Felicità |
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Un film di Micaela Ramazzotti.
Con Max Tortora, Anna Galiena, Matteo Olivetti, Micaela Ramazzotti.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 104 min.
- Italia 2023.
- 01 Distribution
uscita giovedì 21 settembre 2023.
MYMONETRO
Felicità
valutazione media:
3,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il sorriso amaro di Desiré truccatrice di Cinecittà
di Marco Lodoli La Repubblica
Per il suo esordio come regista, Micaela Ramazzotti ha puntato tutto su se stessa, sulla sua capacità di dare corpo e anima a quel personaggio di "bella, sciagurata e innocente" che già in altri film aveva interpretato. Desiré, con l'accento sulla e, come ci tiene a precisare, lavora come truccatrice sui set del cinema romano, in un ambiente che ha fatto del cinismo un suo punto di forza: la chiamano "la bicicletta", perché tutti più o meno hanno fatto un giro con lei, così attraente e ingenua. Deve difendersi costantemente da proposte pesanti, da mani che abbrancano, dalla rapacità di maschi che scherzano e pretendono. E alle spalle, la povera Desiré, ha una famiglia tremenda, un padre che le succhia soldi, una madre incapace di un gesto d'affetto e un fratello bipolare, ciclotimico, devastato da una depressione mortale. E lei è sempre disponibile, offre il suo denaro per tappare i mille buchi della barca familiare, dà tutta se stessa per salvare quel fratello che giorno dopo giorno cola a picco. Ha un compagno, un professore universitario, che la fa sentire sempre ignorante, sbagliata, debole, puro oggetto di piacere.
La felicità del titolo è un'antifrasi evidente, cioè il ribaltamento palese di una situazione in cui regna solo l'infelicità assoluta. E quando le cose vanno male, tendono ad andare ancora peggio: la storia è un accumulo di sciagure, di speranze che si ribaltano in delusioni cocenti, di illusioni che producono solo altro malessere. Aumentano i debiti, gli strozzini minacciano, il fratello sembra un morto vivente, il padre e la madre sono due mostri stupidi e arroganti, e anche il lavoro traballa, forse Desiré perderà anche quell'ultima possibilità.
E come se non bastasse, il compagno mette incinta un'altra donna e la abbandona senza pietà. È il mondo di oggi, una battaglia quotidiana, una sconfitta dopo l'altra per chi vive ai margini, per chi prova a resistere contro una bufera che non si placa un attimo. Ma lei non cede, non si paralizza in un rancore disperato, a modo suo, con i suoi pochissimi strumenti, continua a lottare per una vita dignitosa, per l'amore che porta a quel fratello così sgretolato. La sua innocenza, che confina quasi con l'inconsapevolezza, le impedisce di alzare bandiera bianca e farsi travolgere da un destino tanto crudele.
La forza del film sta tutta nel sorriso amaro eppure ancora luminoso di Desiré, nella sua richiesta di un briciolo almeno di felicità a una vita che le passa sopra con gli scarponi infangati.
La Ramazzotti non cerca acrobazie stilistiche, la sua regia è piana, semplice, quasi televisiva, totalmente al servizio della storia da raccontare: però la sua interpretazione è convincente e anche di più, commovente, direi. Dà vita a un personaggio che attraversa la catastrofe eppure resta pura, una donna a cui è stato tolto tutto, ma non la fiducia nella vita, una generosità che non s'inaridisce mai. Alla fine tutto è perduto, ma per lo meno riesce a mettere suo fratello su un treno che va verso la speranza. Lei resta su un binario morto, ma quel treno parte ed è il suo sguardo d'amore a spingerlo lontano.
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