il suo coetaneo Ira Sachs (Memphis, 1965) perfeziona il gioco con questo "lui, lui e l'altra" ambientato nello scintillante mondo del cinema d'autore parigino. Bella gente, belle case, buon gusto, ottime intenzioni, tra cui quella di vivere fino in fondo e a testa alta pulsioni e sentimenti.
Tutta quella bellezza e quella cultura però non bastano a proteggere il matrimonio di Tomas e Martin (il tedesco Franz Rogowski e l'inglese Ben Wishaw, due degli attori più interessanti d'Europa, impegnati in una gara di bravura fatalmente vinta dal ruolo più flamboyant, il traditore Tomas/Rogowski). «Sai cosa ho fatto ieri sera? Sesso con una donna. È stato bello. Ho provato sensazioni che non provavo da tempo», butta lì lui, che facendo il regista è anche in posizione dominante nella coppia. E Martin, grafico e artista, controllato come una moglie british in un film anni 50: «Succede ogni volta che finisci le riprese di un film. Poi però te ne scordi». Game per Martin, palla a Tomas. Il resto sarà travolgente ma soprattutto brutale.
Anche se Martin presto inizia a frequentare un acclamato scrittore afro (Erwan Kepoa Falé), anche se Tomas non smette di cercare Martin in una sarabanda di rotture e riconciliazioni celebrate con amplessi espliciti e appassionati, la storia con la regale ma sprovveduta Agathe, maestra elementare e neo-single (Adèle Exarchopoulos, già vittima di Léa Seydoux in "La vita di Adèle"), presto vira in sfacciata manipolazione. Con l'incontenibile Tomas, posseduto da un mix micidiale di hybris e narcisismo, impegnato a vivere il suo delirio di onnipotenza senza il minimo scrupolo per i suoi partner. Il tutto scritto da Sachs con il fido Mauricio Zacharias, sontuosamente fotografato dalla canadese Josée Deshaies, e animato da una regia così brillante, oltre che colta, e da una tale verità d'accenti, che non è difficile indovinare echi personali in questo film reso ancora più complesso, e doloroso, dall'eterna questione della omogenitorialità. Eterna ma non insolubile.
A quanto pare Sachs, attivista Lgbtq+ di lungo corso, vive in Ecuador con il marito Boris, pittore, e le madri dei loro due figli. Urge documentario. Magari girato da, o con, le mamme.
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