La polemica innescata a Venezia, in occasione della presentazione del film "Ferrari" di Mann, interpretato da Adam Driver, continua. In modo ironico, cita l'esempio di "House of Gucci" di Ridley Scott, sottolineando che persino i membri della famiglia Gucci avevano un accento del New Jersey, sottolineando questo aspetto durante un incontro su "Adagio" di Stefano Sollima. Ora, con il film "Ferrari" di Michael Mann, vediamo Adam Driver nel ruolo di Enzo Ferrari. Favino fa notare che c'è un problema di "appropriazione culturale" quando attori stranieri vengono scelti per interpretare ruoli italiani, spesso con accenti esotici, mentre attori italiani di alto livello, come Toni Servillo, Adriano Giannini e Valerio Mastandrea, (per ovvi motivi non cita "se stesso...") vengono ignorati. È un punto di vista che condivido solo in parte: giustissimo rivendicare qualcosa di "patriottico/nazionalista" (!?), ma Favino pare ignorare che, anche se riguarda un personaggio italianissimo ed un Marchio Super-italiano, il film è diretto e prodotto da Americani, sulla base del romanzo Enzo Ferrari: The Man, The Cars, The Races, The Machine (1991) e la Storia di Ferrari non è solo italiana, ma assolutamente di portata internazionale... Da ultimo, da sottolineare che il film appena uscito (il 14 dicembre) nelle sale, sta ruscuotendo un grande successo proprio anche grazie all'interpretazione del ragazzone californiano, Driver, che risulta molto azzeccata. Per ultimo a Favino replicherei, ricordando che un precedente film, al quale ha preso parte "lui stesso" (sceneggiato per la TV- Canale 5- in 2 puntate) proprio su Ferrari, fu diretto da Carlo Carlei nel recente 2003 ed interpretato dall'italiano Castellitto. Infine, ma non ultimo, superfluo affermare che se il Cinema è la 7.ma Arte, le opere artistiche "non hanno confini"...(Giovanni Morandi- articolo pubblicato su Mymovies.it).
[+] lascia un commento a giovanni morandi »
[ - ] lascia un commento a giovanni morandi »
|
antonio montefalcone
|
sabato 23 dicembre 2023
|
ferrari nella percezione soggetiva di mann
|
|
|
|
Otto anni dopo ''Blackhat'', Michael Mann torna alla regia con ''Ferrari'', film scritto da Troy Kennedy Martin e dallo stesso Mann e basato sul libro di Brock Yates ''Enzo Ferrari: The Man and The Machine''. L''opera, non un biopic ma una cupa tranche de vie, non si concentra sulla mitizzazione di Ferrari bensì sull''interiorità tormentata e dolente di un uomo ambiguo e fallace, sospeso tra successo e abisso, amore e morte. Il regista scolora il ritratto di Ferrari fino a renderlo un uomo in crisi e sotto pressione psicologica; desideroso di avere il controllo totale, di sfidare i limiti umani e della cruda realtà, ma impossibilitato a farlo. Tutto il cast, la regia e l''apparato tecnico (vedi la ricostruzione d''epoca, le scene in auto, gli schianti) sono accurati.
[+]
Otto anni dopo ''Blackhat'', Michael Mann torna alla regia con ''Ferrari'', film scritto da Troy Kennedy Martin e dallo stesso Mann e basato sul libro di Brock Yates ''Enzo Ferrari: The Man and The Machine''. L''opera, non un biopic ma una cupa tranche de vie, non si concentra sulla mitizzazione di Ferrari bensì sull''interiorità tormentata e dolente di un uomo ambiguo e fallace, sospeso tra successo e abisso, amore e morte. Il regista scolora il ritratto di Ferrari fino a renderlo un uomo in crisi e sotto pressione psicologica; desideroso di avere il controllo totale, di sfidare i limiti umani e della cruda realtà, ma impossibilitato a farlo. Tutto il cast, la regia e l''apparato tecnico (vedi la ricostruzione d''epoca, le scene in auto, gli schianti) sono accurati. Molto incisiva è però la vena umanistica che risalta in tutta la sua forza all''interno di un melodramma teso e a suo modo efficace; all''interno di una pellicola che, malgrado qualche difetto, risulta comunque dignitosa e interessante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a antonio montefalcone »
[ - ] lascia un commento a antonio montefalcone »
|
|
d'accordo? |
|
giovanni morandi
|
giovedì 18 gennaio 2024
|
un''altra precisazione su ferrari di morandi
|
|
|
|
Nel film "Ferrari" di Mann, c''è un ritratto, a mio avviso, esageratamente negativo dell'' uomo Ferrari. La sceneggiatura è incentrata più sulle conseguenze che si ripercossero sul carattere del Drake, in un determinato "periodo" (1957) di particolare crisi, che non su una corretta biografia di un ''intera vita. Ma forse era proprio questo che interessava al regista: sottolineare il carattere cinico del Grande Ferrari. Sta di fatto che nel film viene sottolineato che il Drake fosse quasi anaffettivo (le sole due figure, oltre al figlio Piero Lardi, che sembra abbia amato – Dino e il pilota canadese Gilles Villeneuve – con le loro morti premature lo avrebbero spinto a chiudersi ancor più); era comunque uno di quei grandi uomini completamente dediti a una passione che non concedeva spazio a niente altro, a una grande visione, a un progetto.
[+]
Nel film "Ferrari" di Mann, c''è un ritratto, a mio avviso, esageratamente negativo dell'' uomo Ferrari. La sceneggiatura è incentrata più sulle conseguenze che si ripercossero sul carattere del Drake, in un determinato "periodo" (1957) di particolare crisi, che non su una corretta biografia di un ''intera vita. Ma forse era proprio questo che interessava al regista: sottolineare il carattere cinico del Grande Ferrari. Sta di fatto che nel film viene sottolineato che il Drake fosse quasi anaffettivo (le sole due figure, oltre al figlio Piero Lardi, che sembra abbia amato – Dino e il pilota canadese Gilles Villeneuve – con le loro morti premature lo avrebbero spinto a chiudersi ancor più); era comunque uno di quei grandi uomini completamente dediti a una passione che non concedeva spazio a niente altro, a una grande visione, a un progetto. Come tanti, lodato e universalmente apprezzato dopo la morte, Ferrari, dalla stampa o gran parte di essa di quel periodo funesto fu criticato ferocemente, rappresentato come un cinico e spietato manovratore di uomini, mandati allo sbaraglio (partecipare alle corse automobilistiche dell''epoca corrispondeva a tentare il suicidio): paragonato, come si dice nel film, a Saturno che divora i suoi figli, gli si rimproverava di invecchiare (si è spento nella sua Modena a 90 anni, nell''agosto 1988, sei anni dopo Villeneuve, morto a Imola, in quel tragico weekend, appena trentaduenne) a differenza dei suoi piloti. Ma chi conosce la storia del motorsport, sa benissimo che i piloti, "strana gente", hanno "scelto" di vivere o morire con ardimento e sprezzanti del pericolo...nessuno li obbliga, è nella loro natura, a prescindere da altrui sollecitazioni...
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giovanni morandi »
[ - ] lascia un commento a giovanni morandi »
|
|
d'accordo? |
|
|