Troppo cattivi

Avete presente quelle mail di spam, quelle fatte bene? Quelle che sembrano proprio vere, che quasi quasi ci clicchi sopra perché forse è davvero un pacco o un avviso della banca, perché forse arriva davvero dal commercialista, perché sembra scritta bene e forse l’allegato è davvero una fattura?

E invece no, ci siete cascati, era spam, il peggiore phishing, stavate per far entrare un ransomware nel vostro computer e meno male che c’è l’antivirus.

Purtroppo anch’io credevo che Troppo Cattivi fosse un film adatto ai bambini, un cartone animato in stile “gangsta” ma che ha una morale da insegnare, ci credevo fortemente anche mentre lo guardavo con mio figlio, ci ho cliccato sopra, mi sono fidato, mi sono anche divertito. Ma alla fine l’amara consapevolezza di “essere stato infettato” (anzi infettati) è affiorata alla superficie e con essa è arrivata anche la presa di coscienza di un danno subìto, di un’ora e mezza persa e soprattutto di aver fatto una pessima scelta da genitore - e spero che queste parole servano a qualche altro papà o mamma, magari un po’ più sensibili di altri. Ma parliamo del film.

La sceneggiatura di The Bad Guys (titolo originale) è tratta da una serie di racconti di Aaron Blabey, attore australiano divenuto negli anni 2000 autore di libri per bambini di grande successo. Parlando della creazione della serie Aaron dice: <<Mi chiedevo se fosse possibile “mandare in corto” i libri, incorporando un’iconografia che, come nei film di Tarantino non è adatta ai bambini, ma senza snaturarla, togliendo semplicemente le parti troppo impressionanti o troppo eccessive>>.

Ora io non conosco l’opera di Blabey, ma la premessa di “spingere” i classici libri per bambini ispirandosi a Tarantino perché quei libri sono “imperdonabilmente noiosi” (cit.) non mi sembra proprio delle migliori, ma sarò io vecchia scuola.

Il punto è che a una struttura già sopra le righe, il quasi esordiente Pierre Perifel decide di aggiungere una regia pompata di scatti, tagli e slowmo alla moda, infarcita con quantità industriali di stereotipi blockbuster americani e condita con abuso di pseudo-tecnologia eretta a divinità, riuscendo a confezionare un perfetto junk food che ha così tanti gusti artificiali che finisce per non sapere davvero più di nulla.

Se poi aggiungiamo i cannoni spara-commerciali della DreamWorks e della Universal il risultato non può che essere quella bella scatoletta di spam piglia-tutto di cui parlavo all’inizio, venduta ai bambini, ma fatta dai grandi per i grandi che non si sono ancora annoiati delle varie M:i, F&F, 007, ecc. ecc. (ma mi ci metto io per primo eh)

E per ultimo no, la storia degli animali cattivi che in fondo sono buoni non regge, primo perché è semplicemente falsa (se fino a ieri il lupo era cattivo ci sarà pure una ragione), secondo perché i concetti di “buono” e “cattivo” vengono mischiati alla Nolan senza che ci sia Nolan e terzo perché alla fine non conta se sei buono o cattivo, conta solo se sei furbo.

Troppo Cattivi dovrebbe essere adatto a tutti e invece per me non è adatto a nessuno (rating provocatorio):

- VM 5 perché è semplicemente troppo veloce.
- VM 10 perché a fare quelle cose si fa male a sé stessi e agli altri (compreso sfottere la polizia)
- VM 20 perché sei figo se fai più views, se ti fai le regole da solo, se hai la macchina più muscolosa, il gadget più nuovo, l'abilità più spettacolare che nessuno ti ha insegnato perché tanto ce l'hai dalla nascita.
- VM 30 perché bisogna averne visto di cinema americano per capire (1) la sottilissima autostrada che separa la spazzatura dall’edibile e (2) tutte le citazioni, così tante da strabordare abbondantemente nel plagio.
- VM tutti gli altri perché ti viene solo voglia di rivedere Bad Boys in VHS o al massimo di passare nella sala a fianco che c’è Sing 2.