Il secondo lungometraggio della documentarista è un'opera che, attraverso gli occhi del suo protagonista, si muove tra le montagne del Cilento, respirandone libertà e ingerenze istituzionali
di Dario Boldini Sentieri Selvaggi
È tutto un gran vociare lassù sul Cervati, tra i rumori degli animali al pascolo, l'abbaiare dei cani, il fruscio del vento tra le foglie e lo scoppiettare dei fuochi d'artificio che illuminano a giorno il paesaggio avvolto dalle tenebre. A farsi largo è però anche il suono della voce dei pastori, lo stretto dialetto del Cilento che bruscamente si insinua tra gli "accenti" della montagna, andando a confondersi nella melodia di un ecosistema parimenti composto da uomini, piante e animali. Tra loro vi è Antonio, protagonista del secondo lungometraggio di Vanina Lappa Nessun posto al mondo, storico abitatore di questi luoghi trovatosi all'improvviso a fare i conti con una burocrazia che sembra volerlo estirpare dalle alture su cui girovaga da decenni. [...]
di Dario Boldini, articolo completo (2988 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 9 maggio 2024