La treccia

Valerio Caprara

Tratto dal proprio e omonimo bestseller (due milioni di copie in Francia), "La treccia" della regista e sceneggiatrice Colombani segue un percorso lodevolmente lastricato di ambizioni, ma non riesce a superare i limiti della messinscena improntata a uno scontato didascalismo. Lo schema del film si rifà chiaramente ai copioni scritti da Arriaga e portati sullo schermo da Inarritu (quando i due cineasti messicani erano di moda) a cominciare, ovviamente, da "Babel": tre donne, tre continenti, tre gabbie sociali, tre modi di opporsi al destino: in India Smita (Maelzer), appartenente alla casta degli Intoccabili, cerca di salvare la figlia dalla medesima miserabile sorte; in Italia, l'adolescente siciliana Giulia (Peluso) cerca di fronteggiare la catastrofe finanziaria che ha colpito l'azienda di famiglia; in Canada Sarah (Raver) quando sta per diventare capo del suo prestigioso studio d'avvocati scopre d'essere gravemente malata. [...]

di Valerio Caprara, articolo completo (2158 caratteri spazi inclusi) su Il Mattino 21 giugno 2024