La Chimera

I miracoli che compie l'amore nei sotterranei degli etruschi

Il cinema di Alice Rohrwacher prova a inoltrarsi in quelle zone magiche, fiabesche, mitiche che si allargano e si restringono sotto quella che pigramente chiamiamo "la realtà". Non è un caso che nel suo ultimo film , " La chimera", ritorni spesso l'immagine capovolta dell'Appeso, uno degli arcani maggiori dei Tarocchi: è quasi un invito a considerare le cose da un altro punto di vista, a ribaltare il senso comune delle cose, a percepire il mistero che avvolge la nostra esistenza. Apparentemente il film è una storia di tombaroli del viterbese, un gruppo di mezzi sbandati che cerca di fare soldi penetrando nei sepolcri sotterranei degli etruschi, saccheggiando e rivendendo a chi sa come piazzare quei reperti sul mercato internazionale. Un inglese è la guida di quel manipolo di ladri: lui ha studiato, ma soprattutto ha " il dono", cioè è un rabdomante che sente i vuoti sotto la crosta della terra, percepisce il richiamo di quelle cavità ancora intatte. Lui è l'appeso, lui sa come mettere in contatto il visibile con l'invisibile, la vita con la morte. Lui ha perduto la sua donna, che sembra sparita e pronta a ritornare, e invece d'improvviso si scopre che è morta, non si sa come, non si sa quando. È inevitabile pensare a Orfeo e Euridice, il poeta che scende nel mondo degli inferi per ritrovare l'amata, per riportarla tra i vivi. Ma ci sono riferimenti anche a Teseo e Arianna, al filo che li unisce, che può salvare chi entra nel labirinto rischiando tutto. Alice Rohrwacher sa come cucire una semplice storia di soliti ignoti di provincia, ladruncoli sempre incalzati dalla polizia, con suggestioni poetiche e temi archetipici. Nulla è forzato, e la vicenda a poco a poco acquista un senso diverso, si pone come un ponte sospeso tra il visibile e l'invisibile, tra la realtà e il sogno. È un cinema sostenuto da un sentimento poetico dell'esistenza, immagini che accolgono segreti e rivelazioni: il sotto e il sopra si intrecciano, si completano, si illuminano a vicenda. L'inglese rabdomante è il vagabondo che viaggia tra due universi, una figura sempre più stracciata, smarrita, eppure sempre più decisa a scendere negli inferi per trovare il senso ultimo delle cose. Attorno a lui ci sono tanti personaggi reali e fiabeschi: le quattro sorelle cattive della donna amata, un cantastorie che riassume in rima le vicende, un gruppo di donne e bambini che occupano una stazioncina abbandonata delle ferrovie, una sorta di comune che allegramente abita un luogo simbolico, luogo di passaggio e impermanenza. È un film complesso, ambizioso, misterioso, sfuggente, ma è giusto che qualcuno provi ancora a raccontare la sostanza occulta del tempo, il legame tra ciò che appare e ciò che scompare, tra l'inizio e la fine, tra la vita confusa di un gruppo di tombaroli e l'abisso infinito che sta sotto le loro, le nostre, piccole pretese. Solo l'amore, sembra suggerire Alice Rohrwacher, è in grado di compiere il grande miracolo, di unire l'attimo e l'eterno: Orfeo forse può ancora salvare Euridice, stavolta forse non si volterà, non la perderà, ed Euridice potrà sorridergli nella luce del sole. k Il set Il film "La chimera" della regista Alice Rohrwacher racconta la storia di un gruppo di tombaroli ed è stato girato in diversi comuni della Tuscia.
Da La Repubblica, 3 dicembre 2023


di Marco Lodoli, 3 dicembre 2023