Comodin vuole prendersi tutto il tempo che serve per giocare con il cinema. Si diverte. Ma il cuore profondo del film è l'attesa e il bisogno dell'altro. In concorso a Locarno 75
di Aldo Spiniello Sentieri Selvaggi
Si inizia con un'assurda scena di litigio. Gigi ha un giardino che sembra una foresta. Piante e alberi rigogliosi che invadono la proprietà di un fantomatico vicino, geloso del suo prato all'inglese liscio e ordinato. È una discussione lunghissima, surreale, portata avanti quasi fino allo sfinimento, senza possibilità di soluzione. Ed è già evidente come Alessandro Comodin voglia trovare, ancora una volta, un ritmo tutto suo, dissonante rispetto alle necessità economiche di una storia. Prendersi tutto il tempo, futile o necessario che sia, produttivo o improduttivo, per giocare con il cinema. [...]
di Aldo Spiniello, articolo completo (4515 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 10 agosto 2022