Questo film è geniale. Iniziamo dalle interpretazioni degli attori, che sono magistrali. Tutti. Servillo, naturalmente, baciato dalla fortuna di assomigliare non poco a Pirandello in persona; Ficarra e Picone, incredibili teatranti-dilettanti; ma anche gli altri interpreti quali, ad esempio, la Tata di Pirandello, il Suggeritore, l'Impiegato comunale corrotto, i personaggi del pubblico, le prostitute del locale bordello. La sceneggiatura vuole offrire (suggerire, direi) uno spunto per comprendere la fase pirandelliana del "teatro-nel-teatro" cui appartiene l'opra forse più famosa di Pirandello, "Sei personaggi in cerca d'autore". Nelle opere di questo periodo Pirandello sovverte completamente i canoni teatrali, operando uno scambio osmotico tra palcoscenico e platea, tra realtà e finzione teatrale. Gli attori entrano in scena provenienti dalla platea del teatro tra il pubblico, per intrecciare la realtà con la finzione teatrale, per tornare tra il pubblico alla fine, completando il ciclo realtà-finzione-realtà. Il film è una rappresentazione pirandelliana del teatro pirandelliano. In questo sta la genialità di quest'opera. Il teatro in cui attori-dilettanti mettono in scena una pièce nella quale si deve riprodurre una scena di vita ordinaria è il palcoscenico sul quale scorre la vita ordinaria, la vita "vera" della comunità cui tutte queste figure appartengono. Tutti i personaggi della pièce teatrale rappresentano un ruolo sociale, in modo realistico e veritiero. Loro sono la prima frontiera della rappresentazione, il primo livello del teatro che si rapporta con il pubblico, anch'esso fatto di figure "teatranti" che recitano la loro parte sul palcoscenico della vita. Personaggi fasulli, ovviamente, che recitano la loro apparente rispettabilità, mentre sono marci dentro. Come il corrotto impiegato comunale, il quale si accorge di essere il vero soggetto della parodia della pièce teatrale. O le "signorine" del locale bordello, le quali si divertono un mondo nel rappresentare solo loro stesse, incuranti degli ammiccamenti del perbenismo falso della massa. O come i due attori-dilettanti principali interpretati da Ficarra e Picone, che mettono in scena (letteralmente) il proprio dramma (reale) davanti al pubblico, sfumando la vita vera nella finzione teatrale. E noi guardiamo questa rappresentazione della realtà attraverso gli occhi di Pirandello, naturalmente, diventando anche noi, spettatori e, allo stesso tempo, personaggi in cerca d'autore memori di tutte le nostre "interpretazioni" sul grande palcoscenico della vita. Completano il film i costumi, eccellenti, e la fotografia con la gestione del colore, finalmente degni dei migliori fotografi del grande schermo. L'unica pecca del film potrebbe essere quella di affrontare una tematica ostica, forse non per tutti. Viene in aiuto la buona dose di umorismo siculo innestato a piene mani nella trama del film dal regista Roberto Andò, che rende meno "duro" l'incontro-scontro con l'estetica, lo stile e l'obbiettivo pirandelliano. Un esempio è la memorabile battuta di Ficarra alla fine della rappresentazione teatrale del "Sei personaggi in cerca d'autore": "non ci ho capito n'ente, però mi piaceva". Questo film è un capolavoro di "teatro-cinema" italiano, a livello - tempus erat! it was time! finalmente! - del cinema d'autore del nostro illustre passato. Un film che, a mio parere, non può mancare dalla videoteca di ogni vero appassionato di cinema e/o di teatro.
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