Ambientato in un manicomio criminale, non ce n'è uno, dico uno, che è normale. E nemmeno ci vanno vicino. Una storia assurda, surreale e improbabile, girata con una macchina da presa con problemi di convergenza. Incesto, arti mutilati, pedofilia, bambini torturati, adolescenti depressi di famiglie ricche, l'informatico che hackera il sistema di videosorveglianza, killer di prostitute, un paio di storpio, sangue e squallore un po' dappertutto, manca solo il cannibalismo per completare il repertorio ormai banale di questo genere. Notevole la scena finale, citazione delle storie del poliziotto Huber in Mai Dire Gol