eugenio
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sabato 26 marzo 2022
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due fratelli, una banca, un’ambulanza
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Due fratelli, una crisi, la scelta di una rapina. E poi un’ambulanza, un dolce amore di un paramedico e tanto, tanto inseguimento per una Los Angeles post-modernista.
Michael Mann torna al cinema con un genere quasi abbandonato e assai controverso come quello dei “giocattoloni” d’azione hollywoodiani, un genere celebre negli anni ’90 prima di essere soppiantato dai cinecomic, che con la excusatio non petitant, di un pretesto, narra e anche tanto, la società americana oggi, la difficoltà di vivere, il contrasto di fratelli, permeandolo di melò e perché no, malgrado il dramma evidente, di una specifica ironia di fondo.
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Due fratelli, una crisi, la scelta di una rapina. E poi un’ambulanza, un dolce amore di un paramedico e tanto, tanto inseguimento per una Los Angeles post-modernista.
Michael Mann torna al cinema con un genere quasi abbandonato e assai controverso come quello dei “giocattoloni” d’azione hollywoodiani, un genere celebre negli anni ’90 prima di essere soppiantato dai cinecomic, che con la excusatio non petitant, di un pretesto, narra e anche tanto, la società americana oggi, la difficoltà di vivere, il contrasto di fratelli, permeandolo di melò e perché no, malgrado il dramma evidente, di una specifica ironia di fondo.
L’adrenalina alla base di Ambulance è disegnata su carta e digitale in un contesto assai spigoloso e inconsueto, prediligendo nervosamente i primi piani come quelli di Danny (Jake Gyllenhaal), fratello adottivo di Willy (Abdel-Mateen II), veterano di guerra, deluso dalla patria e incapace di far fronte a una spesa imprevista, una terapia sperimentale che permetterebbe di salvare l’amata moglie dal cancro e restituire serenità alla famiglia. Danny propone al fratello una rapina, a fin di bene, in banca, come non si vedeva da tempo. Una rapina che chiaramente non andrà secondo il previsto e che culminerà nel luogo chiuso di un’ambulanza, entro la quale i due rapinatori prenderanno in ostaggio proprio un poliziotto cui avevano sparato e una paramedica (Eiza Gonzalez) che cercherà di salvarli. E dietro, come in Speed, tanto inseguimento (con evidenti squadre speciali e elicotteri di serie) gomme bruciate, odore di freni sull’asfalto e acceleratore a tavoletta sulle lunghissime autostrade americane, tra colline e mare, lontane dagli orizzonti classici metropolitane, ad inseguire quel “particolare” luogo chiuso verso l’inevitabile redde rationem finale.
E forse è proprio qui il senso di Ambulance, un film che vive di esterni ma per converso trova proprio nell’interno di un luogo chiuso metaforico, nel segreto rapporto tra due fratelli, l’armonia e il motore di rivalsa, capace di lasciarci distrarre per due ore dalla quotidianità attuale, in un percorso vintage dal sapore retrò, autocitazionista e in alcune scene assolutamente irreale, ma poco importa.
Perché uscire da un cinema oggi con un sorriso compiaciuto, è qualcosa di raro, ma una sensazione appagante e necessaria.
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(di emmeci)
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