Valerio Caprara
Il Mattino
Si sarebbe potuto tramandare come un titolo amabilmente démodé. E invece "La bella estate" non solo è amabile, ma anche moderno perché libera i suoi temi e le sue atmosfere dall'obbligo del consueto "modello unico" sociologico-antagonistico per riportarli in un passato che senza edulcorarli riesce a estrarne valori d'autenticità e problematicità universali. Liberamente tratto dal romanzo breve di Cesare Pavese pubblicato nel 1949 ma ambientato nella Torino del 1938, il film solo in apparenza esile riesce grazie all'ottima sceneggiatura e regia -o più precisamente allo sguardo empatico- di Laura Luchetti a non sfigurare al confronto della nota e nutrita galleria cinematografica attratta e non di rado esaltata dai turbamenti provocati dal passaggio dall'adolescenza alla giovinezza. [...]
di Valerio Caprara, articolo completo (2793 caratteri spazi inclusi) su Il Mattino 25 agosto 2023
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