La peste di Camus viene attualizzato nei duri giorni del lockdown a Napoli. Ma il film è forzato, prigioniero della sua teatralità e si abbandona a estenuanti monologhi. Concorso.
di Simone Emiliani Sentieri Selvaggi
"Fratelli, la sventura vi ha colpito. Fratelli, ve lo siete meritato". La voce di Peppe Lanzetta nei panni di Padre Paneloux rimbomba anche nella sua predica sullo sfondo dei palazzi di Napoli. La città è deserta e l'apocalisse sembra vicina. Una troupe gira un film nei giorni più duri del lockdown. La vita privata degli attori s'intreccia con quella dei loro personaggi. L'adattamento di La peste, il romanzo scritto da Albert Camus nel 1947, prende forma. I piani narrativi finiscono per unirsi. La cura gioca infatti su un continuo parallelismo, sia a livello narrativo sia visivo. [...]
di Simone Emiliani, articolo completo (2997 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 14 ottobre 2022
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