Reimmaginando il Libano nell'amore clandestino di «Dirty, difficult, dangerous»
di Cristina Piccino Il Manifesto
Dirty, Difficult, Dangerous, «Sporco, difficile, pericoloso», sembra riassumere sin dal titolo il paesaggio emozionale dei due protagonisti che lo abitano fatto di miseria e di costrizione, bersagliato dal disprezzo e dallo sfruttamento. Wassim Charaf, il regista, racconta il suo film - che ha aperto ieri le Giornate degli autori, la sezione indipendente della Mostra con la direzione artistica di Gaia Furrer, come «la storia di due angeli» cioè i personaggi di Mehdia e Ahmed, lei una ragazza etiope «comprata» da una ricca signora libanese come badante al marito, un colonnello in pensione ormai fuori di testa, che passa da momenti di gentilezza a improvvise crisi di aggressività - quasi un Nosferatu che porta in sé la violenza della guerra civile e i suoi gesti. [...]
di Cristina Piccino, articolo completo (3847 caratteri spazi inclusi) su Il Manifesto 1 settembre 2022