Julian Fellowes confeziona un ulteriore gioiello nell'ormai infinita saga della famiglia Crawley. Tra misteriose eredità, il passaggio dal cinema muto a quello sonoro e il consueto, magnifico apporto di un cast eccezionale
di Valerio Sammarco La Rivista del Cinematografo
"I Crawley vanno e vengono, come individui. Quella che resta è la famiglia". È l'americana Cora (Elizabeth McGovern), la straniera che tanto ha dovuto sopportare per entrare appieno nelle grazie della matrona Violet (Maggie Smith), ad incidere l'epitaffio perfetto sul secondo capitolo cinematografico della celeberrima saga seriale creata da Julian Fellowes.
Una nuova era - come da sottotitolo - è quella entro la quale i personaggi di Downton Abbey stanno per fare il loro ingresso: gli anni Venti stanno per concludersi, dal passato remoto arriva un'eredità imprevista - una villa sulla Costa Azzurra che un ricco francese decide di lasciare misteriosamente a Violet, fugace amica di gioventù per una sola settimana. [...]
di Valerio Sammarco, articolo completo (4060 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 26 aprile 2022