Sono rimasto deluso dal film che definire noioso è aggettivo il più azzeccato.Noioso perchè la storia non decolla, tant'è che qualcuno l'ha definito un lungometraggio.
Non decolla nel senso che non si prende posizione precise nel film sulle responsabilità effettive del massacro della popolazione indiana in USA, quasi resa vittima di un raggiro criminale da parte di un influente e bieco personaggio rappresentate di un certo capitalismo.così tanto di casa lì in Usa.
Si sorpassa per me con troppa semplicità sulle compromissioni istituzionali e politiche che sembrano invece assistere al massacro e solo un volta chiamati in causa dalle stesse vittime intervenire in difesa e salvaguardia della giustizia.Secondo me, come insegna la storia, la politica e le istituzioni degli USA sono sempre state vittime e carnefici al tempo stesso, al servizio di un capitalismo vorace, che, lì, domina sempre la scena.La storia risente a mio avviso di questa sospensione di giudizio cadendo in una piatta narraz prvia di mordente e implicazione.
Meglio di poco quando, tralasciata la politica, Scorsese si dedica al disegno psicologico ed estetico di un intero popolo, quello indiano che ha ben capito di essere stato travolto e superato da un'intera civiltà, quella occidentale,e che al dilà delle contingenze criminali di alcuni sanguinosi massacri, ha comunque terminato la sua esistenza e assiste inerme e tragicamente alla sua inevitabile scomparsa, anche etnica. Scomparsa rappresentata visivamente e simbolicamente nel film da un un gufo malefico che compare in alcune sequenze annunciando morte.
De Niro recita il suo solito copione da freddo e determinato a cui viene demandata la rappresentanza del capitalismo vorace, mentre a Di Caprio è riservato il compito più difficile e cioè di rappresentare l'americano medio bonario che collabora con il male preso dalla smania dei soldi e facendo finta di non vedere sino al salvifico pentimento finale stimolato in maniera improbabile dalle istituzioni federali. zitutto grazie a CB01 per averci permesso la visione di questo recente film di respiro internazionale. Detto ciò sono rimasto deluso dal film in sè che definire noioso è aggettivo il più azzeccato.Noioso perchè la storia non decolla, tant'è che qualcuno su questo stesso spazio l'ha definito un lungometraggio.Non decolla nel senso che non si prende posizione precisa nel film sulla resposabilità effettiva del massacro della popolazione indiana in USA, quasi resa vittima di un raggiro criminale da parte di un influente e bieco personaggio rappresentate di un certo capitalismo così tanto di casa lì in Usa.Si sorpassa per me con troppa semplicità sulle compromissioni istituzionali e politiche che sembrano invece assistere al massacro e un volta chiamati in causa dalle stesse vittime intervenire in difesa e salvaguardia della giustizia.Secondo me, come insegna la storia, la politica e le istituzioni degli USA sono sempre state vittime e carnefici al tempo stesso, al servizio di un capitalismo vorace, che, lì, domina sempre la scena.Meglio forse il disegno psicologico di un intero popolo, quello indiano che ha ben capito di essere stato
travolto e superato da un'intera cività, quella occidentale,e che aldilà delle contingenze criminali di alcuni sanguinosi massacri, ha comunque terminato la sua esistenza e assiste inerme e tragicamente alla sua inevitabile scomparsa anche etnica, rappresentata visivamente e simbolicamente nel film da un un gufo malefico che compare in alcune sequenze annunciando la morte .
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