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Ragazzo buono e sensibile, sottoposto ad intollerabili violenze da un padre ed un fratello che sono puro male, si salva grazie ai suoi amati cani, con i quali ha un rapporto intenso e quasi simbiotico.
Il film di Besson è una sorta di fiaba moderna, con per protagonista un supereroe del tutto diverso da quelli dei fumetti, perché la caratteristica che lo rende praticamente invincibile non è una sua forza particolare (non ne ha, anzi ha pure gravi problemi di mobilità e si sposta in una carrozzella per invalidi) ma è costituita dal branco di cani che lui accudisce e che lo amano di un amore incondizionato. E il fatto che si tratti di una fiaba è chiaramente evidenziato dalle imprese del nostro, sempre a lui favorevoli malgrado i malviventi cattivissimi che incontra, e (si rassicurino tutti gli amanti degli animali) dal fatto che ai suoi cani, durante tutto il film, non succede mai nulla di male, come se fossero non solo così veloci dall'evitare le pallottole ma praticamente indistruttibili come Achille.
Film convincente per la creazione di un personaggio che ne ricorda molti altri (Joker, il Fantasma dell'opera, Robin Hood, la Bestia della famosa favola) senza copiarne nessuno, e per la contrapposizione di un'umanità normale, vergognosamente squallida e abbietta, contro un'umanità di reietti, emarginati, diseredati che sanno cosa sia il dolore e che per questo vivono provando empatia per il loro prossimo.
E, oltre a quanto si è detto di buono del film, non si può tacere l'intensa interpretazione, nei panni del protagonista, di Caleb Landry Jones.
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