La storia di una giovane scontrosa che nasconde un'anima gentile. Espandi ▽
Roma, durante il lockdown. Dora consegna la spesa a clienti che le aprono a malapena la porta. A casa la aspettano la madre Lia e la zia che ospita madre e figlia, in attesa che il tribunale decida se restituire o meno a Lia la custodia dei minori gemelli sottrattele dai servizi sociali. Dora fa da genitore a questa genitrice irresponsabile. La giovane donna intrattiene una relazione con il pusher del quartiere, per cui fa anche qualche consegna occasionale. Il suo sogno, una volta finita l'emergenza pandemia, è diventare estetista e accogliere il ritorno dei fratellini.
L'anima in pace sorprende per la delicatezza con cui riesce a raccontare un gruppetto di anime nella tempesta, a cominciare dalla sua protagonista, che riesce ad essere allo stesso tempo sbrigativa e attenta, brusca e caritatevole, androgina e sensuale, crudamente realista e inguaribilmente romantica.
Il merito è di una sceneggiatura precisa e di una regia che non spreca neanche un'inquadratura, entrambe ad opera di Ciro Formisano al suo secondo film di finzione dopo
L'esodo, e merito dell'interpretazione asciutta e rigorosa, ma mai priva di un incandescente sottotesto emotivo, dell'esordiente Livia Antonelli, una vera rivelazione per onestà recitativa e presenza scenica.