Ticket To Paradise

Questo matrimonio non s'ha da fare parola di Clooney & Roberts

Fa strano, in tempi di guerra, pandemia, inflazione, veder spuntare una romcom che sembra uscita dai magazzini dalla vecchia Hollywood. Ma forse è proprio ciò che Ol Parker, il regista del mediocre sequel Mamma mia! Ci risiamo, e gli sceneggiatori di Ticket to Paradise volevano: far salire lo spettatore su una macchina del tempo e riportarlo indietro, a un'epoca percepita come più serena. Il che non lo rende si capisce un film per ventitrentenni, malgrado i particolari seminati qui e là per rinnovare la vecchia formula. Il soggetto è una variante del classico repertorio di "guerra dei sessi", che rese celebri coppie come Katharine Hepburn e Spencer Tracy o Doris Day e Rock Hudson. Separati da vent'anni, David e Georgia si riuniscono loro malgrado per festeggiare la laurea della figlia Lily. Poco dopo ricevono la notizia che la ragazza intende sposarsi con un giovane conosciuto durante la sua vacanza a Bali, del quale è innamoratissima. Concordi almeno su una cosa, mamma e papà prendono il volo, decisi a impedire che la rampolla ripeta lo stesso errore commesso da loro un quarto di secolo prima. Naturalmente non andrà affatto cos'; e non si rischia di fare spoiler dicendo che saranno gli adulti, non i ragazzi, a imparare qualcosa dal viaggio. Se sul film spira una certa aria di anacronismo, non è unicamente a causa dell'argomento, ma anche perché gli eventi coinvolgono solo gente privilegiata in scenari di lusso, hotel cinque stelle ecc., ignorando del tutto il contesto in cui si svolgono. Tanto da sembrare un promo patinato per l'ente turismo indonesiano (anche se, in realtà, la maggior parte delle riprese si è svolta in Australia). La trama prevedibile e l'ovvio esotismo delle ambientazioni, poco aiutati da un mediocre cast di supporto, sembrano fatti unicamente per ospitare l'inalterato ca risma di Julia Roberts e George Clooney, di cui il film intende sfruttare al massimo le doti comiche e l'affiatamento, già sperimentato in quattro occasioni precedenti tra cui Confessioni di una mente pericolosa e Ocean's Eleven. Nella prima parte la chimica tra le due star, che battibeccano come cane e gatto sulla loro antica relazione, risulta abbastanza divertente malgrado il livello non eccelso delle battute. La sequenza alternata all'inizio ad esempio, con la presentazione di Davide Georgia, lascia sperare bene. Prima che l'aereo atterri a Bali, però, Parker innesta il pilota automatico per affidarsi pigramente alla chimica della coppia. Che fa del suo meglio ma, una volta a destinazione, deve vedersela con gag poco ispirate dove i due cinquantenni cercano di boicottare il matrimonio della giovane coppia. Esaurite le (scarse) risorse iniziali, Ticket to Paradise va avanti per inerzia, rinunciando ai tentativi di far ridere per lasciare spazio al sentimentalismo.
da La Repubblica, 6 ottobre 2022


di Roberto Nepoti, 6 ottobre 2022