Matteo Marelli
Film TV
Cosa può f(ilm)are il cinema quando è messo di fronte all'incredibilità della morte? Forse, una delle poche risposte possibili l'ha data Johan Van Der Keuken in The Long Holiday, il suo film-testamento, quando dice: «Come me anche le persone e gli animali che ho filmato muoiono, ma sopravvivono nel film, for a while». Cinema, dunque, come mezzo non solo di osservazione, ma anche d'azione sulla realtà. Così pensa Marusya Syroechkovskaya, così rivendica fin dal titolo del suo film, How to Save a Dead Friend, "come salvare un amico morto": un diario a due voci, la sua e quella di Kimi Morev, andatosene la notte del 4 novembre 2016, compagno d'intenti e di vita per 12 anni («non era solo mio marito e il mio amante», ha dichiarato la regista, «era anche il mio migliore amico, la mia anima gemella»), tanti quanti sono durate le riprese, perché per loro il vivere ha coinciso col filmare; del resto, pensarsi filmmaker vuole dire essere parte del processo materiale di costruzione del film. [...]
di Matteo Marelli, articolo completo (1723 caratteri spazi inclusi) su Film TV 9 aprile 2024