Tár

L'immagine che Kate Blanchett mi ha dato di Tàr è quella di una donna non comune che grazie al suo talento e alla sua determinazione riesce ad arrivare dove tutti i direttori d'orchestra vorrebbero arrivare, i Berliner Philarmoniker. Ha idee sulla musica che si possono anche non condividere a patto di averle ben capite, cosa non facile per me come credo per molti spettatori; comunque le esprime con grande partecipazione e nessuno, intervistatori o colleghi le contesta. Ha uno stile manageriale piuttosto autoritario, ma franco e diretto. Nella vita privata è un "padre" di famiglia molto affettuoso con la figlia della sua compagna. Non è di ferro e s'innamora di una giovane violoncellista. Ma l'invidia di qualcuno riesce a distruggere tutto sulla base di calunnie su sue presunte molestie sessuali esercitate grazie alla sua posizione di potere. Avrei preferito un finale in cui venisse scagionata e salisse sul palco a dirigere la Quinta di Mahler come si era duramente preparata a fare, ma il regista ha preferito mettere in evidenza il fatto che le calunnie possono veramente portare anche una persona eccezionale al degrado più triste, che per un direttore d'orchestra è dirigere un'orchestra di second'ordine nell'esecuzione di un'opera modesta come sottofondo musicale di un video game. Todd Field non ama e odia Tàr al tempo stesso, ma la ama come Kate Blanchett riesce a farla amare.