Oppenheimer

"Ho letto i tre volumi del Capitale", afferma Oppi, "il possesso è un furto". "La proprietà è un furto", lo corregge sicura una donna che nella scena successiva godrà di un amplesso col Distruttore dei mondi. Peccato che la frase non è di Marx ed anzi è l'esatto contrario di quello che affermava il filosofo tedesco il quale, sbeffeggiando Proudhon e cioè colui che pronunciò la frase, scriveva un pamphlet intitolato "Miseria della filosofia". Guardando questo film e cercando di ascoltare i dialoghi, che risultano sempre coperti da un sottofondo musicale (non chiamatela colonna sonora) che conferisce al film l'aspetto di un decoupage di clip montate assieme (altro che piani temporali sfalsati o altre diavolerie che hanno fatto innamorare di Nolan un certo pubblico), si ha l'impressione che il regista prenda in giro il suo pubblico, volendo a tutti i costi trovare una scena madre che non arriva mai. Nemmeno l'esplosione della bomba atomica ci fa sobbalzare sulla sedia. Neppure Einstein se ne esce con una frase intelligente. 
Il film può andare bene per qualche feticista della fisica quantistica, unico settore cui Nolan sembra dedicare risorse intellettuali, e qualche altro abituato a vedere 20 puntate di Peaky Blinders di fila. 3 ore di film. 5 milioni di incasso in Italia nel primo weekend. 1 vincitore: la noia.