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Alternando bianco e nero (la prima parte) e colore (la seconda) e in uno stile (soprattutto la prima metà del film) che ricorda il ritmo dei musical (veloce e armonioso, come fosse una danza) Cooper narra non tanto la vita di Leonard Bernstein ma il suo rapporto, intenso e conflittuale, con la moglie Felicia Cohn Montealegre. La musica di Bernstein autore non è presente forse come si vorrebbe, ma resta un magnifico sottofondo (che ogni tanto spicca, come nel caso della sua Messa). Tema principale del film è invece il rapporto fra marito e moglie, coppia affiatata in modo straordinario ma anche divisa dagli amori omosessuali di lui. E in questo sembra di cogliere un riferimento, all'interno dei generi cinematografici, più al melodramma che al biopic. Come film biografico infatti troppe sono le mancanze (le sue musiche, le sue direzioni d'orchestra oltre l'episodio dello sfolgorante esordio a 25 anni, i suoi compagni di vita, che nel film sono figure appena accennate), mentre come film melodrammatico la storia si accende quando narra il ricco e conflittuale rapporto fra Bernstein e la moglie, resi fra l'altro magnificamente da una coppia di attori ispirati e affiatati: non solo Cooper, mattatore e conduttore anche del film, ma soprattutto Carey Mulligan, che per bravura non gli è da meno.
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