La zona d'interesse

Un film di Jonathan Glazer. Con Christian Friedel, Sandra Hüller, Johann Karthaus, Luis Noah Witte.
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Titolo originale The Zone of Interest. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 105 min. - Gran Bretagna, Polonia, USA 2023. - I Wonder Pictures uscita giovedì 22 febbraio 2024. MYMONETRO La zona d'interesse * * * * - valutazione media: 4,12 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Oltre il giardino l'orrore è un rumore lontano

di Alberto Crespi La Repubblica

La zona d'interesse è un film che si potrebbe guardare a occhi chiusi. Forse non è casuale che il londinese Jonathan Glazer sia soprattutto un regista di videoclip. I suoni e i dialoghi che arriveranno alle vostre orecchie dallo schermo diranno tutto. I dialoghi vengono dal romanzo omonimo di Martin Amis. Ma i suoni sono il frutto di una "rimozione" dello sguardo che è la vera cifra stilistica del film. Sentirete - lontani, ovattati - spari, urla, latrati e il borbottio incessante di enormi forni al lavoro 24 ore su 24. Sono i rumori di Auschwitz. Quando aprirete gli occhi, vedrete i personaggi: la famiglia Höss e i loro amici. Rudolf Höss è l'efficientissimo comandante del campo di sterminio (verrà giustiziato dopo il processo di Norimberga). Lui, sua moglie Hedwig e i loro cinque bambini vivono in un'amena villetta, con tanto di giardino fiorito, accanto al muro (oltre il quale sono ben visibili le ciminiere da cui esce quel fumo fastidioso). Non fanno una brutta vita: nuotano nei fiumi, fanno picnic, invitano altri ufficiali a cena, ogni tanto dal campo arriva qualche bel "regalo", come una pelliccia rubata a una donna ebrea (basterà ripararne l'orlo scucito). Certo, ci sono incombenze noiose, come le riunioni con i sottoposti per capire come smaltire l'eccessivo numero di gente che arriva su quei treni La zona d'interesse osserva l'Olocausto da un punto di vista "laterale" e agghiacciante. C'è qualche sottolineatura didascalica di troppo, ma nel complesso è un ottimo film, costruito su una scelta di campo estetica e politica molto potente. Raccontando l'indifferenza e la cecità, costringe a vedere la banalità del male, e a fare i conti con essa.
Da La Repubblica, 22 febbraio 2024


di Alberto Crespi, 22 febbraio 2024

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