Ad un film di tre ore che riesce miracolosamente a non risultare mai diluito, pesante o esasperante si può criticare ben poco.
Il merito va senz'altro allo straordinario lavoro di montaggio di William Hoy, che ci introduce alla vicenda "poliziesca" di questo Batman Detective (come da tradizione per i fumetti) con incedere lento e cadenzato, per poi assorbirci in una spirale di eventi, colpi di scena e sviluppi inquietanti che culminano - nell'atto finale - in un payback emotivo a dir poco memorabile.
Matt Reeves, regista che ama lavorare con set e ambienti "reali" lontani dalla fredda rigidità del green screen, ci consegna una Gotham sporca e livida, mai così credibile, e al tempo stesso carica di echi fantastici, in un sincretismo reale-immaginario che è anche specchio del percorso di Bruce Wayne, schiavo di un alter ego astratto che col tempo imparerà a dominare e fare veramente suo.
La scrittura ricca ed elaborata (mai inutilmente contorta), già di per sé avvincente, è ulteriormente esaltata dalle interpretazioni degli attori principali: Robert Pattinson e Paul Dano riescono a delineare due personaggi sofferti, in qualche modo affini; eppure agli antipodi, messi l'uno contro l'altro dalle circostanze. Magnetica la Catwoman di Zoe Kravitz.
Una colonna sonora "plastica" e martellante, a tratti insospettabilmente romantica, un'eccellente impalcatura di effetti sonori industriali e scene d'azione che non hanno paura di ricorrere sia a fluidi pianisequenza - quando necessario - sia alla tecnica del vedo-non-vedo (del resto, parliamo pur sempre di Batman: la teatralità è il suo forte) completano un quadro di curiosa freschezza, un "reboot" che non ha il sapore del reboot né del biopic supereroistico.
La sua unica, evidente mancanza risiede nell'incapacità di delineare a tutto tondo la vita del Bruce Wayne "persona" (ma ci sarà tempo per farlo nei seguiti).
Certo, se ci si aspetta un film dal ritmo forsennato, pieno di umorismo yankee e scorrevole alla maniera blanda di certi blockbuster usa e getta, allora si potrebbe rimanerne delusi.
Per parte mia, sono entrato in sala moderatamente curioso e ne sono rimasto ammaliato, parlo da amante dei prodotti Marvel e del cinema tutto (da Aleksandr Sokurov a Sion Sono).
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