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Elisa Battistini
Quinlan
Medellín, 2 milioni e mezzo di abitanti, capitale del cartello della droga guidato da Pablo Escobar che vi trovò la morte nel 1993, è lo scenario - prevalentemente notturno - di Anhell69, in concorso alla Settimana Internazionale della Critica nell'ambito di Venezia 79, un'elegia dolente che segna l'esordio nel lungometraggio di Theo Montoya. Classe 1992, laureato in cinema e audiovisivo proprio a Medellín, Montoya si mette in gioco in prima persona in un lavoro estremamente intimo ma tutt'altro che diaristico, rapsodico ma emotivamente logico, in cui chiama in causa non solo la propria vicenda e, con essa, quella della comunità gay e queer della seconda città della Colombia, ma anche e con orgoglio il cinema colombiano, periferico e lontanissimo dalle traiettorie più battute della ribalta internazionale. [...]
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