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Un film di Lukas Dhont.
Con Eden Dambrine, Gustav De Waele, Émilie Dequenne, Léa Drucker.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 105 min.
- Belgio, Paesi Bassi, Francia 2022.
- Lucky Red
uscita mercoledì 4 gennaio 2023.
MYMONETRO
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Amori acerbi e grandi dolori l'amicizia ferita di due ragazzini
di Roberto Nepoti La Repubblica
Vincitore del Grand Prix della Giuria a Cannes e di vari altri premi, il secondo lungometraggio del trentenne belga Lukas Dhont è una parabola sulla perdita dell'innocenza dai molti pregi. E con qualche difetto. Due tredicenni, Léo e Rémi, sono uniti da un'amicizia intima e assoluta che li porta a condividere tutto. Quando entrano in una nuova scuola, però, una compagna chiede loro se "stiano insieme", se siano una coppia. La frase produrrà esiti irreparabili. In Léo scatena una reazione che lo induce ad allontanare sempre più da sé l'amico, praticando sport violenti (I'hockey su ghiaccio) per affermare la propria identità virile; Rémi, timido e introverso, non riesce a sopportare l'improvviso voltafaccia. La prima parte di Close è idilliaca, con corse tra i fiori (perfino troppe) e piccoli episodi affettuosi. Dopo la svolta narrativa, il tono vira al drammatico mostrando l'evoluzione del lutto di Léo e affidando al giovanissimo Eden Dabrine (molto bravo) il punto di vista totale sugli eventi. Potremmo definire Close un film con cinepresa "ad altezza di ragazzo", di cui apprezziamo le interpretazioni, la fotografia (il passare delle stagioni), la delicatezza nell'affrontare il tema sensibile della sessualità quando è ancora acerba e indefinita. Oltre a una sceneggiatura ben padroneggiata, dai dialoghi che somigliano davvero a quelli degli adolescenti. Lukas (che a tratti ci ricorda Xavier Dolan) compie anche un lavoro simbolico sui colori: quelli degli abiti, ad esempio, suggeriscono gli stati d'animo dei personaggi. Peccato che, nella seconda parte (soprattutto nella sequenza finale tra Léo e la madre di Rémi), il regista si lasci possedere dalla tentazione del patetico, sollecitando eccessivamente l'emozione dello spettatore come se volesse spremergli le lacrime.
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