La bella estate

Tanto bello che sono riandata a vedere il film per la seconda volta al cinema. Avevo già scritto una recensione ieri (rec. “Un richiamo alla libertà di conoscersi e amare”). Il film riesce davvero a toccare alcune corde dell’anima, proprio come Pavese riesce a fare con sue parole.
È un film da vedere e rivedere. Per sentire ogni volta quelle emozioni che Laura Luchetti e il suo cast eccezionale rendono vivide e immutabili anche alla seconda visione.
Il film riesce a far vivere davvero le parole di Pavese attraverso lo schermo, con i suoi colori, luoghi, musiche, con la fotografia, e soprattutto con i personaggi, ognuno impresso e vivo addosso ad ogni attrice e attore del cast, che parlano a partire dai loro corpi, espressività e sguardi. Mi ha toccato tantissimo. È un inno alla libertà di conoscersi e di amare, amare liberamente. 

Scava con la sua continua delicatezza, l’incanto, il dolore e quella violenta forza costruttiva che contraddistingue gli anni della crescita, delle decisioni, della scoperta del mondo e dell’amore che ci muove, che nasce in noi, senza mutare per il mondo in cui viviamo. 

È un lavoro speciale, figlio della sua regia e del suo cast, nonché figlio di Pavese. 

Nient’altro da aggiungere ancora, se non, andate a vedere questo film. Io sono andata con mia madre. Da una ragazza giovane e da una donna adulta, le emozioni sono risuonate ad entrambe. Perché forse la gioventù non lascia mai il nostro corpo, fragile e violenta, ci parla e ci muove sempre nella nostra vita.