Gli Spiriti dell'Isola

Dieci attori, tre bovini, un cane, una pony e soprattutto un'asinella. Il mare come sottofondo silenzioso, le scogliere ed il mare plumbeo i confin fisici e spirituali che escludono questi pochi isolani dalla "terraferma", che poi altro non è che un'altra isola, sconvolta ed occupata da ulteriori isolani conquistatori del mondo.
Il grande film sta nello svolgersi di una storia apparentemente banale ed infantile, un "non ti faccio più amico" come tante avventure scolastiche, ma sostenuto da una regìa impeccabile ed interpreti che sono tutti protagonisti, animali compresi. C'è il bisogno intimo di "lasciare qualcosa", e l'altrettanto importante di avere almeno un amico lungo il cammino della vita; c'è l'ingenuità, alle soglie della dabbenaggine, e c'è la consapevolezza di aver sprecato un'esistenza con la relativa disperata voglia di riscatto, lungo il rettilineo finale. Contraltare del crudele infantilismo dei maschi, dediti alle chiacchiere inutili, alle sbornie ed al loro micromondo, c'è invece la cultura dell'unica donna sensibile del panorama umano: lettrice appassionata, viene premiata con un impiego come bibliotecaria, ed abbandona la tristezza dell'isola tra una lacrima ed un sorriso. Cosa dire del matto del villaggio: siamo proprio sicuri che sia lui il matto?