Un preambolo dovuto: il film è un gigantesco battage pubblicitario realizzato, con molta abilità dalla Mattel per rilanciare la vendita dei suoi prodotti in primis Barbie e Ken. I fatti stanno dando alla società dal momento che a fronte di un costo di 145 milioni di $, al box affice risultano al 28 luglio oltre 500 milioni di $,assicurando fin d'adesso almeno 100 milioni di utile. La regia è di Greta Gerwig (anche cosceneggiatrice) con uno scarso curriculum cinematografico che però ha attirato l'attenzione della critica (nomination all'Oscar per la regia e la sceneggiatura di Lady Bird).
La trama è semplice anche se gli eventi sono molteplici in 1h e 45 mn. di proiezione: Barbie (Margot Robbie), lo stereotipo, vive in Barbieland paese diretto dalle varie versioni di Barbie (giudice, medico, gionalista, presidente e così via...) dominando Ken (Ryan Gosling) e le altre versioni , tutti mollaccioni che passano la maggiore parte del tempo a giocare sulla spiaggia, così vivono insieme in un mondo fantastico destinato all'eternità. Barbie entra in crisi dopo avere pensato alla morte, su consiglio della Barbie stramba (Kate McKennan), entra nel mondo reale insieme a Ken. Quest'ultimo si trasforma quando vede che gli uomini hanno una posizione dominante occupando i posti di responsabilità a cominciare dagli amministratori della Mattel , decide di ritornare in Barbieland e la trasforma in Kenland sottomettendo le Barbie, ma Barbie (stereotipo) ritorna con un'amica trovata sul mondo reale Gloria (America Ferrera) e la figlia Sasha (Ariana Greenblatt) ribaltando la situazione e ristabillendo Barbieland. Alla fine però Barbie preferisce ritornare nella realtà anche se questo comporta la mortalità, nella sua prima commissione prenota una visita ginecologica.
Il film non è per bambini perchè la dinamica degli eventi non li coinvolgerebbe, tutt'al più può interessare i più grandi (10-12 anni) . Vediamo la parte positiva: la scenografia, gli effetti speciali, sono grandiosi, i costumi e i colori sono molto belli, dimostrano una cura e un'abilità tecnica fuori dal comune; per quanto riguarda i protagonisti sia Ryan Gosling che Margot Robbie sono bravi effettuando una performance eccezionale, d'altra parte ciascuno ha ricevuto un compenso di 12 milioni e mezzo di $ (!). La parte negativa è che la Gerwig regista come sceneggiatrice è debole, la sceneggiatura è labile, troppo ripetitiva creando un film abbastanza noioso in cui lo spettatore si rassegna ad un intrecciarsi di luoghi comuni. La morale è buona: gli uomini e le donna hanno pari dignità e la femminilità e la virilità sono qualità complementari, un femminismo naturale niente propaganda politically correct o Me Too (forse farà pensare la Walt Disney che con gli ultimi flop ha perso 1 miliardo di $). Il finale a mio avviso sembra ispirato da Tolkien del Signore degli Anelli quando nel colloquio Barbie sceglie la mortalità dell'essere umano, ricorda Arwen Elfa che rinuncia all'eternità della sua vita per sposare l'uomo Aragorn (sintomatico che la prima richiesta di Barbie nel mondo reale sia di una visita ginecologica).
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