Appena ho visto i titoli di testa lunghissimi ho pensato: vabbè, anche "Via col vento" era fatto così. Ecco: mai suggestione si rivelò più vera.
Lydia Tar, come Rossella O'Hara, è un personaggio totalmente negativo, ma non lo si capisce subito. All'inizio si viene suggestionati dalla sua grande cultura, intelligenza e prontezza di ragionamento, soprattutto se, da musicisti, si riesce a seguire i lunghi dialoghi della prima mezz'ora. Quando si inizia a scoprire qualcosa della sua vita privata, ci si inizia ad insospettire del rapporto con l'assistente Francesca, e dei messaggi misteriosi di cui parlano. Di fatto non succede mai niente di eclatante, se non l'infittirsi del rapporto con il personaggio di Olga, da cui Lydia è attratta, che si rivela essere un personaggio rampante e opportunista con il quale Lydia si rispecchia, probabilmente ricordandosi di sé stessa quando anni prima, appena arrivata a Berlino, ha incontrato Sharon. Dati questi presupposti, allo spettatore rimane il dubbio sull'effettività della relazione sessuale con la sua ex-borsista Krista: ad un primo giudizio sembra evidente, ma non è così scontato. Il film te lo fa sospettare, ma non te lo conferma, e la cosa più bella è che, come dice Sharon, non è questo il punto fondamentale. Al suo posto, ciò che gioca il ruolo centrale del film è l'estrema incoerenza di Lydia, che vuole apparire mossa dal sentimento (quando parla dell'Adagietto di Mahler 5), quando invece è una fredda calcolatrice opportunista; vuole apparire integerrima, quando invece viene colta sul fatto a fare un favoritismo per una (apparentemente) ingenua ma sexy violoncellista durante il concorso. Krista appare indubbiamente un personaggio depresso e problematico, ma la violenza psicologica di Lydia ha influito indubbiamente sul suo suicidio, ed è per questo che Lydia sente la sua presenza ovunque, arrivando a restare sveglia per il ronzio del frigorifero, il quale, trascritto immediatamente grazie all'orecchio assoluto, finisce in un brano "For Petra", la figlia adottiva, per la quale lei prova autentico amore gratuito (compensazione? probabile).
Con una fotografia molto aperta (molto grandangolo) e luci naturali, e con sceneggiatura e montaggio perfettamente al servizio della narrazione, il film rimane davvero godibile nonostante la lunghezza: la curiosità, o per meglio dire il gossip, di cui siamo affamati ci fa rimanere incollati al film. Unico appunto: nelle scene in inglese i sottotitoli sarebbero serviti, anche se è un film che indubbiamente sa parlare ai giovani.
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